Ambiente e salute

Licenziato, moglie e sei figli: sfrattati dal tugurio da 300 euro al mese. Il sindaco regala 50 euro

By admin

March 06, 2016

06/03/2016 – Un caso di “ordinaria” povertà che si sta consumando nel centro storico di Afragola in provincia di Napoli. E’ una storia estrema che richiede soluzioni vere in tempi stretti. E’ la storia di Antonio Caiazza, 39 anni, muratore disoccupato, di sua moglie Anna D’Onofrio, 33 anni, e dei suoi sei figli, quattro femmine e due maschi, la più grande di 16 anni e la più piccola, gravemente ammalata, di appena un anno e mezzo. La famiglia Caiazza è sotto sfratto.

Il prossimo 12 di aprile l’ufficiale giudiziario si presenterà accompagnato dalle forze dell’ordine con l’obiettivo di sgomberare il tugurio inabitabile di via Roma, centro storico, per il quale Antonio ha pagato fino al luglio scorso 270 euro di affitto al mese. 270 euro per uno pseudo alloggio al piano terra del cortile di un edificio, una sottospecie di appartamento umido composto da una stanza di sei metri per quattro divisa in due da un tramezzo, da un cucinotto di tre metri per quattro e da un bagnetto inguardabile. Il tutto con soltanto tre finestrelle irraggiungibili piazzate sotto il solaio. Per questo posto inabitabile Antonio Caiazza, che ha mostrato il contratto di affitto, ha sborsato i soldi ogni mese fino a quando ha potuto, fino al luglio scorso. Poi è stato licenziato (lavorava al nero) e non ha potuto più pagare. Intanto il tribunale di Napoli Nord qualche mese fa gli ha già spedito la sentenza di sfratto. Un provvedimento emanato in tempi record considerati i tempi biblici della giustizia.” Giorni fa sono stato dal sindaco Domenico Tuccillo – racconta il disoccupato – lui ha preso il portafogli e mi ha dato 50 euro. Per il resto il Comune di me non se ne importa “. La più piccola della famiglia, Gaia, di 17 mesi, non sente, non parla e non riesce a stare dritta. Il medico di base non le ha saputo diagnosticare il problema. Gaia dovrà essere visitata al Santobono, domattina. La mamma, Anna, è stata operata qualche mese alla tiroide, da dove i chirurghi le hanno asportato dodici noduli.”A 19 anni – racconta Antonio – sono stato in carcere per furto e ricettazione. Da allora ho giurato a mese stesso che mi sarei morto di fame pur di non sbagliare di nuovo”. La settimana scorsa la famiglia Caiazza non ha mangiato per tre giorni di fila. Una fame interrotta dall’elemosina di alcune persone. FONTE

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