Ambiente e salute

Puglia DOSSIER “Manfrini, un programma contro i poteri criminali”: Corte dei Conti certifica fallimento politico di Vendola

By admin

April 20, 2015

“Le puntuali relazioni Ddel Presidente della Sezione giurisdizionale Eugenio Francesco Schlitzer, il Presidente della Sezione regionale di controllo Raffaele Del Grosso ed il Procuratore regionale Francesco Lorusso hanno inaugurato l’Anno Giudiziario della Corte dei Conti sono state come sempre motivo di stimolo e di riflessione sulla situazione della Pubblica Amministrazione in Puglia e, soprattutto della Regione. Dalla relazione del Procuratore Lorusso, in particolare, emerge un quadro tutt’altro che roseo e vengono mosse pesanti censure al Governo Vendola su trasparenza, sanità e capacità di legiferare, mentre il dato positivo, quello sulla riduzione dei costi della politica, va ascritto non certo alla Giunta, bensì all’intero Consiglio, quindi a tutti i Gruppi e, in particolare, al nostro che per primo ha proposto i tagli portando poi la proposta alla discussione del Consiglio”. Lo dichiara il capogruppo del Pdl allaRegione Puglia e Onorevole del Pdl, Rocco Palese, a margine della cerimonia di questa mattina. “L’istituzione del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione, la riduzione dei consiglieri regionali da 70 a 50; la riduzione del componenti della Giunta a 10 con un massimo di 2 esterni; la riduzione delle indennità e l’abolizione di vitalizi e assegni di fine mandato è un risultato di cui andiamo orgogliosi come consiglieri regionali e come componenti del centrodestra che per primo ha proposto di percorrere questa strada. Quanto, invece, al gran numero di Leggi Regionali bocciate dalla Corte Costituzionale, al caos e alle tante opacità nella gestione della sanità pugliese e alle numerose inchieste in corso, siamo dinanzi ad un conclamato fallimento del Governo Regionale come peraltro noi denunciamo da anni proponendo anche la introduzione di strumenti normativi atti ad inserire meccanismi di controllo sulla quantità e la qualità della spesa, ma il Governo Vendola non ha mai volutoinvertire la rotta, continuando invece a seguire la strada del taglio ai servizi e del mantenimento degli sprechi”. Vendola: Riconoscimento per lavoro importante Sono molto contento del riconoscimento di un lavoro importante che abbiamo fatto. La Regione Puglia in un anno è riusciuta a far fronte ad un piano di rientro dal disavanzo sanitario che avrebbe fatto tremare le vene e i polsi a chiunque. Un piano che ha comportato la chiusura di 21 ospedali e il taglio di 2400 posti letto. La Puglia ha fatto in un anno quello che altre regioni del nord hanno fatto in dieci anni. Anche l’abbattimento del 60% del disavanzo in un anno, è stato uno dei risultati più significativi di questa amministrazione”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta questa mattina a Bari. “Importante anche il riconoscimento – ha continuato Vendola – sul lavoro che abbiamo fatto di rinegoziazione dei bond conla banca d’affari americana Merrill Lynch, bond che rappresentavano un’ipoteca di morte per l’ente Regione Puglia. Così come sono molto soddisfatto per il riconoscimento del Consiglio regionale della Puglia e, più in generale, della politica pugliese come del punto piu alto di virtuosità in quanto ad abbattimenti dei costi della politica. Noi abbiamo fatto interventi di riforma radicale, dal taglio dei vitalizi al taglio dell’assegno di fine mandato. Ecco, è vero che noi dobbiamo vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, tuttavia quando ci riconoscono di aver fatto un avanzamento, possiamo anche consentirci di vedere il bicchiere mezzo pieno”.