Ambiente e salute

Perquisita sede centrale di Banca Etruria e 14 perquisizioni in società che hanno ricevuto fidi non restituiti

By admin

January 09, 2016

 08/01/2016 – I finanzieri del Nucleo di polizia valutaria di Arezzo hanno eseguito una serie di perquisizioni nelle sedi di 14 società che hanno ricevuto finanziamenti da Banca Etruria, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria . Il blitz degli uomini delle Fiamme Gialle di Arezzo è scattato nei confronti di società riconducibili all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, e all’ex consigliere Luciano Nataloni.Le società destinatarie delle perquisizioni operano nei settori più diversi, dalle costruzioni di edifici alla compravendita di beni. Nell’ambito delle operazioni condotte questa mattina dalla Guardia di Finanza è stata perquisita anche la sede centrale di Banca Etruria, in via Calamandrei, ad Arezzo. Nella sede della banca sarebbero stati acquisiti verbali delle riunioni presiedute proprio da Rosi. Gli inquirenti vogliono accertare, attraverso i verbali, la regolarità delle sedute del cda dell’istituto di credito nelle quali furono decisi gli affidamenti alle società oggetto delle 14 perquisizioni di oggi da parte delle fiamme gialle.

Tre i filoni dell’inchiesta 

Sono tre i filoni di inchiesta aperti dalla Procura di Arezzo sul dissesto finanziario di Banca Etruria. I pm coordinati dal procuratore capo, Roberto Rossi, indagano sul reato di ostacolo alla vigilanza da parte degli ex vertici (fascicolo aperto nel marzo 2014 dopo la relazione degli ispettori di Bankitalia), su presunte false fatturazioni e sull’«omessa comunicazione» al Cda del conflitto di interessi in relazione ai fidi concessi dall’istituto di credito a società riconducibili ad alcuni amministratori.

Perquisizioni per fidi non restituiti

Le 14 società dove si sono svolte le perrquisizioni sono risultate «assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi». Le informazioni raccolte, ha reso noto la procura, «saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca».

Interessate società in Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna 

Le perquisizioni hanno interessato società che si trovano in Toscana, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna. Sono stati acquisiti documenti e materiale utile a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca e rientra nel filone di inchiesta relativo all’eventuale conflitto di interesse sui finanziamenti concessi.

Rosi e Nataloni sarebbero indagati per «omessa comunicazione del conflitto di interesse» 

Rosi e Nataloni sono indagati dalla procura di Arezzo per «omessa comunicazione del conflitto di interessi». In pratica non hanno reso noto al Cda che autorizzò la concessione dei fidi di avere un ruolo all’interno delle aziende. Il loro comportamento, per la procura, è aggravato in quanto quei finanziamenti hanno generato perdite per 18 milioni di euro. Come afferma il Corriere.it che questa mattina ha anticipato la notizia, tra le aziende sottoposte a perquisizione, alcune sono specializzate nella costruzione e la gestione degli outlet, nuova attività di Rosi con la sua Egnatia Shopping Mall. Uno dei soci di questa azienda è la Castelnuovese mentre il socio di riferimento è la Nikila Invest, a sua volta titolare di una quota del 40% nella Party srl: socio è Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, mentre la madre Laura Bovoli è amministratore unico. – Il Sole 24 Ore

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