Ambiente e salute

Giannini: l’ora di Otium può diventare materia scolastica?

By admin

November 26, 2015

25/11/2015 – A parlarne sarebbe un appunto del ministro Giannini presentato a Bruxelles. Ah, e un editoriale di Gramellini su LaStampa.it. Poi più niente, e l’ora di otium a scuola rimane mistero.

 

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La notizia che Renzi finanzierà le spese culturali dei diciottenni rischia di oscurare ingiustamente l’ultima iniziativa del suo ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, contenuta in un documento ufficiale che non lascia adito a dubbi: «È necessario creare all’interno dei programmi e dei curricoli un’ora di “otium”, di pensiero dedicata al dialogo e alla sociabilità civile; non un insegnamento trasmissivo e prescrittivo di valori astratti, ma un’ora di libertà europea dell’ascolto e della cittadinanza che dalla discussione delle convinzioni trovi le ragioni di un dialogo».

Un parlar chiaro che lo intenderebbe ognuno, per dirla con Manzoni, che nella tomba si starà esibendo in un paio di tuffi carpiati. L’unica parola che ho capito è «otium». E in effetti se c’è una cosa di cui avrebbero bisogno i ragazzi di oggi, strizzati tra mille impegni come dei manager in carriera, sarebbe un momento della giornata destinato al dolce far nulla. Ma la decrittazione del testo sanscrito-ministeriale sembra escludere che il governo intenda offrire ai giovani europei una tregua. Li vuole concentrati sulla sociabilità. Che cosa sia la sociabilità, nessuno lo sa. Però è una di quelle formule perentorie che zittiscono l’interlocutore. C’è forse qualcuno che osa dirsi contrario alla sociabilità, all’ascolto, alla cittadinanza o – e qui la voce sale di tono e vibra di sdegno – al dialogo? Qualora poi a scuola, tra una sociabilità e l’altra, si trovasse anche il modo di insegnare a scrivere in un italiano concreto e comprensibile, se ne gioverebbe l’Europa intera o almeno la prosa dei futuri ministri dell’Istruzione. FONTE

Il mstero dell’ora dell’otium. Un bel dolce far nulla che potrebbe, non solo essere concesso in classe, ma diventare una vera e propria materia. A parlarne è un appunto che il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha presentato a Bruxelles. Poi più niente, secondo quanto riportato da Skuola.net il web tace. E il mistero sull’ora di otium si infittisce. UN’ORA PER PENSARE Che poi non si tratta proprio di ozio è un’altra faccenda. Infatti, secondo quanto sembrerebbe riportare questo misterioso appunto della Giannini: “È necessario creare all’interno dei programmi e dei curricoli un’ora di ‘otium’, di pensiero dedicata al dialogo e alla sociabilità civile; non un insegnamento trasmissivo e prescrittivo di valori astratti, ma un’ora di libertà europea dell’ascolto e della cittadinanza che dalla discussione delle convinzioni trovi le ragioni di un dialogo”. LA RIVINCITA DELL’ORA NEGATA Insomma, non un’ora per poltrire e fare quello che più piace ai ragazzi, ma un’ora per pensare e parlare. 60 minuti tutti dedicati alla “sociabilità civile”, che tradotto dal linguaggio ministeriale a quello dei comuni mortali vuol dire dell’insieme di elementi, dei gruppi e delle loro relazioni all’interno della società. Sembrerebbe un po’ un momento utile a capire quello che accade ogni giorno intorno a noi. Un’ora che spesso gli insegnanti negano ai loro studenti a causa del tempo fin troppo perfettamente scandito dai programmi didattici. E che ora, salvo precisazioni e smentite al riguardo, potrebbe persino diventare materia curricolare.

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