(…) Riccardi: ’Manfrini deve dimettersi’ Botta e risposta tra Angelo Riccardi e Attilio Manfrini. Nocciolo della questione la sanità, ma nello specifico la partecipazione di Manfrini alla conferenza di servizi che si è svolta ieri presso l’Ospedale di Manfredonia: “Il Direttore Generale pro-tempore dell’Asl provinciale di Foggia, Attilio Manfrini, con il suo codazzo di soliti noti al seguito, è arrivato stamane in Ospedale a Manfredonia per una Conferenza di Servizi. Sono certo che anche questa volta è venuto, non per attuare il Piano di Riordino Ospedaliero, ma per continuare nella sua certosina attività di smantellare l’Ospedale di Manfredonia a favore delle altre strutture ospedaliere. Il Direttore Sanitario pro-tempore dell’Ospedale di Manfredonia e i suoi fidi, sono pregati di prendere le distanze da tale attività. Domenica si vota e spero vivamente che la politica torni nel suo alveare e cacci i mestieranti del tempio, buoni per ogni colore e per ogni stagione” aveva dichiarato ieriil sindaco di Manfredonia sulla sua pagina facebook. Oggi è arrivata secca e immediata la risposta del direttore generale dell’Asl foggiana, che si è detto amareggiato dalle dichiarazioni di Riccardi: “Sono andato a Manfredonia per dare attuazione ad un accordo stipulato qualche giorno fa proprio con il sindaco, con l’obiettivo di contestualizzare l’attivazione dei nuovi reparti ospedalieri di Riabilitazione e Lungodegenza in concomitanza con la ormai inevitabile dismissione del reparto di Ostetricia e non certo per disporre ulteriori chiusure dei reparti già esistenti, come invece sostenuto dallo stesso Riccardi. Ci stiamo impegnando da mesi con l’obiettivo di migliorare, per quanto nelle nostre possibilità, la sanità sul territorio e non è intenzione di questa direzione smantellare l’Ospedale cittadino. Inoltre, mi sono recato a Manfredonia senza “codazzo”, come invece sostenuto da Riccardi, ma in maniera discreta”. Ma non è tutto. Dopo aver pubblicato la sua nota, Riccardi siè imbattuto in un lungo dialogo con i cittadini manfredoniani che gli chi chiedevano delucidazioni a riguardo. Il primo cittadino, oltre a invitare il direttore ad attuare il piano ospedaliero e ad osservare le disposizioni regionali, ha affermato che “la sanità in questa provincia é saldamente nelle mani di Sel e degli uomini del presidente” – aggiungendo che – “Siamo rimasti soli, i servizi territoriali sono inesistenti, tant’è che dal sottoscritto si rivolgono i cittadini per tutto e tra non molto devo organizzarmi per fare anche gli interventi chirurgici”. “Rigetto qualsiasi insinuazione relativa ad una presunta interferenza di Sel nella mia attività di direttore generale, attività che ritengo di aver svolto sempre con onestà di tecnico e lealtà verso l’incarico che ricopro. Una nomina che, tengo a precisare, non è stata determinata da Sinistra, Ecologia e Libertà, ma condivisa da larga parte delle forze politiche e accolta con entusiasmo dallo stesso Riccardi. Per il resto nonintendo seguire il sindaco in una sterile polemica che ha tanto il sapore di una speculazione pre-elettorale” ha ribattuto Manfrini.(…)

L’ospedale di Manfredonia…? L’ospedale “San Camillo De Lellis” non chiuderà. Lo hanno affermato l’assessora regionale alle Politiche della Salute Elena Gentile e il direttore generale della ASL della provincia di Foggia Attilio Manfrini nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamani a Manfredonia. L’incontro – informa una nota dell’azienda – , a cui hanno preso parte anche il sindaco del comune sipontino Angelo Riccardi e parte della giunta comunale, si è presto trasformato in un dibattito pubblico a cui non si sono sottratti l’assessore Gentile e il manager Manfrini, consapevoli della rilevanza dell’argomento e desiderosi di chiarire definitivamente le scelte di Regione e ASL in merito all’ospedale cittadino. “Abbiamo dovuto chiudere oltre 20 ospedali – ha chiarito l’assessora Gentile – Chiuderanno tutti i punti nascita indicati negli atti deliberativi regionali per scelte che la Regione ha subìto, e probabilmente saremo costretti a chiuderne altri l’anno prossimo. Ilnostro tentativo è sotto gli occhi di tutti: ripensare le strutture ospedaliere, che abbiamo dovuto dismettere, come luoghi dove la medicina del territorio incontri la cultura ospedaliera, dove è possibile attrezzare un livello di presa in carico dei bisogni che corrisponda per davvero alla stragrande maggioranza della domanda di salute che i cittadini pongono”.

