Ambiente e salute

Dario Fo bandito in Turchia: “Per me è come aver ricevuto un secondo Nobel”

By admin

September 04, 2016

03/09/2016 – Turchia, messe al bando le opere teatrali occidentali. Via Fo, Shakespeare e Brecht. La decisione arriva dalla Direzione ufficiale delle imprese nazionali di teatro in Turchia, che domenica 28 agosto ha rimosso dal calendario tutte le rappresentazioni di autori non nazionali. “Apriremo le nostre sale solo con opere locali al fine di contribuire all’integrità e all’unità della patria”

La versione ufficiale è che le loro opere poco incarnano lo «spirito nazionale turco». Ma la decisione del Turkish State Theatres che ha messo all’indice le opere di autori come William Shakespeare, Anton Cechov, Bertolt Brecht e pure del premio Nobel Dario Fo non passa certo inosservata. Dario Fo non se la prende più di tanto. Anzi sembra contento di essere infilato in così autorevole compagnia.

Dario Fo, ha visto che l’hanno messa addirittura fuorilegge in Turchia? «Ah beh… Mi hanno messo al bando. Vent’anni fa fu pure peggio. Diedero fuoco ad un albergo in Turchia che ospitava attori che interpretavano una mia opera».

Questa volta semplicemente non la metteranno mai più in scena. Lei, il Bardo, Cechov, Brecht… «È bellissimo, accidenti che onore… Mi piace. Non capita tutti i giorni di essere accomunati ai grandissimi della letteratura e del teatro. Mi sembra però che in Turchia si siano dimenticati di qualcuno altrettanto importante. Nell’elenco dei reietti mancano gli Antichi Greci e magari qualcuno della Commedia dell’Arte. Solo così l’elenco sarebbe stato completo».

Nella Turchia di Erdogan qualche voce di dissenso c’è ancora. Alcuni intellettuali hanno definito questa decisione «fascista». Condivide? «Sì, si può benissimo usare questa parola senza troppo timore. Ma dietro la messa all’indice delle nostre opere c’è una manovra sola: cancellare la cultura democratica occidentale. E dunque cancellare la democrazia. Il riferimento allo “spirito nazionale turco” è poi davvero incomprensibile. Forse vogliono ridurre il teatro e la letteratura a un prodotto Dop come il formaggio».

Insomma nessuna indignazione per la sua messa al bando in Turchia? «Io la guardo anche in un altro modo. C’è un vecchio sistema di ogni regime per far tacere chi non piace. Lo si ignora. Semplicemente non se ne parla qualunque cosa faccia. Se non possono ignorarmi e sono costretti a dire che le mie opere non devono andare in scena, vuol dire che è un fatto positivo. Vuol dire che sono più forte di loro».

Ma essere accomunato a simili grandi non è che la faccia un po’ anche piacere? «Lo ammetto. Mi sento come se mi avessero dato un altro premio Nobel». – FONTE

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