Ambiente e salute

Seviziata con cavi elettrici e antenna TV: da far impallidire anche il miglior regista di film horror

By admin

February 16, 2016

FOGGIA 16/02/2016 – Un incubo lungo tre anni per una ragazza a Carapelle. Una storia di violenza inaudita nella quale la vittima viene picchiata con cavi elettrici, antenne del televisore, pugni e schiaffi. A Carapelle i carabinieri della compagnia di Foggia hanno arrestato tre macedoni per torture, sevizie e maltrattamenti vari a scapito di una loro connazionale. Si tratta del marito (20enne) e dei suoceri della vittima di 40 e 36 anni. Il 23 gennaio scorso una pattuglia di carabinieri è intervenuta in un bar della zona dove era stata segnalata la presenza di una ragazza in evidente stato di agitazione che piangeva e chiedeva aiuto. La vittima, coetanea del marito violentatore, ha trovato il coraggio di raccontare tutto ai militari, svelando tre anni infernali vissuti in un appartamento di via De Curtis, nella zona centrale di Carapelle, dove conviveva assieme ai suoi carnefici.

Gli arrestati le impedivano persino di comunicare con i suoi familiari, soprattutto con la sorella residente in Germania. Pare non ci fosse un motivo scatenante ma solo la volontà di controllare la ragazza e sottrarle buona parte del denaro ricavato dalla sua attività di bracciante agricola. Nel frattempo le avevano anche sequestrato il telefono cellulare. In diverse occasioni il marito l’aveva colpita alle mani e alla testa con una bottiglia fino a farla sanguinare tanto da riportare ancora le cicatrici. In più la rinchiudeva spesso tra le mura domestiche senza possibilità di scappare né di comunicare con persone all’esterno.

Nell’ultima aggressione il marito, dopo averle inferto un pugno allo stomaco e averla trascinata in camera da letto, la costringeva a spogliarsi e dopo averla legata faccia in giù con dei cavi elettrici, la picchiava alla schiena infliggendole dei colpi con l’antenna del televisore e altri cavi elettrici recuperati. Un’ora di sevizie, fino all’arrivo dei suoceri. In seguito il marito la faceva rivestire per poi chiuderla in casa privandola anche dei documenti personali. Ma approfittando di un momento di distrazione, la donna era riuscita a fuggire trovando riparo nel bar dove i carabinieri hanno potuto soccorrerla. Intanto gli indagati, a seguito della fuga della ragazza, hanno iniziato a cercarla provando a contattarla telefonicamente, denunciandone anche la scomparsa. I carabinieri sono riusciti a riscontrare il racconto della vittima grazie al rinvenimento degli attrezzi usati per le sevizie e alcune testimonianze, raccogliendo gravi indizi di colpevolezza a carico di Tereza Arif (classe ’76), Dzubrijel Isenovski (classe ’79) – suoceri della vittima – e Demir Isenovski (classe ’96), marito della ragazza. Tutti e tre sono finiti nel carcere di Foggia. FONTE

 

 

 

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