Evitando la mera elencazione dei progetti realizzati a Manfredonia, oggi sotto gli occhi di tutti, a chiara dimostrazione della volontà di mantenere in attività l’ospedale cittadino, Manfrini ha chiarito entro quali limiti Regione e ASL possono muoversi. “Tutto quello che facciamo deve essere fatto all’interno di regole, nel rispetto delle programmazioni nazionali e regionali. Se non facessimo così, resteremmo sempre in piano di rientro, situazione che ci costringe a queste difficoltà. Ci sono vincoli per la spesa del personale: centinaia di dipendenti andati in pensione in questi anni non sono stati sostituiti a causa delblocco del tourn over. Questa ASL infatti avrebbe bisogno di altri 500 dipendenti, ma non è possibile oggi impegnarci in una ulteriore spesa del personale. Queste sono le risorse che abbiamo. In altre ASL si stanno chiudendo i reparti per mancanza di personale. Dobbiamo muoverci all’interno di regole precise. La struttura di Manfredonia è individuata come Ospedale di Base, atto ad assicurare i livelli essenziali di assistenza e non possiamo pretendere di farla funzionare come un policlinico. Comunque siamo riusciti, dove possibile, a migliorare la situazione prestabilita. La Cardiologia, per esempio, con regolamento regionale del 2012, era individuata come “Cardiologia senza UTIC”. La dotazione prevista per tale struttura era di sei unità mediche. Con l’impegno di tutti si è riusciti a prevedere un’area critica che potesse supportare meglio le emergenze. Così abbiamo inserito altre due unità. Credo che stiamo facendo il nostro dovere, ci stiamo adoperando al massimo perché i reparti,nel limite delle risorse a nostra disposizione, possano funzionare”. Tutto questo, ha concluso Elena Gentile, richiede lo sforzo generale. “La sfida appartiene a tutti. Accentuare la disaffezione dei cittadini alle strutture ospedaliere non aiuta a superare questa fase di difficoltà, a restituire fiducia ai cittadini e a conservare quello che faticosamente cerchiamo di mantenere. In questa partita ci siamo tutti: politici, amministratori locali, istituzioni, professionisti, medici, infermieri, operatori. Ribadisco l’impegno della Regione a mantenere in piedi questo presidio. Un impegno sottoscritto e confermato negli ultimi mesi. Voglio ribadire anche che nessuna differenza di trattamento è stata fatta tra i presidi della provincia: alla base delle nostre decisioni vi è una classificazione rispetto alla quale ci siamo attivati. Ora bisogna lavorare, con la speranza e l’auspicio che da oggi si ricostituisca un clima di serena collaborazione tra chi ha la responsabilità di governo,di gestione e chi opera per assicurare i livelli essenziali di assistenza. Questo è il momento di fare sistema: di raccontare ai manfredoniani che questo ospedale non chiuderà, ma che anzi, nei limiti delle condizioni date, verrà ulteriormente potenziato”.(…)

ASL PUGLIA: CONTRO PORCATE UN SISTEMA C’E’…! Che strana l’Italia: Titoli di prima pagina ieri su “Formigoni indagato”, e quattro accenni di “Vendola indagato”. E nessun riferimento a tutti gli altri, per decenni, non soltanto indagati ma anche condannati – di centro-destra-sinistra – per le ruberie partitocratiche nella Sanità. D’altra parte la sinistra al caviale chiede a Formigoni ormai da anni di dimettersi e stampa e telegiornali da mesi ne parlano e lo accusano. Vendola invece deve difendersi in Tribunale per i malaffari (nella Sanità) nella sua regione e la notizia stampa viene minimizzata e quasi rimossa da stampa e tg. Vedete, noi, proprio noi, soltanto noi – che non amiamo nessuno, ma proprio nessuno, di questa casta clientelare che ingrassa sul popolo italiano – possiamo ben sottolineare queste due diverse misure, questi due diversi pesi utilizzati nelle valutazioni dei guai giudiziari – praticamente gli stessi – di esponenti di partito al “governo” delle perquestodisastrate Regioni italiane. In Puglia, in ogni caso, l’inchiesta sulla sanità va avanti e non si ferma e ha coinvolto appunto Nicola Vendola attuale presidente della regione. Più volte si siamo interessati di questo argomento e non poteva che concludersi in questo modo l’indagine preliminare: con il rinvio a giudizio. Un presidente non può non sapere (no?