Ambiente e salute

Ignazio La Russa: rischia il processo per peculato: “Usava la carta per viaggi e regali”

By admin

November 18, 2015

17/11/2015 – La cifra è modesta, 38mila euro in tutto, circa 5mila all’anno: ma su quella somma utilizzata dal gruppo di An alla Camera dal 2004 al 2010 per lo svolgimento dell’attività politica la Procura di Roma vuol comunque vederci chiaro.

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Nulla a che vedere con le “rimborsopoli” regionali su cui indagano altre Procura, ma l’inchiesta per peculato a carico di Ignazio La Russa è al bivio: archiviazione o rinvio a giudizio. Il diretto interessato è sereno, anzi, quasi offeso per le accuse, visto che da sempre si considera “un maniaco della trasparenza”. «Quella carta di credito non era nel mio portafoglio, l’ha usata il gruppo in base alle esigenze. Spero che tutto venga archiviato in fretta, ma sono ovviamente colpito e molto rattristato dal solo fatto di dover rendere pubbliche giustificazioni sulla correttezza del mio operato, che in quarant’anni di attività politica e professionale non è mai stato sfiorato da alcun sospetto di questo genere e che ha sempre messo l’onestà in cima ai requisiti necessari per l’impegno politico».

La Russa: «Solo regali del gruppo e spese per fare politica»

La Procura di Roma contesta a La Russa l’acquisto di oggetti in negozi di bigiotteria, soggiorni in albergo e perfino due abbonamenti a Sky stipulati quando era alla guida del gruppo di An alla Camera, ma Ignazio La Russa, attualmente parlamentare di Fratelli d’Italia, spiega che “quei regali di alta bigiotteria contestati saranno sicuramente riferibili ai regali per qualche matrimonio dei parlamentari, io stesso, quando mi sono sposato, nel 1997, sono stato destinatario di un regalo dal gruppo, so che ci sono un paio di negozi dai quali, storicamente, ci si rivolgeva”, ha spiegato al Fatto Quotidiano. E anche sui contratti per la tv satellitare la spiegazione è semplice: furono installati negli uffici a disposizione dei parlamentari. Il deputato sottolinea poi che «per le mie spese personali, la mia segreteria ha sempre avuto la disponibilità di un fondo spese che alimentavo con soldi miei». «A riprova – aggiunge – basterà verificare che nessuna operazione nei sette anni di vita della carta è riferita alla mia persona. Ad esempio, nessun ristorante o spese personali di alcun genere. Al contrario, come con i precedenti capigruppo, solo spese prevalentemente on-line per necessità del gruppo, correttamente disposte dagli uffici utilizzando la carta in questione proprio per ragione di trasparenza». «Confidando nella giustizia – conclude La Russa – sono convinto che appena sarà possibile documentare tali circostanze, l’Autorità giudiziaria potrà prontamente procedere all’archiviazione». FONTE

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