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Max evasione fiscale: gioco sporco nel calcio tra Presidenti, Procuratori, dirigenti e calciatori

By admin

January 26, 2016

26/01/2016 – Inchiesta sul calcio italiano: 64 dirigenti, giocatori e procuratori indagati per fatture false ed evasione fiscale. INDAGATI l’ex presidente della Juventus Jean Claude Blanc, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, Adriano Galliani, Claudio Lotito, Alessandro Moggi e alcuni calciatori tra cui Ezequiel Lavezzi. Terremoto giudiziario nel mondo del calcio. Perquisizioni e sequestri per i reati di evasione fiscale e false fatturazioni, per ordine della Procura di Napoli. Gli indagati sono 64 tra cui l’ex presidente della Juventus Jean Claude Blanc, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, il dirigente del Milan Adriano Galliani, il presidente della Lazio Claudio Lotito l’agente di calciatori Alessandro Moggi e alcuni calciatori, tra cui Ezequeil Lavezzi. Le indagini della Finanza sono condotte dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai pm Stefano Capuano, Vincenzo Ranieri e Danilo De Simone.

La Procura napoletana ipotizza un “meccanismo fraudolelento architettato per sottrarre materiale imponibile alle casse dello Stato” nella compravendita dei calciatori. I fatti si riferiscono al periodo compreso tra il 2009 e il 2013. I procuratori degli atleti, sostengono gli inquirenti, “provvedevano a fatturare in maniera fittizia alle sole società calcistiche le proprie prestazioni, simulando che l’opera intermediazione fosse resa nell’interesse esclusivo dei club, mentre di fatto venivano tutelati gli interessi degli atleti assistiti dagli agenti medesimi”.

LE RAPINE. L’inchiesta della Procura era partita a seguito delle indagini sulle rapine commesse ai danni di alcuni calciatori del Napoli e dall’intercettazione di una telefonata in cui Lavezzi, parlando con il suo procuratore, Alejandro Mazzoni, sembrava fare riferimento all’apertura di un conto corrente bancario in Svizzera a favore di Chavez, altro atleta argentino, Chavez. Mazzoni replicava affermando che il conto, già aperto con la Hsbc, era stato chiuso e che si stava muovendo per aprirne un altro. Da qui, la finanza aveva avviato una serie di accertamenti sugli aspetti economico finanziari dei contratti dei calciatori della scuderia Mazzoni

I NOMI. Il sequestro è stato disposto, per importi di alcune migliaia di euro ciascuno, nei confronti di otto procuratori sportivi: Alessandro Moggi, Marco Sommella, Vincenzo Leonardi, Riccardo Calleri, Umberto Calaiò, Adrian Leonardo Rodriguez, Fernand Osvaldo Hidalgo, Inev Alejandro Mazzoni, Edoardo Luis Rossetto. Trentasette dirigenti societari: Antonio e Luca Percassi, Claudio Garzelli, Giorgio Perinetti, Luigi Corioni, Gianluca Nani, Sergio Gasparin, Pietro Lo Monaco, Igor Campedelli, Maurizio Zamparini, Rino Foschi, Daniele Sebastiani, Andrea Della Valle, Pantaleo Corvino, Alessandro Zarbano, Enrico Preziosi, Luciano Cafaro, Jean Claude Blanc, Alessio Secco, Claudio Lotito, Marco Moschini, Renato Cipollini, Aldo Spinelli, Adriano Galliani, Aurelio De Laurentiis, Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi (a suo tempo indagato per concorso in bancarotta fraudolenta nell’inchiesta sul fallimento del Parma Fc) Pasquale Foti, Edoardo Garrone, Umberto Marino, Massimo Mezzaroma, Roberto Zanzi, Giovanni Lombardi Stronati, Francesco Zanotti, Sergio Cassingena, Dario Cassingena, Massimo Masolo. E diciassette calciatori: Gustavo Gerrman Denis, Juan Ferbando Quintero Paniaugua, Adrian Mutu, Ciro Immobile, Matteo Paro, Hernan Crespo, Pasquale Foggia, Antonio Nocerino, Marek Jankoulovsky, Cristian Gabriel Chavez, Ignacio Fideleff, Ivan Ezequiel Lavezzi, Gabriel Paletta, Emanuele Calaiò, Cristian Molinaro, Pabon Rios, Diego Miliyo.

Contestualmente al decreto di sequestro, i pm hanno anche firmato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Rispetto all’elenco dei destinatari del decreto di sequestro firmato dal giudice Luisa Toscano, l’avviso non coinvolge Andrea Della Valle e sei calciatori: si tratta di Emanuele Calaiò, Ciro Immobile, Marek Jankulovsky, Pasquale Foggia, Christian Molinaro, Matteo Paro. Nei loro confronti si profila l’archiviazione del fascicolo in quanto, successivamente al deposito del decreto di sequestro, ma prima della sua emissione, la legge ha modificato le soglie di punibilità di questo genere di reati. A questi indagati pertanto il decreto di sequestro non sarà notificato.

LE SOCIETÀ. Le società potevano dedurre le spese dal debito imponibile, ottenendo anche la detrazione dell’Iva. In parole povere, rileva la Procura, “l’importo pagato dal club costituiva un reddito da imputare effettivamente al calciatore e di conseguenza la società ometteva il pagamento delle ritenute fiscali e previdenziali”.