… Chiedetelo a Di Pietro) cosa avviene nella sua giunta e non può essere all’oscuro di quello che fanno gli amministratori nominati dalla stessa regione. Questo non significa che sia colpevole, ma doveva intervenire al primo sentore di voci, poi per quanto riguarda il diretto interessamento per il concorso da primario all’Ospedale San Paolo e per i soldi all’Ospedale Miulli staremo a vedere e sentire lo svolgimento del giudizio cui è stato rinviato. Come sempre attacca e non si smentisce “finalmente potrò difendermi davanti al giudice”. Avrebbe potuto anticipare il giudice e difendersi davanti ai cittadini che lo hannovotato.Invece sembra che per lui il rinvio a giudizio sia un sospiro di sollievo… Mentre noi già ipotizzavamo il suo coinvolgimento, (le voci di popolo” corrono, anche a Bari) lui avrebbe appreso soltanto lo scorso 11 aprile di essere indagato per presunte irregolarità nel concorso per la nomina del primario di chirurgia toracica all’Ospedale San Paolo di Bari. E cioè soltanto quando l’indagine sul suo conto è stata formalizzata. “Sono l’uomo politicamente più potente in Puglia, ed è giusto che i potenti esattamente come le persone senza potere abbiano un atteggiamento di ossequi nei confronti di che esercita il controllo della legalità”. Bel comunista e che sviolinata ai giudici. “Sono sereno perché in tutti i casi della mia vita pernso di aver improntato le mie azioni a estremo sentimento di legalità”…….”posso semplicemente dire che tiro un sospiro di sollievo perché finalmente c’è la data in cui un giudice dovrà vagliare l’accusa” (dovrà comparire davanti al giudice per leindaginipreliminari il prossimo 27 settembre). In effetti sarà il gup a decidere sulla richiesta di processo per Vendola e l’ex amministratrice della Asl Casentino coimputata. Però esiste anche una indagine per una transazione di 45milioni di euro con l’Ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari). Qui vengono contestati reati come : peculato, e falso a vario titolo al governatore e al suo (ex?) capomanipolo giubilato dal Pd a Senatore Tedesco ora ex piddino e anche ex assessore sanità Puglia, e Tommaso Fiore ex assessore sanità Puglia, monsignore Paciello vescovo della diocesi e don Laddaga direttore della struttura sanitaria. Un bel pasticcio: altro che serenità… Una transazione dei 45 milioni di euro mai portata a termine su cui comunque ha messo i riflettori la Procura di Bari. L’accordo sarebbe servito a chiudere un contenzioso amministrativo di 80 milioni di euro e il Miulli Ospedale aveva presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale perchiedere il“ripiano” di 43 milioni di disavanzo maturati dal 2002 al 2007. Praticamente l’Ospedale si era indebitato per costruire la nuova sede, immensa, facendo leva sui propri fondi non avendo potuto utilizzare quelli pubblici relativi all’edilizia sanitaria. Pochi minuti dopo l’annuncio dell’Ansa, Vendola replica anche a queste accuse: “Ribadisco la mia totale assoluta estraneità a fatti che sono al di là di ogni mia immaginazione.” “Qualche ora fa ho ricevuto la notifica di una richiesta di proroga di indagini da parte del gip di Bari. Si tratta di un procedimento penale del quale non avevo mai avuto alcuna notizia. Dal tenore dell’atto non sono in grado di capire ciò che mi sarebbe addebitato, ma, considerati i nomi coinvolti, deduco che si tratti di questioni relative all’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti. Sono rammaricato di aver ricevuto solo oggi questa notizia – prosegue – perché se la stessa mi fosse stata