Cronaca

Altro che Quarto, Bisceglie, è la capitale del trasformismo: l’intera giunta di destra trasloca tutta in casa Pd

By admin

January 27, 2016

27/01/2016 – È qui che il trasformismo in ogni sua sfumatura ha infiltrato il nuovo partito di Matteo Renzi. Sindaco e giunta (di centrodestra), dipendenti e consiglieri del Comune, un esercito di politici, clientele, che arrivano dal centrodestra si sono iscritte in blocco al Pd: 363 persone, una cifra senza precedenti da quelle parti. Paolo Ruggeri è uno che in passato ebbe pure qualche problema con la giustizia. A telefono minimizza: “Ma no, ma no… Problemi con la giustizia? Una cosa che può succedere a tutti una rissa a un incrocio. Sono sceso dalla macchina… Una rissa”. Ora, dopo aver ricoperto la carica di assessore in una giunta di centrodestra, conferma che si è iscritto al Pd: “Renzi governa bene, guarda al futuro. Perché chi viene dal centrodestra non si può iscrivere al Pd? Qui tutti insieme, sette assessori, abbiamo deciso di andare nel Pd, il partito della Nazione di Renzi. Pure il sindaco si è iscritto”.

Il sindaco è Francesco Spina, un campione dei cambi di casacca: Ccd, Forza Italia, Udc è stato anche coordinatore locale della lista “La Puglia Prima di tutto” ai tempi in cui fu candidata Patrizia D’Addario, la escort del primo sexgate di Berlusconi, che squarciò il velo del silenzio sul filone pugliese “bunga bunga”. Francesco Spina contro il Pd (che è all’opposizione) diventa sindaco di Bisceglie e, in quota centrodestra, presidente della Provincia Bat. Il suo metodo è infallibile: numero di liste più alto d’Italia a suo sostegno, attività di promotion senza confini, come quando si è inventato un premio Sarnelli, dedicato a un vescovo di epoca barocca. È stata l’occasione per distribuire la statuetta del premio a politici, funzionari dello Stato. Addirittura una statuetta è arrivata anche in Vaticano a Papa Francesco. Nella lettera di accompagnamento a Sua Santità in cui venivano spiegate le ragioni del premio compare la firma di Spina, con tanto di ossequiosi e religiosi saluti. Un’altra arrivò alla segreteria generale del Quirinale, con la consegna del premio a Donato Marra.

Poi l’ennesimo accordo trasformistico, il “patto” alle regionali con Michele Emiliano, che in quel momento riempì le liste a suo sostegno di indagati e riciclati vari. Spina da sindaco e presidente della provincia di centrodestra, diventa coordinatore delle liste di Emiliano nella stessa provincia. L’attuale governatore presentò l’operazione in grande stile, facendosi fotografare assieme a Spina davanti a una foto con Berlinguer e Moro: “Sarei un pasticcione – disse in modo solenne – soltanto perché ritento la strada del compromesso storico, nel solco della storia di questo territorio, e questa volta con buone probabilità di successo?”.

L’altro giorno, quando Emiliano è stato informato dello scandalo tessere che sta esplodendo, è sbottato: “Vabbè, ma un conto è qualche decina di tessere. Che sta combinando Spina? Fatemi capire bene”. L’HuffPost è entrato in possesso del documento che attesta un tesseramento gonfiato, online. Ben 363 richieste, il record degli ultimi anni. Ci sono il sindaco, il vicesindaco, tutti gli assessori e tutti i consiglieri di maggioranza (tranne uno), di comprovata fede di destra, Ma ci sono anche praticamente tutti i dirigenti comunali e il grosso dei dipendenti, più quelli della società Camassa Rifiuti che lavora per il comune. La cosa strana di questa folgorazione sulla via del partito della Nazione sono i “pacchetti”, accomunati dallo stesso numero di cellulare: 38 nominativi a un 339…., 16 nominativi a un 328…, eccetera. Nell’elenco compare un neo iscritto in libertà vigilata, uno che qualche anno fa era detenuto e uno in attesa di giudizio. È la macchina del trasformismo che ha iniziato a girare a pieno ritmo da quando Spina si sente a casa, nel Pd che non ha più confini. L’operazione tesseramento è l’ultimo tassello di un accordo “romano” che il sindaco ha chiuso attraverso l’area renziana, all’insaputa di Emiliano completamente estraneo alla vicenda. Della manovra partito della Nazione è parte integrante il sodalizio d’acciaio che Spina ha stretto con Francesco Amoruso, l’ex coordinatore regionale di An, poi Pdl, ora passato armi e bagagli con Verdini.

Ricapitolando. Il Pd, quello prima del tesseramento gonfiato, è all’opposizione. Il Pd con riciclati al governo. In mezzo un comune un po’ trascurato con tanto di inchiesta della Corte dei conti per debiti fuori bilancio. Almeno stavolta nessuno ha citato Enrico Berlinguer e il compromesso storico. FONTE CONTINUA A LEGGERE

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