29 marzo 2015 Acerra – Il blitz è scattato alle undici. I poliziotti hanno afferrato con la forza Giovanni D’Errico, l’addetto del consorzio di bacino rimasto senza lavoro. Per protesta si è incatenato 26 ore di fila su un’antenna del comune, a un soffio dal baratro. Il blitz del reparto antisommossa è scattato alle undici di ieri mattina. I poliziotti hanno fatto irruzione nel municipio, sono saliti sul tetto e hanno preso di forza Giovanni D’Errico, l’operaio che dalle nove di giovedì si era incatenato all’antenna del comune restando pericolosamente in bilico per tutto il giorno e tutta la notte, a trenta metri dal suolo. Durante la successiva operazione della polizia c’è stato un parapiglia tra gli agenti e i compagni e colleghi di D’Errico, quasi tutti del consorzio di bacino, rimasti senza salario e senza incarico da due anni e mezzo. Senza lavoro che hanno tentato di impedire l’accesso degli agenti nell’edificio. D’Errico, 47 anni è stato quindi portato nel commissariato di Acerra. Alla fine è stato denunciato a piede libero per resistenza e procurato allarme. “Lo hanno trattato come un criminale”, hanno urlato gli amici dell’operaio, assiepati davanti al presidio di polizia. “Il sindaco non si è fatto vedere né sentire – la stizza dell’addetto del consorzio – penso che sia stato lui a chiedere lo sgombero”. E’ una legge regionale, la numero 5 del 2014, ad alimentare la rabbia degli addetti al consorzio, che fino a due anni e mezzo fa si occupavano della raccolta differenziata nei comuni nel Napoletano e del Casertano. La legge è la numero 5 del 2014. Prevede che i 2700 addetti vengano trasferiti ai comuni nell’ambito di un più complessivo piano di smaltimento dei rifiuti, regolato dai cosiddetti “Ato”, gli ambiti territoriali ottimali. Ma tutto questo non è stato applicato dalle stesse istituzioni. “Non c’è volontà politica – spiega D’Errico – gli enti preferiscono la gestione privata a quella pubblica “. Lunedì, alle 11, assemblea degli addetti al consorzio, davanti al municipio di Acerra. – Fonte