Ambiente e salute

Processo Menarini: Una delle frodi più grandi commesse in Italia

By admin

September 14, 2016

12/09/2016 – Condannati i vertici della casa farmaceutica Menarini. La presidente Lucia Aleotti condannata a 10 anni e sei mesi per riciclaggio da frode fiscale, 7 anni e mezzo al fratello, Giovanni Aleotti, vipresidente, per gli stessi reati. Lucia Aleotti è stata condannata anche per corruzione. Ordinata la confisca per un miliardo di euro nei conti all’estero della famiglia. E’ caduta invece l’accusa di truffa. La più grande casa farmaceutica italiana, la Menarini di Firenze, era infatti accusata di essere diventata tale perpetrando per quasi trent’anni, dal 1984 al 2010, una colossale frode ai danni del sistema sanitario nazionale. Usando società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi dei farmaci, ne avrebbe aumentato il prezzo finale grazie a una serie di false fatturazioni. Lo Stato, rimborsando medicinali con prezzi gonfiati, ci avrebbe rimesso 860 milioni di euro. La famiglia Aleotti, proprietaria della Menarini, ci avrebbe guadagnato oltre mezzo miliardo di euro: quei soldi sarebbero stati riciclati all’estero insieme con altri proventi illeciti accumulati grazie alla corruzione e a numerosi reati di frode fiscale, per un totale di circa 1.2 miliardi di euro. Assolti tutti gli altri imputati compreso la madre dei due fratelli, Massimiliana Landini. Gli altri imputati assolti sono Giovanni Cresci, Licia Proietti e Sandro Casini. Per alcuni capi di imputazione – tra cui la truffa – anche i due fratelli Aleotti sono stati comunque assolti.

La tesi della procura di Firenze è stata di fatto accolta stasera dal Tribunale del capoluogo toscano, presidente di giuria il giudice Francesco Gratteri, che dopo un processo durato due anni ha condannato in primo grado i vertici dell’azienda che erano stati accusati a vario titolo di riciclaggio, reimpiego (il secondo ‘lavaggio’ di denaro sporco), evasione fiscale e corruzione. Tra loro non c’è quello che gli inquirenti hanno considerato ‘l’architetto’ della truffa colossale, l’ex patron Alberto Aleotti, deceduto due anni fa.

Al processo si erano costituite parti civili il Ministero della Salute, sei Regioni e oltre 100 Asl. Ad esempio l’avvocato Francesco Bevacqua, legale rappresentante della Regione Toscana e delle sue tre maxi aziende sanitarie universitarie (Careggi a Firenze, Cisanello a Pisa e Le Scotte a Siena, oltre all’ospedale pediatrico Meyer) aveva chiesto nel corso della sua arringa, un maxi risarcimento da 87 milioni di euro, di cui 57 per danni patrimoniali e 30 per danno d’immagine. Non essendo però stata provata la truffa – i giudici hanno assolto gli Aleotti da quest’accusa con la formula della ‘vecchia’ insufficienza di prove – non ci saranno risarcimenti. Ci sarà invece, e cospicuo (100.000 euro) per la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

“Questo processo si occupa del grande affare,una delle frodi più grandi – aveva detto il pm Ettore Squillace Greco durante la requisitoria – che siano state commesse nel nostro Paese, un imbroglio che per anni ha alterato il mercato dei farmaci”. L’accusa aveva chiesto ai giudici di confiscare un miliardo e 200mila euro risassumento gli elementi emersi nel corso delle indagini dei carabinieri del Nas di Firenze: “Un miliardo e 200 milioni di euro al nero, la contabilità occulta e parallela a Lugano e poi, quando si è scoperti, il pagamento, per impedire il commissariamento, di quasi 400 milioni di euro”, quelli dell’accordo fra la casa farmaceutica e l’Agenzia delle entrate. “Tutto comincia negli anni Ottanta – aveva ricostruito il pm – quando Aleotti paga Poggiolini (Duilio, ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità) e gli altri funzionari che determinavano il prezzo dei farmaci, che così non guardavano nemmeno le carte”. Le grandi multinazionali del farmaco, aveva aggiunto il pm, “avevano interesse a fare accordi con Aleotti, perché lui riusciva a ottenere per i farmaci, su questo mercato, prezzi nettamente più alti rispetto a quelli che sarebbero riusciti a spuntare loro” – Continua su FONTE

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