Ambiente e salute

Frittura mista a Casavatore (NA): Indagati il Sindaco e i suoi avversari politici

By admin

March 02, 2016

02/03/2016 – A Casavatore la camorra fu “bipartisan”. Appoggiò sia il sindaco che l’avversario. Lo afferma la Dda di Napoli: le elezioni comunali del giugno 2015 furono il teatro di una guerra intestina al clan Ferone, una fazione degli Amato-Pagano, gli Scissionisti. Le indagini dicono che il candidato Pd, Salvatore Silvestri, fece campagna tramite una persona sottoposta alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale perché ritenuto vicino ai Ferone. Costui stazionò stabilmente davanti al comitato elettorale Silvestri, e quando non era lì si prodigava a cercare voti nel quartiere di Corso Europa. Le indagini dicono anche che l’avversaria Udc, Lorenza Orefice, si avvalse invece di altri tre personaggi dalle maniere forti, uno dei quali nipote del boss Ernesto Ferone. L’ombra dei clan sul voto, quindici avvisi di conclusione delle indagini preliminari per voto di scambio, aggravato per tredici persone dalla componente mafiosa. C’è anche il sindaco Lorenza Orefice, e il suo sfidante al ballottaggio, Salvatore Silvestri, attuale consigliere comunale del Pd. Tutti coinvolti, vincitori e vinti, in una bufera che ora potrebbe indurre il Prefetto a nominare una commissione d’accesso al Comune. Secondo la Direzione distrettuale antimafia i rappresentanti politici locali, del centrodestra e del centrosinistra, alle elezioni amministrative di maggio 2015 promettevano beni ed altre utilità ma erano anche pronti a passare a minacce o veri e propri atti di violenza se non riuscivano a convincere gli elettori a votarli. Un metodo aggravato dalla componente mafiosa, per il coinvolgimento nella vicenda di esponenti del clan Amato-Pagano.

Tra gli indagati, oltre al sindaco e al suo diretto avversario, anche altre figure di primo piano del Palazzo di piazza Gaspare Di Nocera, il comandante dei vigili urbani, Antonio Piricelli, e il maresciallo della polizia locale, Vincenzo Orefice. Per entrambi, però, il magistrato ha escluso la matrice mafiosa. Non così per tutti gli altri, tra cui i consiglieri comunali Ciro Minichini e Salvatore Pollice (entrambi sostenitori di Silvestri e ora in minoranza nell’assise cittadina) e Giuseppe Pranzile, (maggioranza). Coinvolti, inoltre, gli aspiranti consiglieri che avevano svolto la campagna elettorale per il candidato sindaco Salvatore Silvestri ma che sono risultati non eletti, Ciro Rossi, Barbara Cozzolino e Mauro Ramaglia e Paolo Spinuso che aveva sostenuto, ma solo al ballottaggio, Lorenza Orefice.Tra i destinatari dell’avviso anche Massimo Minichini, fratello di Ciro; Nadia Sarnataro, moglie di Ramaglia; Giuseppe Pellegrino, operaio addetto all’affissione di manifesti elettorali per conto di una società privata; Salvatore Ferone, nipote di un capoclan locale. L’inchiesta si abbatte come un fulmine su un Comune che già esce da una fase difficile dopo le dimissioni dell’ex sindaco Salvatore Sannino (Pd), in carica fino a dicembre 2014 prima delle dimissioni di 9 consiglieri comunali e una successiva brutta disavventura personale, collegata al mandato politico del primo cittadino, che lo portò addirittura in carcere. Ora l’ente locale finisce nuovamente nella bufera e non è escluso, appunto, che il Prefetto possa nominare una commissione d’accesso per la verifica di tutti gli atti amministrativi, non ultimi quelli legati al contestatissimo piano-casa per il quale oltre ad un’avviata inchiesta della magistratura inquirente ci sono anche alcune interrogazioni parlamentari. CONTINUA SU FONTE

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