Ambiente e salute

Le conseguenze della sedentarietà

By di.ga

June 12, 2015

Il tenore di vita imposto dalla globalizzazione e dall’abbandono dell’attività contadina hanno portato la maggior parte degli esseri umani, specie quelli occidentali dei paesi industrializzati, a essere sedentari, anche in Italia dove si dichiarano sedentari oltre 24 millioni. L’antropologia però ci insegna che i nostri antenati sono stati cacciatori-raccoglitori e questa impronta mal si concilia con un immobilità che, incluse le ore di sonno, si può quantificare in 36 anni della nostra vita. Leggete dunque quali sono i danni della sedentarietà.

La postura Stare seduti in ufficio per circa 9 ore al giorno ha ripercussioni sulla schiena, sul collo, sulle gambe. Lordosi, cifosi, cervicale, mal di schiena sono i mali a cui si va incontro. Per evitare dolori muscolari generalizzati è bene usare una sedia ergonomica che sostenga la schiena, dove i piedi poggiano bene per terra. Cercate di rilassare le spalle per non avere sindromi muscolo-tensive.

La demineralizzazione delle ossa Samantha Cristoforetti dopo 6 mesi nello spazio in assenza di gravità dovrà affrontare un periodo di “riabilitazione” per non incorrere nell’osteoporosi. Per mantenersi in buono stato infatti le ossa hanno bisogno di sostenere il peso corporeo, che stando seduti non viene sfruttato. Il consiglio è quello di fare una camminata la sera o nella pausa pranzo.

Non si utilizzano le risorse di insulina Il nostro pancreas continua a produrre insulina anche se stiamo fermi per darci l’energia che ci serve ma che non utilizziamo. Si corre quindi il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2 ma anche di avere un’iperproduzione di proteina C-reattiva, alla base di infiammazioni e dell’insorgenza dei alcuni tumori.

Si atrofizzano i muscoli Stare fermi incide anche sulla tonicità dei muscoli che non essendo “allenati” diminuiscono la loro massa. L’energia che dovrebbe essere impiegata finisce invece col creare adiposità e bastano anche solo 3 ore di immobilità al giorno per accorciare la vita di circa 2 anni (lo dice uno studio americano su un campione di 167 mila persone). Basterebbe fare le scale, camminare per andare a fare la spesa, portare a spasso il cane o comunque stare in piedi invece che sempre seduti per evitare l’atrofizzazione.

Si aumenta di peso Stando immobili il metabolismo rallenta e non brucia calorie quindi l’aumento di peso è assicurato. Con esso tendono a innalzarsi anche i livelli di colesterolo cattivo (basta un’ora di immobilità) e anche la lipasi si abbassa, che è l’enzima che deve trasformare i grassi in colesterolo buono. Oltre ai problemi di insonnia e digestione ci sono anche quelli cardiovascolari nel medio-lungo periodo.

Problemi cardiovascolari Una volta innescato questo meccanismo a rialzo del colesterolo il rischio di problemi cardiaci è reale. E’ stato stimato che anche solo 4 ore passate sul divano o comunque seduti in ufficio, aumenta il rischio del 125% di possibili eventi cardiaci rispetto a chi ha una certa mobilità, che alza il colesterolo buono (HDL) e ripulisce le arterie.

Creatività penalizzata In base a una serie di conseguenze negative fisiologiche che provoca la sedentarietà, anche il cervello rischia di “appiattirsi” provocando un deficit di creatività. Malumore, irritabilità, sonnolenza e astenia sono i segnali principali. Prendetevi una pausa all’aria aperta perché vi gioverà.

Cattiva circolazione L’immobilità prolungata può provocare edemi agli arti inferiori, con caviglie gonfie, ma anche tromboflebiti e vene varicose. C’è anche il rischio che si formino coaguli che vanno a ostruire il sistema circolatorio.

Ritenzione idrica e apnee notturne I liquidi che si accumulano possono provocare ritenzione idrica ma di notte, quando possono fluire, arrivano a creare problemi respiratori. Si può cadere nella roncopatia (il russare) e nelle apnee notturne (l’interruzione della respirazione anche per alcuni minuti).

Rischio di non autosufficienza L’immobilità può anche portare dai 60 anni in poi ad avere una ridotta mobilità e a non riuscire a fare quelle attività quotidiane come lavarsi, vestirsi, mangiare, salire la scale. Si possono prevenire tutte queste conseguenze nefaste semplicemente con il movimento, che migliora anche l’umore.