Ambiente e salute

Gli Omega 3 che fanno bene alla salute

By di.ga

August 13, 2015

Alcun li conoscono ancora oggi a chiamarli ‘olio di pesce’, altri invece ne esaltano le proprietà benefiche: in un modo o nell’altro gli Omega3 non passano inosservati. Già perché questi preziosissimi acidi grassi, presenti in grandi quantità nel pesce e nei crostacei, sono un toccasana per l’organismo, e non a caso tantissimi prodotti sugli scaffali dei supermercati di recente vengono ‘fortificati’ proprio con degli Omega3.

La loro importanza è ben nota a tantissime persone che curano la propria alimentazione, pur non mangiando a sufficienza alimenti nei quali gli Omega3 sono presenti in natura. In casi come questo il ricorso agli integratori potrebbe essere la soluzione migliore, ma è sempre bene fare attenzione e scegliere prodotti di alta qualità, il che non significa per forza dover spendere un patrimonio: sul portale online www.gluosamine.com ad esempio esistono integratori di Omega 3 ad ottimi prezzi.

Gli acidi grassi Omega 3 sono ideali per il buon funzionamento del cervello, per il rafforzamento del sistema immunitario e per scongiurare problemi cardiaci. Tuttavia, proprio una recente ricerca pubblicata sul Journal of the American Medical Association Evangelos Rizos mette in luce come quest’ultimo aspetto possa per lo meno risultare opinabile. Lo studio interessa il confronto di ben venti ricerche differenti che hanno preso in esame oltre 70,000 pazienti, e quello svolto dai ricercatori si è rivelato un passo molto importante, come confermano le parole di Andrea Poli, direttore del Centro Studi dell’Alimentazione Nutrition Foundation of Italy: “

“Le metanalisi sono strumenti utili, a patto di essere condotte senza paragonare studi troppo dissimili o servirsi di “trucchi” statistici – ha chiarito Poli -. In questo caso ad esempio in metà degli studi inclusi nella revisione sono stati utilizzati dosaggi di omega-3 troppo bassi rispetto a quelli che hanno dimostrato un effetto protettivo sul cuore: sappiamo che per ridurre il rischio di aritmie serve almeno un grammo di omega-3 al giorno, qui in gran parte dei casi si sono usate dosi inferiori. Inoltre mediamente i pazienti sono stati seguiti per un paio di anni, ma per valutare effetti su infarti, ictus o mortalità diversa dalla morte improvvisa occorrerebbe protrarre l’osservazione per almeno quattro o cinque anni; infine, in realtà, a ben guardare, i dati vanno tutti nella direzione di una riduzione del rischio grazie agli omega-3”

Gli omega-3, ha aggiunto Roberto Marchioli del Laboratorio di Epidemiologia Clinica delle Malattie Cardiovascolari del Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro in Svizzera: “per quanto sappiamo dalle ricerche precedenti, oltre a ridurre le aritmie diminuiscono la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, aumentando la capacità di contrazione del cuore. L’effetto positivo quindi c’è, ma il beneficio oggettivo dipende dalle caratteristiche cliniche dei pazienti a cui vengono dati”. Insomma, nessun falso allarme o passo indietro: gli Omega3 continuano ad essere dei preziosi nutrienti per l’organismo, sebbene risulti difficile testarne l’efficacia su soggetti che non presenta problemi cardiovascolari specifici.