Cronaca

llva, «Reati commessi prima del decreto»: Gnudi e Bondi indagati

By admin

September 05, 2015

Enrico Bondi

04/09/2015 – «I reati contestati ai quattro dirigenti dell’Ilva potrebbero risalire ad un periodo antecedente al decreto che assicurerebbe loro il salvacondotto penale». Lo dichiara il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio che con gli altri magistrati del «pool reati ambientali» ha firmato la richiesta di proroga delle indagini a carico dell’attuale amministratore dello stabilimento, Piero Gnudi e del suo predecessore, Enrico Bondi e assieme al direttore dello stabilimento Ruggiero Cola e al suo predecessore Antonio Lupoli. L’inchiesta L’inchiesta riguarda la gestione della discarica interna all’Ilva, la «Mater Gratiae», partita da un esposto presentato dal gruppo ambientalista del «Fondo antidiossina» di Taranto. A ricordarlo è l’ambientalista Fabio Matacchiera, leader della onlus e autore del dossier corredato di foto e video che documenterebbero il presunto stoccaggio illegale di rifiuti nell’area in questione. L’ipotesi di reato per i quattro manager indagati è quella di getto pericoloso di cose e di violazioni del testo unico sull’Ambiente, in relazione alla gestione dei rifiuti e delle discariche. Il sostegno ai magistrati

Sostegno ai magistrati viene invece espresso dal presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti. «Mentre Fabio Riva è nel carcere di Taranto in attesa dell’inizio del processo – scrive l’ambientalista – , la magistratura continua ancora mettere sotto indagine la gestione, stavolta statale, dell’impianto siderurgico Ilva e del suo funzionamento, dimostrando che sono diverse e numerose ipotesi di reato che concernono la gestione attuale della fabbrica, il suo ciclo di produzione e lo smaltimento dei rifiuti». L’azienda, da parte sua, riferisce che «in Ilva non sono rimasti sorpresi dall’indagine e guardano con la massima fiducia alla valutazione seria e approfondita che faranno i magistrati».  FONTE

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