Ambiente e salute

Si è risolta in tragedia la scomparsa al Cairo del ricercatore friulano Giulio Regeni:

By admin

February 05, 2016

05/02/2016Ipotesi affermano, che le cause della sua morte sono da ricercare sicuramente al suo impegno di lavoro. Cominciano a emergere particolari sugli ultimi minuti in cui Regeni è stato visto vivo. Giuseppe Acconcia, collaboratore del Manifesto con il quale collaborava anche Regeni, ha raccontato a Radio Popolare che il ricercatore aveva preferito non firmare gli articoli perché “aveva paura per la sua incolumità”. “Giulio si occupava soprattutto di movimenti operai e di sindacalismo indipendente”, ha raccontato Acconcia, dunque era in contatto con esponenti dell’opposizione egiziana.

“Il Governo italiano ha richiesto alle autorità egiziane il massimo impegno per l’accertamento della verità e dello svolgimento dei fatti, anche con l’avvio immediato di un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani”, ha fatto sapere la Farnesina.

L’esito tragico della vicenda del giovane di Fiumicello, il secondo studioso italiano morto in modo cruento all’estero dopo Valeria Solesin, uccisa al Bataclan a Parigi dai terroristi dell’Is, ha causato la sospensione di una missione di una sessantina di aziende italiane in corso al Cairo e guidata dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi. L’annuncio è stato fatto nell’ambasciata italiana. Proprio al ministro Guidi, in un incontro riservato avuto in mattinata, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aveva assicurato la propria “personale attenzione” al caso di Regeni.

Finora non c’è nessuna ipotesi ufficiale sulla matrice del delitto di cui è stato vittima il dottorando di Cambridge che, da settembre, abitava in un appartamento del Cairo per scrivere una tesi sull’economia egiziana presso l’American University. A far temere il peggio erano state martedì scorso fonti del Cairo che avevano escluso l’ipotesi della scomparsa del ragazzo per un errore dei servizi di sicurezza egiziani. Si pensava che il ragazzo potesse essere incappato in una retata durante una manifestazione antiregime svoltasi proprio il giorno della scomparsa. Ipotesi smentita con forza dai servizi di sicurezza egiziani.

Resta dunque in piedi l’ipotesi di un rapimento: a sfondo economico, in caso di criminalità comune; o “politico”, qualora fossero entrati in azione estremisti islamici (l’Isis è attivo soprattutto in una frazione settentrionale della penisola del Sinai ma gli vengono attribuite rivendicazioni di attentati al Cairo). Per non azzardare conclusioni affrettate, una fonte della sicurezza locale aveva sostenuto che la scomparsa sarebbe potuta essere legata a non meglio precisati “motivi personali”. Visto il luogo del ritrovamento del cadavere è verosimile, ma siamo nel campo delle possibilità, ipotizzare anche l’esito di una rapina andata male.

Scarne le informazioni sugli ultimi minuti, poco prima delle 20 di quel lunedì, in cui Regeni era sicuramente vivo, come riportato da alcune fonti: il giovane stava andando a trovare amici per un compleanno (circostanza confermata da un suo amico, Omar Aassad). Si stava spostando a piedi tra il quartiere di El Dokki, sulla sponda sinistra del Nilo, e il centro che è su quella destra, diretto dalla stazione della metropolitana di Bohoot a quella di Bab Al Louq, circa 5 km in linea d’aria più a ovest, nei pressi di piazza Tahrir. “Siamo sgomenti”, ha affermato la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commentando l'”evento tragico, che – ha detto – abbiamo sperato con forza non avesse l’esito che ha avuto”. FONTE CONTINUA A LEGGERE

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