“In tv ho sentito molte volte esponenti del PD dichiarare di essere contro il concetto di reddito di cittadinanza perché sarebbe mero assistenzalismo e indurrebbe all’ozio, mentre loro sono per il reddito da lavoro, perche’ la Costituzione dice che siamo una Repubblica fondata sul lavoro. Ma non ci siamo capiti: noi non vogliamo ridurre le persone a guardare la TV tutto il giorno, ostaggio di Maria de Filippi dalla sera alla mattina! Quindi adesso spiegherò, una volta per tutte, perché il reddito di cittadinanza è una manovra economico-sociale, in grado di far ripartire i consumi e perché, nel prossimo futuro, non si potrà garantire un reddito da lavoro a tutti. Oggi siamo agli albori della Quarta Rivoluzione Industriale, si parla di manifattura digitale 4.0 guidata dalle tecnologie.La tecnologia evolve a una velocità tale che sostituisce repentinamente intere categorie di lavoratori, rendendo impossibile la sostituzione con nuovi posti di lavoro: il bancomat ha sostituito migliaia di cassieri, i tablet sostituiscono milioni di addetti alle tipografie, ogni app, nata dalla cretività di poche persone, toglie posti di lavoro, i telepass sostituiscono gli operatori al casello, le macchinette automatiche sostituiscono le hostess che compilano le carte d’imbarco, e le macchinette automatiche non fanno sciopero, non fanno pausa, non hanno orari di lavoro, non si ammallano. A Davos è emerso che entro il 2020 l’automazione sostituirà 5 milioni di posti di lavoro, la banca d’Inghiltera stima, entro 10 anni, la perdita di 15 milioni di posti. Entro il 2025 robot e software creeranno 13 milioni di posti di lavoro, ma ne distruggeranno 22 milioni. Addirittura la Cina dove il costo orario del lavoro operaio non supera i due dollari, ha deciso di robotizzare, per massimizzare i profitti.
Allora, in questo scenario, o si lavora meno e si lavora tutti, riducendo l’orario di lavoro, oppure si adottano politiche distributive, capaci di offrire all’umanità un reddito minimo universale garantito, metodi per redistribuire la ricchezza e offrire una rete di sicurezza a chi è rimasto troppo indietro. Se si ridistribuisce il reddito la gente ritorna a spendere, ripartono i consumi e quindi l’economia. Anche quelli di Davos e della Silicon Valley parlano di redditi di base, ma non perché siano filantropi, ma perché si sono accorti di un piccolo problemino: ora che le tecnologie e i robot consentono di produrre più beni e servizi in meno tempo, non c’è più la gente che li compra, perché il livello di vita dei ceti medi e bassi continua a scendere. E’ il solito problema del capitalismo, che sa produrre, ma non sa distribuire! Ebbene, se questo scenario non viene regolato in un ottica redistributiva si andrà verso la crisi umanitaria e un aumento considerevole delle disuguaglianze. Ma si apre anche un altro scenario interessante: quello dell’”Atene digitale”. I cittadini ateniesi conducevano una vita agiata, partecipavano alla democrazia e creavano arte, perché disponevano di schiavi ai quali devolvere il lavoro.
Grazie alla tecnologia e alla robotica, nel prossimo futuro, l’uomo, finalmente liberato dalla schiavitù del lavoro per vivere, potrà continuare a lavorare solo per divertimento o per istinto creativo. Si andrà verso un Nuovo Rinascimento. Da qui la necessità di separate il posto di reddito dal posto di lavoro e andare anche oltre il reddito di cittadinanza, verso il Reddito di Esistenza!” (Intervento in aula di Tiziana CIPRINI M5S, del 20/07/2016) Fonte Youtube CONTINUA A LEGGERE
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