comunicata appena ventiquattrore prima, come è nel miocostume, avreipotuto informare la stampa e l’opinione pubblica in una unica soluzione”. “Quanto al merito, se per il professor Sardelli mi si addebita di aver fatto vincere il migliore – prosegue Vendola – qui per davvero non riesco ad immaginare nulla che possa riguardarmi, e tuttavia riserverò a questo secondo appuntamento, come nel mio stile e nella mia cultura, il medesimo impegno e la medesima serenità che si deve al lavoro della Magistratura. Spero che la vulgata del non c’è due senza tre non mi riproponga l’ulteriore amarezza di nuove comunicazioni per addebiti che sento sinceramente e convintamente molto lontani dal mio modo di essere”. Insomma anche in questo caso Vendola cade dalle nuovole perché avrebbe appreso soltanto ora dell’indagine in corso… Va bene che è debole di udito e non raccoglie le voci che corrono: ma non legge neppure i giornali, il governatore? La verità è che questa “sinistra” – identica ai suoi compari di “destra” e di “centro” – ora tremaveramente.AntonioRossini(…) SANITA’ MALATA le sporche mani nella Pubblica Amministrazione. Morlacco, tecniche di raggiro di massa…? La Spending review prevede l’accorpamento delle funzioni di direttore sanitario di presidio e di direttore sanitario ove siano presenti entrambi i ruoli. Ci sono 5 direttori sanitari irregolari in Campania. La denuncia arriva dall’europarlamentare Enzo Rivellini (Ppe/Mezzogiorno di Fuoco), che in una lettera inviata al presidente della Regione e commissario alla Sanità, StefanoCaldoro, e al sub-commissario Mario Morlacco, ricorda come “nel decreto Spending Review è chiaramente stabilito che per tagliare le spese nelle Aziende ospedaliere, nelle Aziende ospedaliere – universitarie, negli Irccs, nel caso siano presenti sia il direttore sanitario di presidio sia il direttore sanitario, bisogna eliminare una delle due figure accorpando le funzioni” e come “la tendenza è quella di eliminare il direttore sanitario dando le funzioni al direttore sanitario di presidio che è sempre un vincitore di concorso”. Una norma attualmente disattesa in Campania, lamenta Rivellini, citando i casi del Pascale, del Federico II e del Cardarelli di Napoli, poi del Rummo di Benevento e dell’Ospedale Civile di Caserta,su cui in ogni caso c’è la Corte dei Conti che vigilerà – afferma l’europarlamentare – credo che sia opportuno che si verifichino anche le altre strutture regionali dove ci possa essere l’identica anomalia”. Mario Morlacco è il nuovo sub commissario alla sanità della Regione Campania, come ha stabilito la delibera del Consiglio dei Ministri. Il comunicato stampa relativo alla delibera recitava che al fine di coadiuvare l’opera dei commissari ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari nelle Regioni Lazio e Campania, il Consiglio ha nominato sub commissari nella prima il dottor Giuseppe Antonio Spata e in Campania il dottor Mario Morlacco e il dottor Achille Coppola. Nato in provincia di Foggia, Mario Morlacco, manager di 63 anni, ha già diretto l’Agenzia Sanitaria Regionale in Puglia nel 2006 e nel 2008 è stato nominato per la prima volta sub commissario alla Sanità, lavorando nella Regione Lazio con le giunte Marrazzo e Polverini. Quest’ultima non ha risparmiato parole di encomio per il managerpugliese, ringraziandolo anche a titolo personale per essere riuscito ad ottenere il via libera al nuovo piano sanitario regionale, un risultato che, secondo la Polverini, è dovuto interamente all’esperienza di Morlacco. Al suo fianco, per curare la parte amministrativa, la delibera del Consiglio dei Ministri ha nominato il commissario dimissionario della ASL Napoli 1 Achille Coppola, già presidente dell’ordine dei Commercialisti. I due prendono subentrano a Giuseppe Zuccatelli, dopo che questi ha goduto di diverse proroghe, prima di essere nominato nuovo direttore generale dell’Istituto