Ambiente e salute

“Le tre Torri distrutte da cariche esplosive”: Architetti & Ingegneri sconvolgono gli USA

By admin

November 10, 2015

Sono 2363 i professionisti americani che chiedono al Congresso una nuova indagine indipendente dal Governo e dalla politica

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25/1o/2015 – Le Torri del World Trade Center di New York non sarebbero state distrutte dall’impatto di due aerei di linea, bensì da un’operazione di demolizione controllata condotta con esplosivi militari a base di nano-termite. A muovere questa pesantissima accusa, che mette in una nuova e drammatica luce l’attentato dell’11 Settembre 2001, è l’associazione americana non profit Architects & Engineers for 9/11 Truth (Architetti & Ingegneri per la verità sull’11 Settembre), costituita dai 2.363 architetti e ingegneri statunitensi che hanno firmato una petizione indirizzata al Congresso degli Stati Uniti per riaprire una vera investigazione indipendente sulla distruzione del World Trade Center. A tale scopo, questi professionisti hanno appena realizzato una pubblicazione di 56 pagine intitolata Beyond Misinformation, What Science Says About the Destruction of World Trade Center Buildings 1,2 and 7 (Oltre la Disinformazione, Ciò che la Scienza Dice Circa la Distruzione dei Palazzi 1,2 e 7 del World Trade Center), inviata a oltre 20 mila professionisti, professori, legislatori e giornalisti. L’autore del dossier è Ted Walter, direttore del settore Strategia e Sviluppo dell’associazione Architetti & Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre, che ha preparato l’opera insieme ad un Comitato composto da Sarah Chaplin, architetto e consulente di Sviluppo Urbano, ex rettore della Scuola di Architettura e Paesaggio dell’Università di Kingston, a Londra; Dr. Mohibullah Durrani, professore di Ingegneria e Fisica presso il Montgomery College del Maryland, USA; Richard Gage, fondatore e direttore generale dell’Associazione Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre; Dr. Robert Korol, professore emerito di Ingegneria Civile presso l’Università McMaster dell’Ontario; Dr. Graeme MacQueen, professore emerito di Studi Religiosi e di Studi di Pace presso l’Università McMaster dell’Ontario; Roberto McCoy, architetto; Dr. Oswald Rendon-Herrero, professore emerito di Ingegneria Civile e Ambientale presso l’Università Statale del Mississippi.

Premesso che il NIST riuscì ad ottenere 236 pezzi dell’acciaio del WTC, il risultato delle sue analisi è sempre stato in aperta polemica con i sostenitori della demolizione controllata. In tutti i modi il NIST ha provato a ribattere alla pioggia di critiche di chi portava prove e fatti a dimostrazione che le tre Torri siano state intenzionalmente distrutte con esplosivi. Il problema è che, in realtà, non ci sono prove a supporto della teoria che gli incendi abbiano fatto crollare edifici a struttura metallica come quelli. Il NIST ha provato anche a costruire modelli digitali per dimostrare le proprie tesi, ma sono sempre mancate le prove scientifiche per poter affermare senza possibilità di dubbio che, in effetti, siano proprio stati gli incendi ad abbattere quei giganti della moderna edilizia e ad uccidere quasi tremila persone. L’unica possibilità per accertare la verità resta dunque quella di una nuova indagine parlamentare, libera dal controllo governativo e dalla supervisione politica. Intanto, gli Architetti & Ingegneri per la verità sull’11 Settembre hanno presentato un esposto internazionale affinché l’AIA Convention 2016 appoggi una nuova indagine su quanto accadde quel giorno a New York. Di certo anche l’attuale governo degli USA non ha alcun interesse a mettere in piazza eventuali responsabilità governative sull’11 Settembre. L’americano medio non può e non vuole accettare l’idea che il proprio governo sia implicato in un atto criminale di quelle proporzioni. Che fine farebbe la fiducia degli americani verso le proprie istituzioni? Dunque, al momento, tutto resta vago e indefinito. L’unica cosa certa è che le 2974 vittime degli attentati al WTC di New York (2999 se si calcolano anche quelle morte in seguito) restano sempre in attesa di giustizia. Se il tempo sarà galantuomo, prima o poi i colpevoli di questa immane strage avranno un nome e un cognome, additati al pubblico disprezzo dall’umanità intera.

di Rino di Stefano CONTINUA SU FONTE 

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