Ambiente e salute

Expo 2015: negli Usa non possono arrivare prodotti italiani che verranno esposti

By admin

April 14, 2015

14/04/2015 – Il motivo del divieto di importazione si trova nel Codice di regolamentazione federale americano: l’Italia è considerata non immune da due patologie animali, la peste suina africana e la malattia vescicolare del maiale. Pare che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ami la pizza “carnivora“: pancetta, soppressata e salsiccia con salvia e finocchio. Un fatto è certo: quella pizza non viene dall’Italia. Su buona parte dei prodotti nostrani a base di salumi, infatti, vige un veto: non possono essere esportati negli Usa. E se le stesse aziende faticano a capire i motivi del blocco, anche allo stesso ministero della Salute le idee sembrano tutt’altro che chiare. Nell’intricata questione si intrecciano malattie del suino, regolamenti americani in materia di sicurezza alimentare, complicazioni burocratiche, due veti incrociati da parte delle autorità Usa. E così, le nostre pizze surgelate con salumi restano in Italia: un prodotto rappresentativo come pochi della nostra cucina non può viaggiare verso uno dei più importanti partner, anche a livello commerciale, del nostro Paese. Tutto questo accade nell’anno di Expo 2015, l’esposizione universale centrata sul cibo: quella che per l’industria alimentare italiana dovrebbe essere una vetrina, per molte aziende si rivela un’occasione mancata.

D’altra parte, questa situazione non è certo una novità. Gli imprenditori italiani non sono mai stati autorizzati ad esportarecarne suina a bassa stagionatura, cioè meno di 400 giorni. In questa categoria rientra buona parte dei salumi, come pancetta, salame, culatello. Il motivo del blocco si trova nel Code of federal regulation (Codice di regolamentazione federale) americano: l’Italia è considerata non immune da due patologie animali, lapeste suina africana, presente in Sardegna, e la malattia vescicolare del maiale, in Campania e Calabria. Al contrario, la gran parte degli altri Paesi europei, dalla Germania alla Francia, dalla Spagna alla Romania, sono ritenuti incontaminati e non hanno problemi ad esportare.  – Continua su Fonte