Nazionale Riposo e Cura per Anziani di Ancona. La struttura commissariale dovrà recuperare, attraverso un piano di rientro dal debito, quasi 5 miliardi di euro, in ragione delle misure di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica adottate dallo Stato. Dunque per Morlacco si tratta di un trasferimento dal Lazio alla Campania, entrambe sottoposte ai piani di rientro deldebito. Il sub commissario alla Sanità Mario Morlacco è indagato dalla Procura di Foggia in una vasta inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che coinvolge in totale 47 persone e che è legata agli accreditamenti di alcune strutture sanitarie private della Regione Puglia. Vari i reati ipotizzati dai magistrati : corruzione, concussione, truffa, abuso d’ufficio, falso, peculato, estorsione e rivelazione del segreto d’ufficio. Benvenuto Michelangelo(…) Malasanità:speculazione, illeciti, clientelismo…

Nuova bufera sulla Regione Puglia,Tedesco e altri 46 indagati Non c’è pace per il sistema sanitario pugliese. Dopo la conferenza stampa convocata ieri Nichi Vendola per comunicare la sua iscrizione nel registro degli indagati a causa delle accuse della ex Lady Asl Lea Cosentino, oggi è arrivata la svolta nell’indagine sugli accreditamenti delle cliniche private. Falsificavano i dati delle liste d’attesa. Segnalavano criticità laddove invece non cen’erano. Non avrebbero pensato alla salute dei cittadini quanto piuttosto alle esigenze degli imprenditori che aprivano cliniche private. E’ questa la nuova accusa che la procura di Bari muove alla gestione della sanità pugliese negli ultimi anni: stamattina sono stati notificati 47 avvisi di conclusione delle indagini a politici, dirigenti dell’assessorato alla Sanità e imprenditori. Le accuse vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere ai falsi. Tra gli indagati c’è l’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, oggi senatore del Gruppo Misto, Mario Morlacco, ex dirigente dell’Ares, l’agenzia per la Salute, e Lucia Buonamico, dirigente del settore che si occupa per la Regione degli accreditamenti con le cliniche private. L’ipotesi di reato è che la giunta regionale abbia concesso convenzioni a strutture sanitarie che non ne avevano i requisiti, e la procura procede per associazione a delinquere. E che lo abbiano fatto sulla base di premesse false. La giunta sarebbeperò stata indotta in falso dalle strutture regionali e da alcuni assessori compiacenti, tra cui appunto l’assessore Tedesco, che invece avrebbero avuto interessi all’accreditamento della clinica. L’inchiesta parte dalla clinica Kentron di Putignano, oggetto di una lunga inchiesta del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza coordinata dall’allora pm (oggi assessore) Lorenzo Nicastro. L’indagine, che partendo dall’imprenditore Ritella sfiorava i vertici del Partito democratico, aveva portato al sequestro e poi al dissequestro della clinica (che poi aveva ottenuto un nuovo accreditamento, avendo messo le carte posto). Quell’inchiesta non era però mai stata chiusa ed è finita, dopo l’andata di Nicastro, sulla scrivania dei pm Francesco Bretone e Marcello Quercia. Il fascicolo è stato ripreso, incrociato con stralci dell’indagine effettuata dai carabinieri che si erano occupati del senatore Tedesco, aggiornato in alcuni punti. E l’indagine è rinata tanto daraccontare in maniera assai efficace – dicono gli investigatori – il reale intreccio tra politica e macchina amministrativa. Un intreccio che ha permesso a imprenditori privati di arricchirsi alle spalle delle casse regionali e spesso della salute dei cittadini. L’avviso è firmato dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e dai sostituti Desirè Digeronimo e Francesco Bretone, gli stessi che si sono occupati dell’inchiesta sul presidente Vendola. E’ coinvolto anche un luogotenente della Guardia di finanza. Al senatore Tedesco, nella sua