Cronaca

Mafia, Messineo lancia l’allarme: “Minacce a Di Matteo è chiamata alle armi di Riina”

By admin

November 14, 2013

(Adnkronos) -Il Procuratore capo di Palermo dopo le presunte dichiarazioni del boss in carcere si dice “profondamente allarmato” e parla di un segnale di Cosa nostra per “chiedere ai suoi di attivarsi per azioni violente” contro i magistrati che si occupano del processo.  “Siamo profondamente allarmati per la pubblicazione di queste notizie, potrebbero quasi rappresentare una specie di chiamata alle armi per il popolo di Cosa nostra, nei confronti dei magistrati che si occupano del processo della trattativa tra Stato e mafia“.

Così il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, commenta la notizia delle nuove minacce al pm di Palermo Antonino Di Matteo che sarebbero arrivate dal capomafia Totò Riina dal carcere in cui è detenuto, come pubblicato dal quotidiano ‘La Repubblica’.

“Preferisco non fornire alcun elemento sulla fondatezza della notizia che Riina avrebbe proferito queste minacce – spiega Messineo – coerentemente con la linea che abbiamo in Procura di non confermare né di smentire le notizie che dovrebbero rimanere segrete. Perché una conferma o una smentita sono comunque delle indicazioni. Preferisco, quindi, partire dal presupposto che queste notizie sono state pubblicate”.

Messineo è “molto preoccupato e allarmato” perché, spiega, nella pubblicazione della notizia “abbiamo letto quasi l’intenzione di Cosa nostra di chiedere ai suoi di attivarsi per azioni violente e questo è di una estrema pericolosità”.

“Per mia natura – chiarisce – non enfatizzo mai le situazioni anche se abbiamo imparato molto dal passato. Non so la situazione che si vive attualmente sia paragonabile al 1992. Certo è che noi abbiamo percepito un allarme grave. Sulla scorta delle esperienze del passato abbiamo ritenuto di esplicitare questo allarme”.

In ogni caso, fa sapere il procuratore capo, “non verranno aumentate le misure di sicurezza per Di Matteo né il magistrato verrà trasferito in una località segreta con la sua famiglia”. “Di Matteo – sottolinea Messineo – fruisce di un adeguato servizio di protezione tale da consentirgli di svolgere una vita di relazione e lavorativa normale, quanto può essere normale la vita di un magistrato sotto scorta”. “Le misure di sicurezza di cui usufruisce sono già adeguatamente elevate – ricorda il procuratore – ma questo potrà essere materia che potrebbe riguardare altri magistrati che si occupano del processo della trattativa”.  Fonte Adnkronos