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Mattarella tuona. NO ad elezioni anticipate, governo Tecnico con Alfano e Prodi

By admin

December 06, 2016

06/12/2016 – L’annuncio choc di Mattarella. Il governo, si ragiona, è pur tuttavia un’altra cosa. La prima intenzione del presidente Sergio Mattarella sarebbe quindi quella di formare un nuovo governo tecnico, rinunciando ad elezioni anticipate come chiesto da diverse fazioni politiche e schieramenti. Il presidente della Repubblica ha tuonato così: “Non andremo a elezioni anticipate, le uniche elezioni si terranno nel 2018 e fino ad allora sarà compito di Alfano e Romano Prodi guidare il Paese”. Dichiarazione choc di Mattarella, al min 0,45 vi si gelerà il sangue nelle vene

L’Italia si sveglia con un governo che si prepara alle dimissioni e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi che si prepara a rimettere il proprio mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’ampia maggioranza degli italiani ha bocciato la riforma costituzionale che il segretario del Pd si è messo sulle spalle e alla quale ha affidato la propria faccia. Il dato definitivo dice che al No è andato oltre il 59 per cento dei voti, mentre al Sì il 40,4.

Il Quirinale cerca di frenare sul nascere l’ira funesta del premier Matteo Renzi, la sua sete di rifarsi sul tavolo verde della scommessa perduta con gli italiani. La possibilità che voglia imprimere un’accelerazione alla fine della legislatura, così da poter capitalizzare quel 40 per cento che sembra preludere a un partito totalmente «suo», e di maggioranza relativa di fronte ai grillini e a un centrodestra diviso tra le leadership di Berlusconi e Salvini.

Le dimissioni annunciate da Renzi, atteso sul Colle in mattinata dopo i risultati ufficiali, secondo lo staff presidenziale dovrebbero essere ricondotte, smaltite le scorie della delusione, a mero «atto formale» senza alcuna ulteriore «drammatizzazione» verso crisi al buio. Invano era stato raccomandato al leader pidino di non farne una questione personale, un plebiscito su se stesso. Ma il governo, si ragiona, è pur tuttavia un’altra cosa. E intenzione del presidente Sergio Mattarella sarebbe (almeno) quella di «congelare» la situazione. Anzitutto per non dare segnali negativi ai mercati e all’Europa, in secondo luogo per cominciare a «stemperare gli animi» dopo una delle campagne elettorali più aspre della storia.

La nuova Legge di bilancio

Rinviare il governo Renzi alle Camere, magari provvedendo a dotarlo di due-tre scopi precisi: condurre in porto la legge di Stabilità, ora approdata in Senato; giocare la partita delle ricapitalizzazioni bancarie (circa 18 miliardi di euro in ballo); la nuova legge elettorale. In alternativa, se Renzi fosse irremovibile nelle sue determinazioni, Mattarella sarebbe costretto ad aprire ufficialmente le consultazioni per giungere al più presto a un’indicazione sul possibile successore. Ma sarà lo stesso Renzi, in qualità di capo del Pd a indicare un nome? Meglio sarebbe, considerata la crisi che si apre al Nazareno, affidare al presidente del Senato, Pietro Grasso, il compito di un governo di «responsabilità» che conduca verso elezioni anticipate appena pronte le modifiche alla legge elettorale (dunque maggio o autunno, se la situazione in Parlamento si complicasse).

Marco Travaglio sputtana giornali e giornalisti che si sono battuti per il SI

È stato tra i primi contatti telefonici di Renzi, quando il risultato si è andato configurando nelle proporzioni finali, quello con il capo dello Stato. Mattarella stava seguendo lo spoglio elettorale nel suo studio privato al Quirinale dopo il rientro da Palermo, dove in mattinata aveva votato all’istituto Giovanni XIII. Per il capo dello Stato il primo punto dell’agenda resta la «riconciliazione nazionale» ottenuta attraverso una lenta ma costante tessitura, persino con i fili più sfibrati (e sfibranti) come Beppe Grillo e il leader leghista Matteo Salvini, che ora vedono concretamente la possibilità di diventare aghi della bilancia puntando dritto verso le elezioni. Mattarella invece resta assai cauto: prima di procedere con lo scioglimento delle Camere vuol essere certo che non vi sia alcun altra maggioranza capace di gestire la transizione dal biennio renziano, veloce e inconcludente come il suo protagonista. – FONTE

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