Lombardia

Lombardia Vitalizi: Buffagni (M5S) al preidente del consiglio regionale Cattaneo

By admin

November 16, 2013

Movimento 5 Stelle Lombardia ha scritto una lettera al presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo per sollecitare la pubblicazione sul sito di Regione Lombardia, nell’apposita sezione “Amministrazione trasparente”, dei nominativi di coloro che percepiscono un vitalizio, della data di inizio dell’erogazione e dell’importo e del complessivo ammontare dei contributi versati. “ Per noi – spiega Stefano Buffagni, consigliere M5S Lombardia – è fondamentale che tutti sappiano come viene speso il denaro pubblico. Solo grazie a dati ritenuti ingiustamente riservati, siamo riusciti a denunciare che la Regione spende circa 620 mila euro al mese in vitalizi ad ex consiglieri. Riteniamo che la pubblicazione di quei dati ricada tra gli obblighi di pubblicità e diffusione di informazioni delle pubbliche amministrazioni e che in Lombardia la trasparenza vada rafforzata”. “Siamo certi che il presidente del Consiglio Regionale saprà dare seguito ad una richiesta a costo zero e che contribuirebbe enormemente a spiegare, in parte, come il denaro dei cittadini lombardi viene speso. Un’operazione trasparenza aiuterà di certo anche a ricucire quel patto tra cittadini e istituzioni che i partiti hanno contribuito a disgregare assumendo, anno dopo anno, ingiusti provilegi”, conclude Buffagni.

{googleAds}

{/googleAds} Vitalizi, chi li prende in Italia? L’Italia è il Paese dei paradossi. Mentre in Parlamento si discute delle varie alternative al sistema pensionistico, con tagli e congelamenti, all’interno delle stesse aule c’è chi anche quest’anno può tirare un sospiro di sollievo vedendosi confermata la sua di pensione. Dentro, ma anche fuori le aule del Parlamento, perchè il vitalizio è una garanzia per molti ex parlamentari che hanno portato a termine le loro legislature ma anche di tanti altri onorevoli che, grazie al nuovo sistema contributivo (pro rata) in vigore dal 1° gennaio 2012 hanno il loro assegno di mantenimento seppure non rieletti.

A rivelare i nomi e cognomi di tutti gli onorevoli è un’inchiesta de L’Espresso: un elenco di ben 25 pagine, con gli oltre 2 mila vitalizi che deputati e senatori ricevono alla fine della loro carica. Fino al 2011, per ottenere il vitalizio era necessario aver occupato uno scranno per 5 anni e aver compiuto 65 anni. Requisiti necessari per ricevere una pensione mensile calcolata in base alla quota della propria indennità lorda (8,6%, pari a 1.006,51 euro) versata in previsione del proprio pensionamento. L’importo del vitalizio varia da un minimo del 20 a un massimo del 60% dell’indennità, sempre a seconda dei contributi versati e agli anni di mandato. Somme che vanno dai 2mila ai 6 mila euro che lo Stato elargisce mensilmente anche a parlamentari che non sono stati eletti nelle ultime elezioni ma che comunque hanno il loro personale vitalizio. Questo perchè, con la modifica del regime previdenziale dei deputati voluta da Monti, l’assegno mensile viene calcolato “in base agli effettivi contributi versati durante la vita assicurativa”. Regola valida al 100% per tutti i parlamentari eletti dopo il 1° gennaio 2012, mentre per quelli in carica e quelli successivamente rieletti si applica un sistema pro rata, ovvero si sommano la quota di assegno vitalizio definitivamente maturato al 31 dicembre 2011 e quella corrispondente all’incremento contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. Una pensione che il più delle volte si somma a quella relativa all’originaria professione o professioni dell’onorevole in questione. Tagliarla? Non se ne parla proprio.