Ambiente e salute

Max inchiesta latte contaminato: una dozzina i caseifici coinvolti, gli inquirenti sentono decine di testimoni

By admin

March 28, 2016

28/03/2016 – Formaggi con latte contaminato. Gli indagati salgono a cinquanta. È un’inchiesta che si avvia alle fasi finali, le informazioni di garanzia sono già in gran parte in fase di notifica. Ma dai numeri in crescita. Parliamo della maxi indagine coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani – e delegata al Nas di Brescia – sul caso del latte contaminato con aflatossine utilizzato da alcuni caseifici bresciani per produrre anche le forme che tra circa tre mesi avrebbero dovuto ricevere il marchio a fuoco del Grana Padano. Le persone iscritte nel registro degli indagati – diversi fascicoli sono stati aperti – per «adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari» sono salite a una cinquantina circa, tra allevatori e imprenditori titolari di caseifici. Una dozzina gli impianti coinvolti, dalla Bassa bresciana al Garda: qualcuno come «parte lesa», inconsapevole del fatto che stesse acquistando una partita di latte contaminato. C’è anche chi, al momento della consegna, ha estratto uno stick per verificare in tempo reale, rispedendo al mittente la partita di latte contaminato propinata da un centro di raccolta cremonese.

Almeno tre caseifici, invece, per i quali le indagini ipotizzano un comportamento doloso, sapevano. E quel latte «miscelato» (che la legge impone di distruggere) a basso costo – fino a 8 centesimi al litro – l’avrebbero persino cercato. Ad alcuni allevatori, invece, viene contestato l’articolo 515 del codice penale: frode nell’esercizio del commercio. Proprio perché avrebbero consegnato all’acquirente una cosa per un’altra: latte «contaminato» e non di qualità, invece come stabilito. Nessuno pare avesse comunicato i valori in esubero di aflatossine emerse dalle campionature (obbligatorie) in laboratorio, ai casari. Oltre trecento le analisi da bollino rosso che sono rimaste in un cassetto: anche l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, secondo l’accusa, non avrebbe reso noto centinaia di superamenti (in quanto ente pubblico, ma abilitato alle analisi in «autocontrollo» dei privati) nemmeno all’Asl. Numeri in media di cinque volte superiori ai parametri di legge (50 nanogrammi per litro). Decine i testimoni che gli inquirenti hanno convocato per essere sentiti: dai tecnici di laboratorio ai dipendenti e i collaboratori delle strutture coinvolte. Come centinaia sono le perquisizioni e le acquisizioni condotte dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione. Quasi quindici anni fa, nel 1993, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato l’aflatossina di tipo B1 nel «gruppo 1»: «Agente cancerogeno per l’uomo». Deriva dal mais, e una volta digerita dalle mucche diventa di tipo M1. E finisce nel latte. Che dovrebbe essere eliminato: invece, come emerso dall’inchiesta, sarebbe stato diluito con quello di qualità per produrre le forme di formaggio che di conseguenza, inevitabilmente, potrebbero paradossalmente presentare valori di aflatossine nei limiti. Ma il problema – o meglio il reato – sta nella procedura illecita a monte. Che è tracciabile per l’intera filiera, campione per campione, fase per fase. In tutto sono state sequestrate circa settemila forme di formaggio: quattromila solo alla CaBre di Cadignano di Verolanuova (peraltro dotata di un laboratorio interno per i controlli). A innescare l’inchiesta le comunicazioni dei due principali caseifici bresciani: a settembre l’ex Asl fu spedita allo Zooprofilattico per valutare tre segnalazioni di aflatossine oltre i range di legge. Due arrivavano da Centrale del latte, una da Ambrosi. Che di quel latte si sono sbarazzati, dopo aver avvisato le autorità sanitarie. Da lì sotto la lente degli investigatori sono finite decine di piccoli allevatori e i rispettivi «clienti» caseifici. FONTE

CONTINUA A LEGGERE

Sguici anche sulla nostra pagina FB: Facebook  Se vuoi, puoi inviarci video, notizie o semplicemente scriverci attraverso un messaggio sulla nostra pagina Facebook, gli articoli saranno pubblicati solamente dopo poche  ore dal tuo invio!  Se ti è piaciuto l’articolo riportato, condividilo o lascia un commento, e facci sapere cosa ne pensi!  Continuate a navigare nel sito, attraverso le varie categorie o gli articoli correlati.