Cronaca

Corte dei Conti: “Le leggi sui finanziamenti ai parititi sono incostituzionali”

By admin

November 30, 2013

E’ quanto afferma il Procuratore della corte dei conti, De dominicis, sollevando la questione nel caso Lusi, ex Tesorriere della Margherita inquisto, sostenendo la che il referendum popolare del 1993 è stato ignorato.

Per venti anni la politica italiana ha sostanzialmente eluso il risultato del referendum del 1993, mantenendo il finanziamento pubblico ai partiti bocciato nelle urne dalla stragrande maggioranza degli elettori. Per questo motivo tutte le leggi che dal 1997 ad oggi hanno regolato la materia vanno dichiarate incostituzionali in quanto viziate da «evidente arbitrarietà ed irragionevolezza». A sostenerlo è il procuratore regionale per il Lazio della Corte dei conti, Angelo Raffaele De Dominicis, che ha sollevato in via incidentale la questione di legittimità costituzionale delle norme in questione. Ma a tenere banco è stata soprattutto la questione di legittimità costituzionale delle norme sulle erogazioni pubbliche ai partiti. Le leggi che dal 1997 al 2012 hanno «introdotto, facendo ricorso ad artifici semantici, il rimborso elettorale ai partiti al posto del finanziamento pubblico», ha argomentato De Dominicis, «vanno ritenute apertamente elusive e manipolative del risultato referendario dell’aprile 1993». Secondo il procuratore regionale, le leggi sono anzitutto contrarie all’articolo 75 della Costituzione che «vieta il ripristino della normativa abrogata mediante referendum, quale massima espressione della sovranità popolare: i privilegi abrogati nel 1993 sono stati reintrodotti con “disposizioni camuffate” del medesimo tenore». La stessa legge numero 96 del 2012, secondo De Dominicis, «ha malamente abrogato le precedenti disposizioni sui rimborsi elettorali al solo fine di obliterare le possibili questioni di costituzionalità». Se è infatti vero che la disciplina del 2012 ha introdotto un sistema misto di finanziamento in parte pubblico e in parte privato, ha proseguito il pm, «permane il quadro improponibile di contribuzione alla politica con l’elargizione del 70% erogato dal fondo di rimborso per le spese elettorali e con il restante 30% relativo all’autofinanziamento. Il quale, tuttavia, deriva da erogazioni liberali da parte di privati che, per questo, beneficiano di detrazioni fiscali addossate al bilancio statale». Continua su: Fonte ufficiale