Le presunte violazioni riguardano 35 società di A e B. Il sequestro è scattato nei confronti di 12 indagati per un importo complessivo di 12 milioni di euro. Contestualmente, il pm ha chiuso le indagini per 64 persone. Tutti gli indagati potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi del procedimento. Il decreto di sequestro potrà essere impugnato dalla difesa davanti al tribunale del Riesame.

LAVEZZI E CHAVEZ. L’inchiesta che ha portato ai provvedimenti di oggi nasce con la Guardia di Finanza che nel 2012 nelle sedi del Napoli e della Figc acquisisce i contratti di Ezequiel Lavezzi, ceduto dal Napoli al Psg, e del quasi sconosciuto attaccante argentino Cristian Chavez. Partendo da quella attività, nove mesi dopo, i finanzieri si sono presentati nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire ulteriore documentazione.

IL “FRINGE BENEFIT”. Gli investigatori parlarono di un “fenomeno generalizzato” nel calcio italiano, vale a dire la “progressiva ed esasperata” lievitazione degli oneri relativi agli ingaggi dei calciatori. E questo, era l’ipotesi investigativa, avrebbe fatto sì che nel tempo si determinasse una situazione di squilibrio gestionale sul piano economico-finanziario che potrebbe aver spinto le società a compiere una serie di illeciti fiscali. L’attenzione della procura e della Gdf si è concentrata su diversi aspetti della gestione dei club: dalla ricostruzione dei rapporti tra società, procuratori e calciatori alle modalità di trasferimento di questi ultimi; dall’esame dei contratti alle modalità d’inserimento nei bilanci dei giocatori; dalle operazioni di compravendita e rinnovo alla gestione dei diritti d’immagine e dei diritti televisivi; dall’attività di scouting ai compensi per i calciatori qualificati come “fringe benefit”.

LE PERQUISIZIONI. Nell’ambito dell’inchiesta sono state eseguite una serie di perquisizione presso le abitazioni e altri luoghi da loro frequentati da calciatori e i loro rispettivi procuratori coinvolti nell’indagine. Lo scopo del blitz delle fiamme gialle – si legge in una nota del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli – è rinvenire eventuale documentazione bancaria e contrattualistica inerente ai fatti illeciti contestati ossia condotte fraudolente finalizzate a evadere il fisco.

Sequestri da parte del nucleo di polizia tributaria della Gdf sono in corso anche a Bologna. L’inchiesta coinvolge l’attuale ds del Bologna Calcio, Pantaleo Corvino, ma per vicende precedenti al suo arrivo in Emilia. La società rossoblu non è toccata dai provvedimenti in esecuzione.

IL NAPOLI. “No comment” è la posizione del Napoli in merito all’inchiesta “Fuorigioco” della procura di Napoli. Il capo della comunicazione del club di De Laurentiis ha spiegato che la società “non commenta le inchieste in corso”.

IL MILAN: “INFONDATA”. Anche il Milan ha commentato l’inchiesta: “La vicenda è assolutamente marginale e non fondata, troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione”.

LA LAZIO: “A LOTITO NON RISULTA INDAGINE”. “Ho parlato con Lotito, non ha ricevuto nessun atto dal quale risulta che è indagato. Nessun avviso di garanzia, niente. Ha saputo tutto dalle notizie di oggi”. Così l’avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile. “Se è indagato? La procura non se lo sarà inventato, ma ad oggi Lotito non ha avuto nessuna notifica di alcun atto. Non abbiamo nessun segnale di alcun tipo, se ci fosse stata una perquisizione Lotito me lo avrebbe detto”.

IL TESORETTO. Secondo gli investigatori, ci sarebbe un tesoro milionario di alcuni calciatori occultato nelle banche in Svizzera. L’inchiesta “madre” era infatti sulle diverse rapine commesse ai danni di calciatori del Napoli; da una conversazione tra il calciatore Ezequiel Lavezzi e il suo procuratore Alejandro Mazzoni, il 20 gennaio 2012, si capì che c’era qualcosa da approfondire. Il suo procuratore riferiva a Lavezzi alcune informazioni che lo stesso aveva chiesto sull’apertura di un conto corrente bancario in Svizzera in favore di un altro calciatore argentino, Cristian Chavez. Mazzoni, anche lui indagato, dice al “Pocho” che il conto estero, già esistente con la Hsbc, era stato chiuso e che si stava adoperando per aprirne un altro con l’Istituto Farakin. L’ascolto di questa conversazione spinge gli investigatori a effettuare alcuni riscontri sugli aspetti economici dei contratti partendo proprio da quello di Lavezzi. In particolare sul trasferimento del “Pocho” a Paris Saint Germain, la polizia giudiziaria avrebbe accertato evasioni fiscali record; sarebbe stata emessa infatti una falsa fattura da Alessandro Moggi, la numero 18, per un valore di oltre due milioni e mezzo di euro in favore di Lavezzi, in cui attestava esecuzioni di prestazioni rese dal suo agente Mazzoni, pari a circa un milione e 600 mila euro. In tal mondo Lavezzi poteva evadere il Fisco italiano dichiarando il lavoro del suo agente in Francia dove avrebbe pagato di meno e favoriva Mazzoni che avrebbe guadagnato a nero il suo compenso.

TAVECCHIO. “Ho letto quello che avete letto voi e non posso fare commenti su cose che non conosco”. Il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio commenta così, da Potenza, dove sta partecipando all’inaugurazione della nuova sede del comitato regionale lucano, gli sviluppi dell’inchiesta “Fuorigioco” della Procura di Napoli. – FONTE LA REPUBBLICA