Ambiente e salute

Anche i cinesi perdono la pazienza: Legano e picchiano un ladro marocchino

By admin

January 26, 2016

PRATO 26/01/2016 – Giovane marocchino legato a una recinzione e picchiato da un gruppo di orientali. La comunità pensa a un servizio di vigilanza privata contro rapine e aggressioni. Presto una grande manifestazione.

PRATO. I cinesi di Prato sembrano aver esaurito quella che proverbialmente gli viene riconosciuta come una delle loro maggiori virtù: la pazienza. In altre parole, sono stufi di essere rapinati e chiedono protezione, altrimenti passeranno alla giustizia sommaria. I segnali sono molteplici e vanno tutti nella stessa direzione.

Alle 19 di mercoledì 20 gennaio c’è stata la prova generale. La scena a cui hanno assistito numerosi testimoni cinesi e italiani in via Tazzoli, tra via Filzi e via Pistoiese, è la seguente: un giovane marocchino viene legato con fascette di plastica a una recinzione e pestato prima da tre orientali, ai quali se ne aggiungono altri, in totale una decina, prima di essere lasciato andare pieno di lividi e contusioni, che poi in ospedale verranno giudicate guaribili in 15 giorni. Il pestato, sentito dalla polizia, dice che si è trovato a passare di lì ed è stato aggredito senza un particolare motivo. Sembra invece più verosimile che qualcosa abbia fatto, magari uno dei tanti tentativi di scippo o di borseggio ai danni di un orientale. Probabilmente non lo sapremo mai. Proprio quel giorno, mercoledì, il Tirreno pubblicava un servizio sul fatto che i cinesi stavano pensando di organizzare ronde per difendersi dalle aggressioni. Per la polizia potrebbe essere una semplice coincidenza. Ma i segnali, come detto, sono molteplici.

Sabato 16 c’era stato l’affollato sit in organizzato dall’associazione Città del Cervo Bianco nella piazzetta dell’Immaginario, via Pistoiese, dove circa 200 cinesi hanno manifestato chiedendo più sicurezza per la loro comunità. Una data da ricordare, perché è stata forse la prima volta che i cinesi sono usciti allo scoperto in così tanti su questo tema. Un’emergenza confermata 48 ore più tardi, nel pomeriggio di lunedì 18, quando una donna orientale è rimasta a terra in un lago di sangue dopo uno scippo in via IV Novembre. Ed è stato quel giorno che si è cominciato a parlare di ronde cinesi, un’eventualità non esclusa dall’attore Yang Shi , che ha anche lanciato una campagna di solidarietà con Ai Ping , la donna scippata.

Venerdì si è fatto un altro passo in questa direzione. Alla scuola cinese di via Busoni si sono dati appuntamento i rappresentanti di alcune associazioni orientali, tra cui l’Associazione di amicizia dei cinesi, l’Associazione del commercio, quella del Fujan, Associna, i buddisti. Si è parlato della costituzione di un centro servizi per aiutare le vittime delle aggressioni, di chiedere aiuto al Comune per aumentare la sicurezza e infine di promuovere servizi di vigilanza privata a pagamento per contrastare furti, scippi e rapine.

La guerra non dichiarata, ma in atto, è tra i cinesi e i banditi di strada nordafricani. C’è stato un tempo in cui alla “caccia al cinese” partecipavano volentieri giovani e giovanissimi italiani, tra San Paolo e Porta Pistoiese, attirati dai soldi facili, ma ora le aggressioni agli orientali sono quasi esclusivo appannaggio dei giovani maghrebini. Ecco perché un marocchino che si trovi a passare da via Filzi, specie di sera, non è visto di buon occhio. «Noi del Cervo Bianco siamo contrari ai vigilanti privati – dice però Stefano Jiang, portavoce dell’associazione – Noi crediamo che sia meglio fidarsi e collaborare con le forze dell’ordine, altrimenti questo diventa un campo di battaglia. Al Comune abbiamo proposto di installare alcune telecamere nei luoghi “sensibili”. Sono convinto che sarebbe già questo un passo avanti. E poi serve cambiare le leggi. Non è più possibile vedere rapinatori arrestati e liberati nel giro di poche ore, com’è accaduto nel caso di quella ragazza in piazza Mercatale».

«Devo dire che la situazione non è né migliorata né peggiorata – aggiunge Jiang – La differenza è che ora certe cose si dicono. Noi abbiamo offerto un interprete gratuito ai nostri connazionali che vogliono denunciare un’aggressione. Una piccola cosa che può essere d’aiuto. Perché va anche detto che non più di uno su dieci o uno su venti denuncia le aggressioni».

Presto una manifestazione. Presto a Prato potrebbe tenersi una grande manifestazione della comunità cinese sul tema della sicurezza, contro le aggressioni. Giusto ieri, 25 gennaio, il portavoce dell’associazione Città del Cervo Bianco, Stefano Jiang, è andato in Questura a chiedere un parere sulle modalità. L’idea è di fare una manifestazione tra gli ultimi giorni di gennaio e i primi di febbraio, alla quale potrebbero partecipare dai duemila ai tremila cinesi. Difficile che possa essere autorizzata in via Filzi o in via Pistoiese, perché bloccherebbe la circolazione. Dopo il sit in del 16 gennaio, sarebbe la prima forma di protesta organizzata in grande stile dalla comunità cinese a Prato. Un altro passo verso un nuovo protagonismo di una comunità che finora è stata spesso silente. (FONTE)

CONTINUA A LEGGERE

Sguici anche sulla nostra pagina FB: Facebook  Se vuoi, puoi inviarci video, notizie o semplicemente scriverci attraverso un messaggio sulla nostra pagina Facebook, gli articoli saranno pubblicati solamente dopo poche  ore dal tuo invio!  Se ti è piaciuto l’articolo riportato, condividilo o lascia un commento, e facci sapere cosa ne pensi!  Continuate a navigare nel sito, attraverso le varie categorie o gli articoli correlati.