Ambiente e salute

Pier Luigi Boschi è stato “scudato”?

By admin

December 20, 2015

20/12/2015 – Negli ultimi giorni diversi giornali, commentatori e politici hanno detto che il governo ha approvato una norma per proteggere Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi ed ex amministratore di Banca Etruria, uno dei quattro istituti su cui il governo è intervenuto negli ultimi mesi.

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La norma discussa è molto complicata e diversi commentatori ne hanno dato interpretazioni diverse. Alcuni hanno sostenuto ad esempio che la norma impedisce qualunque tipo di azione penale e civile contro gli ex amministratori della banca: in altre parole che il governo ha “scudato” il padre della Boschi, come si dice in gergo giornalistico. Dello “scudo” si è cominciato a parlare questa settimana, quando alcuni giornalisti hanno notato il contenuto di uno degli articoli del cosiddetto “decreto salva banche”, quello che ha messo in moto la procedura che ha portato al “salvataggio” dei quattro istituti finanziari: si tratta di un elemento nuovo nel dibattito sull’eventuale conflitto di interessi del ministro Boschi, che non era ancora emerso quando il dibattito è cominciato, due settimane fa. Chiariamo subito che il governo non ha approvato alcun tipo di scudo “totale” contro azioni penali o civili. Alcuni degli ex amministratori di Banca Etruria sono già indagati, secondo il Corriere della Sera, e nulla toglie che in futuro potrebbe esserlo anche Pier Luigi Boschi. Non c’è alcuno scudo nemmeno contro le singole cause civili che potrebbero essere intentate contro Boschi e gli altri ex amministratori della banca, come ha ricordato un comunicato stampa del ministero dell’Economia.

Riccardo Puglisi, professore associato di Economia all’Università di Pavia e responsabile economico del partito Italia Unica, ha riassunto così la situazione:

Tabella su azione responsabilità vs. vecchi amministratori #BanchePopolari. Il governo Renzi aveva scelta? #boschi pic.twitter.com/bzmjOQMGYj

— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) 14 Dicembre 2015

 

La terza e la quarta colonna mostrano cosa dice la legge italiana a proposito della responsabilità degli amministratori in caso la società si trovi in amministrazione straordinaria, oppure in liquidazione. Nella seconda colonna si vede il testo del decreto salva banche. Lo schema mostra chiaramente qual è l’unico vero punto in cui sembra che il governo abbia usato un certo grado di discrezionalità. Adottando per la prima volta un provvedimento sulla “risoluzione”, il governo poteva decidere a quale delle due fattispecie ispirarsi. Come mostra la sottolineatura in rosso, il governo ha preferito assimilare la risoluzione alla liquidazione, attribuendo ai commissari non solo l’azione di responsabilità da parte degli soci, come nella disciplina dell’amministrazione straordinaria, ma anche quella dei creditori.

Riassumendo: gli ex amministratori delle quattro banche possono essere perseguiti penalmente, mentre creditori e azionisti possono rivalersi su di loro in un tribunale civile. Azioni collettive contro di loro, in nome di azionisti e creditori, potranno comunque essere intraprese, ma solo se lo decideranno i commissari straordinari, che hanno cinque anni di tempo per decidere se farlo. Approfondisci su FONTE

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