Ambiente e salute

Non è una bufala: Uno dei sistemi di comunicazione più preoccupanti usati dall’ISIS, è la PS4.

By admin

November 17, 2015

16/11/2015 – PlayStation 4 è la console di riferimento per milioni di giocatori in tutto il mondo e, stando alle nuove rivelazioni del primo ministro belga è anche uno dei canali di comunicazione più diffusi fra i militanti europei dell’ISIS.

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Al risveglio dalla notte degli attacchi terroristici di Parigi Jan Jambon ha avvisato della crescente popolarità della console di Sony fra le reti del terrore, che usano la PS4 per comunicare e probabilmente anche pianificare gli attacchi a venire. “Quello che mi tiene sveglio la notte è il ragazzo dietro al suo computer in attesa di messaggi provenienti dallo Stato Islamico ed altri predicatori dell’odio”, ha dichiarato Jambon al settimanale Bulletin di Bruxelles. “La comunicazione più difficile [da individuare e decifrare] fra questi terroristi è via PlayStation 4”, ha poi specificato. “È molto, troppo difficile per i nostri servizi, sia belga che internazionali, decifrare le comunicazioni effettuate con la console. La PlayStation 4 è più difficile da monitorare anche rispetto a WhatsApp”.

Dopo la serie di attentati di venerdì scorso, di cui l’ISIS ha rivendicato la responsabilità, le autorità belga hanno effettuato alcune indagini e ricerche per stanare la rete di esecutori, verificando fra di essi l’uso di “almeno una” PlayStation 4 per comunicare con le altre reti sparse per il mondo. Ci sono molti modi con cui i terroristi possono comunicare sfruttando il dispositivo di Sony.

Gli utenti PS4 possono infatti comunicare attraverso il servizio di gioco PlayStation Network, usare anche servizi di comunicazione vocale oppure addirittura attraverso videogiochi specifici. È chiaro che un giocatore che parla di bombe o atti violenti all’interno di un videogioco sul tema non può destare sospetti, ed è chiaro anche che monitorare tutti i giocatori che utilizzano certi termini diventa un’impresa enorme, impossibile da attuare senza indagini più approfondite e capillari.

Un giocatore che parla di bombe o atti violenti all’interno di un videogioco sul tema non desta sospetti Del resto non è una storia nuova. Documenti del 2013 divulgati da Snowden all’interno dello scandalo NSA parlavano dell’importanza della sorveglianza anche all’interno di videogiochi come World of Warcraft e Second Life, che dispongono di varie tecnologie di comunicazione evolute. La paura era la stessa che oggi ha il primo ministro belga, ovvero che i terroristi possano usare i mondi virtuali sfruttando il loro gergo per comunicare segretamente.

Ma PS4 è più difficile da monitorare se comparata ad un telefono cellulare o un computer tradizionale. Gli utenti possono mandare messaggi anche senza parlare o scrivere messaggi usando sistemi estremamente elaborati: pensate ad esempio i fori che lasciano i proiettili sui muri dei livelli di Call of Duty o su qualsiasi altro shooter. Scrivere un messaggio, una destinazione o delle coordinate diventa subito facilissimo, e il messaggio scompare definitivamente dopo pochi istanti.

Non è comunque chiaro se i militanti che hanno partecipato all’ignobile massacro di venerdì scorso abbiano effettivamente usato il sistema di comunicazione della console di Sony, con il primo ministro belga che comunque ha lanciato l’allarme in attesa di strumenti ancora più validi per la raccolta dei dati ed informazioni per far sì che si possano prevenire attentati così gravi, eclatanti, ma soprattutto ben organizzati. di NINO GRASSO

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