Ambiente e salute

Condannato per l’omicidio Marta Russo, assunto a Roma con la Buona Scuola di Renzi

By admin

September 09, 2015

Roma 08/09/2015 – Scattone ottiene una cattedra Insegnerà psicologia alle superiori. Giovanni Scattone professore, la rabbia della mamma di Marta Russo: “Ha ucciso mia figlia, non può educare”. Ci sono volute quattro ore di fila in un afoso pomeriggio di fine agosto, ma alla fine il professor Giovanni Scattone ha potuto scegliere la «sua» scuola. Dalla settimana prossima insegnerà Psicologia ai ragazzi dell’Istituto professionale Luigi Einaudi di Roma. Non che la sua presenza sia passata del tutto inosservata ai colleghi in coda come lui per ottenere l’agognata cattedra: più di qualcuno, anzi, si è detto sorpreso di trovarselo davanti. Ma tant’è. Dopo due processi d’appello e un ricorso in Cassazione, Scattone ha scontato la pena per l’omicidio colposo della giovane Marta Russo, uccisa da un proiettile partito dalla facoltà di giurisprudenza della Sapienza il 9 maggio del 1997. La Suprema Corte ha stabilito a suo tempo di non applicare la pena accessoria di interdizione all’insegnamento e, dunque, saldati i conti con la giustizia, l’ex assistente di filosofia del diritto – che si è sempre dichiarato innocente nonostante la condanna subita – ha potuto superare il concorso a cattedra del 2012, classificandosi decimo nell’Ufficio Scolastico del Lazio. Dunque, fra i professori che sono entrati in ruolo in questa prima tornata di assunzioni della Buona Scuola, c’è anche lui. Potrà insegnare le materie legate alla classe A36, quella che prevede, oltre a Storia della filosofia, anche Psicologia e Scienze dell’educazione. Quale sarà il grado di accoglienza delle famiglie, degli studenti e dei colleghi della scuola scelta si vedrà solo con la prossima riapertura delle aule. Già nel 2011 si era tornati a parlare del suo caso, dopo che Scattone aveva accettato una supplenza in Storia e filosofia al Liceo Cavour di Roma, lo stesso dove aveva studiato Marta Russo. Abbandonato quell’incarico, sulla scia delle polemiche, il quarantasettenne Scattone ha poi continuato negli ultimi anni a insegnare in diverse scuole della Capitale. Fino all’attesa immissione in ruolo a partire da questo anno scolastico, secondo i criteri stabiliti dalla Buona Scuola. Certo è che non tutti i professori in fila come lui, il 26 agosto, per la scelta della sede l’hanno presa bene. «A più di 50 anni e dopo un’interminabile attesa nelle graduatorie a esaurimento devo ricominciare tutto da capo, come in un perverso gioco dell’oca», racconta C.I., una delle prof neo assunte anche lei nella classe A36. «Ma che io debba andare tutte le mattine a insegnare fuori Roma perché sorpassata da Giovanni Scattone, lo trovo un paradosso, che stride con l’idea della buona scuola che ci era stata promessa e con la mia identità di cittadina e docente da sempre obbediente alle leggi». Non è solo una questione personale: «Per me – dice ancora la professoressa – ha il sapore di una beffa sapere che sarà proprio lui, condannato per l’omicidio colposo di una ragazza, a insegnare ai ragazzi la psicologia, cioè il meccanismo delle emozioni e dell’emotività». Ma le carte del professor Scattone sono tutte in regola.Roma – Ci sono volute quattro ore di fila in un afoso pomeriggio di fine agosto, ma alla fine il professor Giovanni Scattone ha potuto scegliere la «sua» scuola. Dalla settimana prossima insegnerà Psicologia ai ragazzi dell’Istituto professionale Luigi Einaudi di Roma. Non che la sua presenza sia passata del tutto inosservata ai colleghi in coda come lui per ottenere l’agognata cattedra: più di qualcuno, anzi, si