Economia

Bce, disoccupazione tocca il 12.2% Meno colpite le donne lavoratrici

By admin

November 18, 2013

Roma – (Adnkronos) 16/11/2013 – L’Istituto di Francoforte: dal 2008 +4,5 punti i senza lavoro, +1 punto tasso partecipazione. L’occupazione femminile meno colpita in Spagna, Grecia e Irlanda. Ciò potrebbe essere spiegato da alcune specificità del mercato del lavoro, come la minore presenza femminile in settori più colpiti dalla crisi (costruzioni e industria manifatturiera) Dal 2008 è cresciuta la disoccupazione nell’area dell’euro ma anche il tasso di partecipazione al mercato del lavoro. Se da un lato sviluppi ciclici come un rallentamento economico e l’associato aumento della disoccupazione possono scoraggiare i lavoratori potenziali dal ricercare un impiego, dall’altro i sostanziali e protratti aggiustamenti reddituali in alcuni paesi dell’area dell’euro possono avere aumentato la necessità di trovare lavoro per sostenere i redditi familiari complessivi.

E’ quanto emerge da uno studio intitolato ‘Andamenti recenti della partecipazione al mercato del lavoro nell’area dell’euro’ pubblicato nel bollettino mensile della Bce di novembre.

Dal 2008, osserva l’Istituto di Francoforte, si sono osservate nette differenze tra l’area dell’euro e gli Stati Uniti in termini dell’effetto esercitato dagli andamenti della partecipazione al mercato del lavoro sui tassi di disoccupazione: negli Usa ”il calo del tasso di partecipazione al mercato del lavoro di 2,6 punti percentuali ha ridotto i tassi di disoccupazione ufficiali” mentre nell’area dell’euro ”il tasso di partecipazione e’ aumentato di 1 punto percentuale nello stesso periodo, con un impatto avverso sui tassi di disoccupazione”.

Infatti, come emerge dai dati dell’Eurostat, la disoccupazione nell’Eurolandia nel frattempo e’ salita dal 7,7% di settembre del 2008 al 12,2% nel settembre del 2013.

Un confronto tra i più recenti tassi di partecipazione e quelli del 2000, rileva la Bce, indica che c’e’ stato un costante aumento della partecipazione nei paesi dell’area dell’euro. L’incremento della partecipazione e’ inoltre continuato nel periodo della crisi iniziato nel 2008 per la maggior parte dei paesi, fatte salve le eccezioni più significative di Irlanda e Portogallo. Inoltre, questo persistente aumento è stato registrato sia in paesi con tassi di partecipazione relativamente bassi rispetto alla media dell’area dell’euro, come Grecia, Belgio e Malta, che in paesi con tassi relativamente elevati, come Germania e Paesi Bassi. Queste analogie nell’evoluzione della partecipazione malgrado situazioni molto diverse nei vari paesi, sottolinea l’Istituto di Francoforte, ”suggeriscono che gli andamenti sono sospinti soprattutto da fattori strutturali”. {googleAds}

{/googleAds} Una tendenza comune a tutti i paesi dell’area dell’euro è la maggiore partecipazione dei lavoratori più anziani e delle donne. Di fatto, la partecipazione femminile ”non solo è aumentata a un ritmo doppio rispetto alla partecipazione totale nel periodo 2000-08, ma ha anche rappresentato la quasi totalità dell’incremento della partecipazione nel mercato del lavoro dell’area dell’euro”. Ciò vale anche per il periodo 2008-2013, durante il quale solo la partecipazione femminile ha apportato un contributo positivo nell’area dell’euro mentre la partecipazione maschile ha dato un contributo positivo, e comunque minore, solo in alcuni paesi. Ciò nondimeno, nell’area dell’euro la partecipazione femminile è ancora significativamente più bassa di quella maschile (66 contro 78%), con la minore discrepanza osservata in Finlandia (4 punti percentuali). E’ pertanto probabile, sottolinea la Bce, ”che la partecipazione femminile continui ad aumentare ancora per qualche tempo”.

Nello stesso modo, rileva ancora la Bce, ”la partecipazione dei lavoratori più anziani è aumentata in tutti i paesi nel periodo 2008-13” probabilmente grazie all’effetto delle passate riforme dei programmi di pensionamento anticipato e dei sistemi pensionistici volte ad accrescere il tasso di occupazione dei lavoratori più anziani. Tali riforme, infatti, ”possono aver ridotto le possibilità di uscita dal mondo del lavoro rispetto alle precedenti crisi”. Solo a Cipro non c’e’ stata pressoché alcuna variazione della partecipazione dei lavoratori più anziani. Nel complesso, rileva l’Istituto di Francoforte, sebbene possano esserci degli effetti di reddito connessi alla maggiore partecipazione delle fasce dei lavoratori più anziani e delle donne durante la crisi (entrata o permanenza nel mercato del lavoro a causa di potenziali perdite di pensione o con l’intenzione di sostituire il reddito familiare perso), ”questi effetti non sono chiaramente distinguibili dagli andamenti tendenziali”. Anziani e donne sono anche i due gruppi meno esposti a un calo dell’occupazione.

L’occupazione femminile, infatti, ha risentito significativamente meno anche in paesi duramente colpiti come Spagna, Grecia e Irlanda. Ciò potrebbe essere spiegato da alcune specificità del mercato del lavoro, come la minore presenza femminile in settori più colpiti dalla crisi (costruzioni e industria manifatturiera).

Per quanto riguarda l’occupazione dei lavoratori più anziani durante la crisi, è possibile che questi possiedano competenze specifiche per le imprese in cui lavorano che non sono facilmente sostituibili. Tuttavia, i lavoratori più anziani possono anche avere più elevata protezione dell’impiego