precedente qualità di assessore alla sanità della Regione Puglia, la pubblica accusa contesta i reati di abuso d’ufficio, falso e truffa in relazione all’accreditamento della struttura sanitaria ‘Giovanni Paolo II’ della società Kentron; di abuso d’ufficio (assieme al genero Elio Rubino, amministratore di una società della famiglia Tedesco) in relazione ad un “ingiusto vantaggio patrimoniale” procurato alla ‘Cbh-Città di Bari Hospital spa’ chegestisce a Bari le case di cura ‘Mater Dei’, ‘Santa Rita’, ‘La Madonnina’ e ‘Villa Bianca‘. Sono sei in tutto, però, le società che secondo l’accusa hanno beneficiato, senza averne i requisiti, delle procedure amministrative della Regione Puglia per il rilascio di vari provvedimenti autorizzativi sanitari: accreditamento al Servizio sanitario regionale, verifica del fabbisogno del progetto imprenditoriale, autorizzazione a realizzare le strutture, erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, trasferimento della sede e determinazione delle fasce di qualità dei servizi prestati. I provvedimenti regionali hanno provocato danni per milioni di euro alle casse della Regione. Delle sei imprese si parla nell’avviso di conclusione delle indagini notificato oggi dalla Guardia di Finanza a 47 indagati, tra cui – come detto – il senatore Alberto Tedesco (ex Pd ora al gruppo Misto), l’ex senatore Francesco Carella (Verdi-Ulivo dal 1994 al 2006) nella sua qualità di dirigente della sanitàfoggiana, ad imprenditori, dirigenti e funzionari della Regione Puglia. Le società coinvolte sono: la ‘Cbh-Città di Bari Hospital’ di Modugno (Bari), la Kentron di Putignano (Bari), la Spgs srl di Bari, il Gruppo Villa Maria di Lugo (Ravenna), la Gestione e management sanitario (Gms) di Adelfia (Bari) e le Case di Cura Riunite Villa Serena e Nuova San Francesco di Foggia. Tra i dirigenti coinvolti c’è anche Lucia Buonamico, responsabile del settore programmazione e gestione sanitaria della Regione Puglia. Quest’ultima – secondo l’accusa – ha gestito in maniera “clientelare” le procedure amministrative e di autorizzazione all’esercizio e/o di accreditamento al Ssr di alcune sanitarie. Le scelte di Buonamico – secondo la procura – hanno orientato gli impegni di bilancio regionale per la sanità privata in Puglia verso imprenditori amici della dirigente, ai danni del Fondo sanitario regionale. Secondo la Guardia di Finanza, Buonamico (assieme ad altri pubblici ufficiali) era asservitaagli interessi imprenditoriali di alcuni soggetti, in totale spregio dei principi di trasparenza, di buona e corretta amministrazione della cosa pubblica. b.m.  FONTE TUTTI GLI INDAGATI: Lucia Buonamico, 63 anni; Francesco Ritella,38 anni; Alberto Tedesco,62 anni; Mario Morlacco,63 anni, Leonardo Loparco, 65 anni; Francesco Carella,60 anni; Angela Rocco Colonna,42 anni; Michele Conversano,55 anni; Giuseppe Copertini,44 anni; Giovannantonio Daddabbo,65 anni; Salvatore De Giorgi,62 anni; Maria Stella De Giorgi,32 anni; Silvio De Pascale,61 anni; Aurelio Zaccaria Di Taranto,60anni; Pasquale Faccioli, 59anni; Giovanni Iannucci,58 anni; Antonio Mancino,50 anni; Domenico Massaro,56 anni; Luigi Mastronuzzi,57 anni; Riccardo Matera,52 anni; Matteo Murro,62 anni; Domenico My,60 anni; Giovanni My,34 anni; Piernicola Pellegrino,61 anni; Francesco Pollice,57 anni; Roberto Rizzi,48 anni; Pasquale Sanpaolo,64anni; Michele Santamato,37 anni; Fulvia Tamma,61 anni; Paolo Vincenzi,49 anni; Graziano Antonio Pallotta,46 anni; Gioacchino Fanelli,41 anni; Giovanni Colaianni,51 anni; Mario Cappiello,65 anni; Giuseppe Impedovo,60 anni; Giovanni Nardone,66 anni; Giuseppe Carrieri, 41 anni; Francesco Longo,41 anni; Nicola Pansini, 59 anni; Alessadro Calasso, 63 anni; francesco Lippolis,57 anni; Libero Rignanese,67 anni; Bartolomeo Lofano,58 anni; Giovanni D’Alessadro, 60 anni; Paolo Giulio Telesforo, 62 anni; Elio Rubino, 39 anni; Max Paganini, 64 anni