è detto sorpreso di trovarselo davanti. Ma tant’è. Dopo due processi d’appello e un ricorso in Cassazione, Scattone ha scontato la pena per l’omicidio colposo della giovane Marta Russo, uccisa da un proiettile partito dalla facoltà di giurisprudenza della Sapienza il 9 maggio del 1997. La Suprema Corte ha stabilito a suo tempo di non applicare la pena accessoria di interdizione all’insegnamento e, dunque, saldati i conti con la giustizia, l’ex assistente di filosofia del diritto – che si è sempre dichiarato innocente nonostante la condanna subita – ha potuto superare il concorso a cattedra del 2012, classificandosi decimo nell’Ufficio Scolastico del Lazio. Dunque, fra i professori che sono entrati in ruolo in questa prima tornata di assunzioni della Buona Scuola, c’è anche lui. Potrà insegnare le materie legate alla classe A36, quella che prevede, oltre a Storia della filosofia, anche Psicologia e Scienze dell’educazione. Quale sarà il grado di accoglienza delle famiglie, degli studenti e dei colleghi della scuola scelta si vedrà solo con la prossima riapertura delle aule. Già nel 2011 si era tornati a parlare del suo caso, dopo che Scattone aveva accettato una supplenza in Storia e filosofia al Liceo Cavour di Roma, lo stesso dove aveva studiato Marta Russo. Abbandonato quell’incarico, sulla scia delle polemiche, il quarantasettenne Scattone ha poi continuato negli ultimi anni a insegnare in diverse scuole della Capitale. Fino all’attesa immissione in ruolo a partire da questo anno scolastico, secondo i criteri stabiliti dalla Buona Scuola. Certo è che non tutti i professori in fila come lui, il 26 agosto, per la scelta della sede l’hanno presa bene. «A più di 50 anni e dopo un’interminabile attesa nelle graduatorie a esaurimento devo ricominciare tutto da capo, come in un perverso gioco dell’oca», racconta C.I., una delle prof neo assunte anche lei nella classe A36. «Ma che io debba andare tutte le mattine a insegnare fuori Roma perché sorpassata da Giovanni Scattone, lo trovo un paradosso, che stride con l’idea della buona scuola che ci era stata promessa e con la mia identità di cittadina e docente da sempre obbediente alle leggi». Non è solo una questione personale: «Per me – dice ancora la professoressa – ha il sapore di una beffa sapere che sarà proprio lui, condannato per l’omicidio colposo di una ragazza, a insegnare ai ragazzi la psicologia, cioè il meccanismo delle emozioni e dell’emotività». Ma le carte del professor Scattone sono tutte in regola. FONTE

10/09/2015 – Scattone rinuncia alla cattedra: “Non sono più sereno”. La madre di Marta Russo: “Fatta giustizia” Il docente condannato per l’omicidio di Marta Russo avrebbe dovuto insegnare all’Einaudi di Roma. Già in passato il clamore mediatico e le polemiche lo costrinsero a dimettersi dalla supplenza nel liceo che aveva frequentato la studentessa. Aureliana Russo: “Prova di buonsenso” “Con grande dolore ed amarezza – dice Scattone, assistito dall’avvocato Giancarlo Viglione – ho preso atto delle polemiche che hanno accompagnato la mia stabilizzazione nella scuola con conseguente insegnamento nell’oramai imminente anno scolastico. Il dolore e l’amarezza risiedono nel constatare che, di fatto, mi si vuole impedire di avere una vita da cittadino ‘normale'”.

“La mia innocenza, sempre gridata – aggiunge – è pari al rispetto nei confronti del dolore della famiglia Russo. Ho rispettato, pur non condividendola, la sentenza di condanna. Quella stessa sentenza mi consentiva, tuttavia, di insegnare. Ed allora sarebbe stato da Paese civile rispettare la sentenza nella sua interezza”.

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