Ambiente e salute

Blitz al Ruggi di Salerno: Medici facevano saltare liste di attese ai malati di tumore per soldi

By admin

April 05, 2016

SALERNO 05/04/2016 – Terremoto all’ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno. I carabinieri del nucleo investigativo hanno eseguito sia nel Salernitano che in altre province misure cautelari ponendo agli arresti domiciliari tre medici per il reato di concussione mentre una quarta persona, accusata di omessa denuncia e abuso d’ufficio, è stata sospesa dall’esercizio di pubblico servizio. Tra i destinatari dei provvedimenti il primario di Neurochirurgia Luciano Brigante.

Il blitz dei carabinieri rientra nell’ambito di una inchiesta su un presunto giro di mazzette e liste d’attesa modificate nel reparto salernitano. Le indagini sono state avviate nel mese di maggio 2015 dopo la denuncia presentata ai carabinieri dal parente di una paziente ricoverata, sottoposta a un intervento alla testa e poi deceduta. Secondo le indagini, l’operazione chirurgica era stata preceduta dal versamento di una somma in denaro per accelerare i tempi in lista d’attesa.

In pratica, secondo l’accusa, i medici effettuavano gli interventi chirurgici in apparente regime di intramoenia, ricorrendo però solo formalmente alla normale procedura di prenotazione e pianificazione dell’intervento, modificando le liste d’attesa, in cambio di soldi. In pratica, secondo i pm, Brigante «utilizzava l’ospedale come una clinica privata», operando soprattutto malati con breve aspettativa di vita e quindi con l’urgenza di non poter aspettare i tempi delle liste. In più c’era il «vantaggio» di essere operato direttamente dal primario o da altri medici di grande esperienza, come Takanori Fukushima, considerato un luminare del settore e direttore del Fukushima Brain Institute di San Rossore di Pisa.

Nove i casi accertati dalla Procura di dazioni di denaro, con somme che andavano dai 1500 ai 60mila euro. Tra le patologie delle persone operate metastasi cerebrale, problemi spinali, meningioma, neoplasia cerebrale. Solo in due casi ai pazienti non veniva chiesto soldi: ma non «per premura» del primario, spiega la nota della Procura, ma per l’intervento esterno di alcuni colleghi. Oltre a Brigante ai domiciliari è finito anche l’allievo di Fukushima, Gaetano Liberti, di Cascina. Indagata anche Annarita Iannicelli, 48enne salernitana, caposala del reparto di neurochirurgia. Così come Fukushima che, accusato di concussione, non è stato sottoposto a misure cautelari, «pur in presenza di un grave quadro indiziario, perché risulta essere residente negli Usa e non avere fissa dimora in Italia. In ragione dell’applicazione della misura cautelare nei confronti dei medici presso i quali si appoggiava Fukushima – secondo la Procura – lo stesso si trova nell’impossibilità oggettiva di proseguire nelle condotte illecite verificate a suo carico, facendo così venir meno i presupposti per la reiterazione del reato di concussione contestatogli». – FONTE

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