Ambiente e salute

Malato grave muore in carcere. La madre: “Non ho numero della Cancellieri”

By admin

November 29, 2013

E’ morto in carcere Federico Perna, 34 anni, di Pomezia. E’ la vittima numero 142 del 2013 in un reclusorio italiano. Ma il suo caso farà molto discutere. Si parla già di un nuovo caso Cucchi e la procura di Napoli ha già aperto un’inchiesta. La madre ha diffuso delle foto in cui Federico Perna presenta il volto tumefatto. “L’hanno pestato”, dice. “Per tenerlo buono gli davano psicofarmaci”, sostiene l’avvocato. Da dieci giorni perdeva sangue dalla bocca quando tossiva e lamentava dolori allo stomaco, secondo quanto sostiene la madre Nobila Scafuro “Mio figlio è morto venerdì scorso 8 novembre, alle 17 di sera. L’ho sentito al telefono l’ultima volta il martedì precedente, mi disse che perdeva sangue dalla bocca quando tossiva. Si trovava nel padiglione Avellino, nella cella 6, assieme ad altre 11 persone. Federico non doveva restare in carcere, ma essere ricoverato in ospedale: aveva bisogno di un trapianto di fegato ed era stato dichiarato incompatibile con la detenzione da due diversi rapporti clinici, stilati dai dirigenti sanitari delle carceri di Viterbo e Napoli Secondigliano.

Invece da Secondigliano è stato trasferito a Poggioreale, dove le sue condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate: sputava sangue, letteralmente, e chiedeva il ricovero disperatamente da almeno dieci giorni lamentando dolori lancinanti allo stomaco”. Racconta anche di avere presentato molte istanze chiedendo l’incompatibilità carceraria. “Ma le istanze sono state tutte rigettate dai magistrati di sorveglianza”. E dichiara alla giornalista del Fatto Quotidiano, Silvia D’Onghia: “Non ho il numero del ministro Cancellieri, ma vorrei porle tre domande: perché Federico era ancora dentro, visto che era malato gravissimo ? Perché non è stato ricoverato martedì, quando ha chiesto di non andare in discoteca ma di essere curato ? E perché l’hanno massacrato di botte ? ”. La signora ha infatti diffuso anche le terribili immagini in cui si vede Federico sul lettino dell’obitorio con il volto tumefatto. “ Lo hanno picchiato perché teneva una lattina di Coca Cola in fresco sotto il rubinetto dell’acqua”, dice la madre al Fatto Quotidiano. Per tenere buono Federico in carcere gli venivano somministrati pesanti dosi di psicofarmaci, denuncia la famiglia al Fatto Quotidiano. “Questo faceva sì che il ragazzo non potesse provvedere alla propria cura quotidiana – spiega l’avvocato della famiglia, Camillo Autieri.

Molte circostanze sono ancora da chiarire. Il Movimento Cinque stelle ha presentato un’interrogazione parlamentare il sottosegretario Beretta si sottolinea che lo stato psicofisico del detenuto era scadente e molto compromesso. Tuttavia, si legge, Perna avrebbe rifiutato alcuni ricoveri. E soffriva di disturbo borderline. E’ stata comunque avviata un’indagine ispettiva interna per accertare le cause.

Il magistrato che sta seguendo il caso si è riservato novanta giorni per ottenere i risultati dell’autopsia. Fonte