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Elezioni in autunno, Renzi si dimette se viene modificato l’italicum

By admin

April 16, 2015

15/04/2015 – Per Matteo Renzi la legge elettorale è la battaglia delle battaglie. La sfida finale, soprattutto all’interno del suo partito. Sull’Italicum blindato e ormai orfano di Berlusconi dopo la fine del Patto del Nazareno, morto con l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, il premier si gioca tutto. Non ha alcuna intenzione di accettare modifiche, chieste a gran voce dalle varie minoranze dem. Rischio elezioni anticipate in autunno. Ecco perché. Per Matteo Renzi la legge elettorale è la battaglia delle battaglie. La sfida finale, soprattutto all’interno del suo partito. Sull’Italicum blindato e ormai orfano di Berlusconi dopo la fine del Patto del Nazareno, morto con l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, il premier si gioca tutto. Non ha alcuna intenzione di accettare modifiche, chieste a gran voce dalle varie minoranze dem. In aula alla Camera deve essere approvato e il testo non deve tornare a Palazzo Madama. Chi ha parlato nelle ultime ore con il segretario del Pd, assicura che il capo del governo è pronto ad andare fino in fondo, sicuro di avere i numeri a Montecitorio, sperando anche nel soccorso dei verdiniani di Forza Italia. Ma che cosa accadrebbe se invece l’Italicum non venisse approvato o se passasse anche solo un emendamento che provocherebbe il ritorno del provvedimento al Senato? In molti se lo chiedono.

E la risposta è arrivata in una conversazione privata tra Renzi e i suoi fedelissimi, che Affaritaliani.it è in grado di riportare. “Se l’Italicum viene modificato anche solo di una virgola e la mia linea viene sconfessata, salgo al Colle dal Presidente e mi dimetto”. La minaccia del premier è reale. E provocherebbe, molto probabilmente, il ritorno alle urne subito dopo l’estate con la legge elettorale uscita dalla Corte Costituzionale, quindi con il proporzionale puro. Il Capo dello Stato proverebbe a far nascere un governo istituzionale, ma la maggioranza del Pd ormai è in mano a Renzi e le opposizioni sono troppo divise. L’ipotesi più probabile è quindi quella di un esecutivo del Presidente (nella Prima Repubblica si chiamavano governi balneari) magari guidato dal numero uno del Senato Piero Grasso che porti il Paese alle urne a settembre o ottobre. Il leader dem traformerebbe il voto in un referendum su se stesso cercando di bissare e migliorare il dato delle Europee 2014 in modo da poter avere la maggioranza in Parlamento, magari con un’alleanza con i centristi, certo non con la sinistra radicale. Ma una cosa è certa. Renzi non ricandiderebbe nessuno della minoranza Pd (“Se vogliono si fanno il loro partito”, avrebbe detto), quindi fuori dalle liste i vari Fassina, Bersani, Cuperlo, D’Attore e Boccia. – Di Alberto Maggi