Cronaca

Ultimissima: Terremoto a Sanremo, tremano alti funzionari e dirigenti TV per tangenti

By admin

December 14, 2015

14/12/2015 – Notizia di poco fa di l’Espresso. Finisce in carcere David Biancifiori, l’imprenditore che si era accaparrato l’appalto da 400mila euro per le luci dell’edizione 2013 del Festival. Un vorticoso giro di fatture false per schermare illecite operazioni fiscali. Un sistema che in meno di cinque anni avrebbe evaso imposte per oltre 50 milioni.

 

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Per pagare le tangenti serve denaro e per ottenerlo David Biancifiori, imprenditore attivo nel settore dei servizi televisivi, avrebbe messo in piedi un sistema per realizzare fondi neri e scaricarne il costo sull’erario. Finisce così in carcere lo Scarface capace di accaparrarsi l’appalto da 400mila euro per le luci dell’edizione 2013 di Sanremo, quello per l’assistenza e la manutenzione delle tecnologie audio-video della presidenza del Consiglio sotto il governo di Silvio Berlusconi e forniture di impianti audio e regie mobili, in cambio, secondo le accuse, di pianoforti, biglietti aerei, vacanze in resort a cinque stelle e assunzione di parenti e amici di funzionari Rai, La7, Mediaset e Infront (la società advisor della Lega di serie A per i diritti televisivi ndr).

Gli uomini del nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, guidati dal colonnello Cosimo Di Gesù, hanno fatto luce sul vorticoso giro di fatture false del ‘sistema’ Biancifiori, un sistema in cui i contanti per le tangenti sarebbero stati alimentati con le sovrafatturazioni e le società del gruppo utilizzate come cartiere per schermare illecite operazioni fiscali.

Con fatture emesse a fronte di operazioni inesistenti e persino l’occultamento delle scritture contabili per tentare di impedire l’accertamento dei reati, il sodalizio criminale capeggiato da Biancifiori in meno di cinque anni avrebbe evaso imposte per oltre 50 milioni.

Un fiume di contanti buono per corrompere “pubblici ufficiali appartenenti alle forze dell’ordine, quelli incaricati di pubblico servizio in Rai e ottenere favori da dirigenti di società televisive private”, scrivono gli inquirenti. E così società senza dipendenti e mezzi, intestate a prestanome, emettevano fatture per prestazioni inesistenti esclusivamente nei confronti della Di.Bi. Technology di Biancifiori. Quando poi le fatture emesse dalle ‘cartiere’ del gruppo non bastavano, ecco arrivare in soccorso quelle di compiacenti aziende dedite alle competizioni di rally.

Del resto è sufficiente stipulare contratti di sponsorizzazione del tutto antieconomici, che il ritorno d’immagine non serve, quel che conta è l’effetto ‘lavatrice’. E così, secondo l’accusa, le società di Biancifori si accordano per erogare ingenti somme a Vomero Racing, New Vomero Racing, Sponsport, Brokerage and Agency Services, salvo poi farsele restituire in contanti. “Loro si tenevano l’IVA più mi sembra il 15 per cento”, dichiara il fratello di Biancifiori al pm Paolo Ielo della Procura di Roma, “il resto veniva riportato indietro”, in comode buste portate a domicilio “dal pilota di rally Francesco Laganà alla guida di una BMW serie 3”. Una restituzione cash che ammonterebbe a oltre 2 milioni di euro.

E poi ci sono i documenti contabili che spariscono in circostanze misteriose, come è accaduto per la Di and Di Lighting and Truck. La società tra il 2005 e il 2011 quadruplica il volume d’affari, passando da 4 milioni a oltre 22, poi, nel dicembre 2011, viene affidata a Giancarlo Bianconi fino alla sua liquidazione e cancellazione dal registro delle imprese, avvenuta nel 2014.

Bianconi uno che “pur detenendo quote del capitale sociale di 24 società, ricoprendo cariche societarie in 18 ed essendo avente causa in dieci compravendite di azioni per 148mila euro, non ha mai effettuato versamenti di imposta e dal 2012 risulta percepire esclusivamente redditi da pensione per circa 5mila”. In compenso possiede ben 15 auto. Quando lo scorso 17 giungo gli uomini della Finanza fanno una serie di perquisizioni, a casa di Giuliano Palci (arrestato oggi ndr), alter ego di David Biancifiori, trovano all’interno di una valigetta una busta ‘ Da Giancarlo (Bianconi ndr) all’attenzione del rag. Giuliano (Palci ndr)’.

All’interno una nota dell’Agenzia delle Entrate, datata 7 ottobre 2014, in cui veniva chiesto a Bianconi di presentare la documentazione contabile per una verifica fiscale. Ma nella busta compare anche la copia di una denuncia, presentata proprio da Bianconi. L’oggetto della denuncia? Il furto di tutta la documentazione contabile della società dal 2001 al 2011 avvenuta proprio due giorni dopo la richiesta della verifica fiscale. Per gli investigatori la dichiarazione sarebbe mendace e Bianconi un prestanome di David Biancifiori.

Il ‘sistema’ Biancifiori del resto sarebbe riuscito persino ad ovviare al problema delle verifiche fiscali grazie al compiacente militare della Guardia di Finanza Pietro Triberio (arrestato oggi ndr). Un uomo capace di miracoli finanziari, tanto che nel suo conto in banca finiscono oltre 360mila euro, tutti prontamente versati in contanti.

Peccato percepisse solo redditi da lavoro dipendente regolarmente accreditati tramite bonifico. E ora che si è scoperta la modalità con cui Biancifiori trovava le risorse per pagare le tangenti, trema il mondo dei funzionari e dirigenti tv. In ballo ci sono ancora ad esempio le 37 relazioni che riportano gli esiti degli audit fatti dalla Rai negli ultimi anni per appalti e acquisti da centinaia di milioni. Contratti pieni di irregolarità che l’azienda di Stato, prima del blitz delle Fiamme Gialle e dell’arrivo del nuovo dg Antonio Campo dall’Orto, non aveva mai trasmesso alla Procura. FONTE

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