Democrazia diretta

Truffa Inps, condannato Abaterusso consigliere regionale del Pd

By admin

January 27, 2016

25/01/2016 LECCEDiciotto mesi per una frode da 200mila euro, con lui condannato alla stessa pena il figlio Gabriele, attuale vicesindaco di Patù. Il M5S: dimissioni e Emiliano dica la sua. Un anno e sei mesi di reclusione per truffa continuata in concorso col figlio ai danni dell’Inps. La pena è stata inflitta al consigliere regionale pugliese del Pd Ernesto Abaterusso. Il giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Pia Verderosa, ha condannato alla stessa pena il figlio del politico, Gabriele, attuale vicesindaco di Patù. Pena sospesa per entrambi. Le contestazioni I fatti contestati fanno riferimento al periodo compreso tra il 2005 e il 2008 e riguardano l’attività imprenditoriale degli imputati, amministratori del calzaturificio Vereto a Marciano di Leuca. Il giudice ha riconosciuto la truffa all’Inps per oltre 200mila euro (rispetto ai 500mila euro inizialmente contestati dall’accusa) e di avere usufruito delle erogazioni Inps per mobilità e cassa integrazione, anche per periodi nei quali i lavoratori avevano prestato la loro opera lavorativa. Il pm Antonio Paladini aveva chiesto l’assoluzione. I grillini: «Ora dimissioni. Emiliano si pronunci» Gli otto consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Rosa Barone, Gianluca Bozzetti, Cristian Casili, Mario Conca, Grazia Di Bari, Marco Galante, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi, chiedono allo stesso Abaterusso e a al presidente Emiliano che appartiene allo stesso partito, di trarre le conseguenze politiche della condanna. «Abbiamo atteso fino all’esito del processo, ora di fronte ad una sentenza di condanna chiediamo con forza le dimissioni del consigliere Abaterusso dal Consiglio regionale. Non solo: aspettiamo anche di conoscere i provvedimenti che prenderanno i vertici del Partito Democratico così come auspichiamo che anche il presidente Michele Emiliano, tra l’altro segretario regionale del PD, che in diverse occasioni ha ricordato il suo passato da magistrato antimafia, la pensi come noi e chieda ad Abaterusso di fare un passo indietro. Ormai non si contano più gli indagati e i condannati all’interno del Partito Democratico. Chi è raggiunto da condanne simili non può amministrare la cosa pubblica e chi continua a permettergli di farlo è altrettanto colpevole». –  di Angela Balenzano

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