Ambiente e salute

Consip, la centrale degli acquisti pubblici che fa scendere il costo di una stampante da 122 a 55 euro

By admin

March 02, 2017

02/03/2017 – Una stampante A4 in bianco e nero può costare a una amministrazione pubblica 55,3 euro oppure 122,42 euro. La differenza non è data dalla marca o dalla velocità nel produrre copie. Ma dal fatto che l’ente in questione la acquisti attraverso la Consip, la “Centrali acquisti della Pa”, o meno. Proprio quello è il ruolo della Consip: organizzare gli acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche, cercando di risparmiare. Evitare quel noto e fastidioso paradosso per cui una stessa siringa comprata dall’ospedale di Bergamo costa una frazione di quel che spende l’ospedale di una provincia del Sud, che magari è meno “strutturato” nel gestire le proprie forniture. Dovrebbe essere insomma il pivot di quella spending review – razionale e non lineare – da anni invocata. Una macchina tornata suo malgrado alla ribalta con l’indagine che ha portato all’arresto dell’imprenditore Romeo e coinvolto tanti nomi noti negli ultimi giorni, che di fatto viene coordinata da due Procure. Il focus principale degli inquirenti è rivolto alla gara d’appalto, bandita nel 2014, denominata Fm4 (facility management, servizi gestionali università e altri uffici della Pa) del valore di 2,7 miliardi di euro e che era stata suddivisa in una serie di lotti. Una fetta di lavori sui quali il gruppo Romeo avrebbe messo gli occhi, con episodi potenzialmente corruttivi sui quali gli inquirenti vogliono fare chiarezza.

Quanto vale la Consip. Attraverso la Centrale degli acquisti viene smistato un flusso di denaro enorme. Un preconsutivo dell’attività del Programma acquisti del 2016 parla di circa 48 miliardi di “spesa presidiata”. Non significa che acquisti pari a quella cifra siano stati effettivamente eseguiti da Consip: questi sono meno, circa 8 miliardi. Vuol dire piuttosto che su una serie di beni (che valgono 48 miliardi di acquisti della Pa), la Centrale ha attivato delle iniziative di risparmio: ha in poche parole strappato un “giusto prezzo” di un bene o servizio ai fornitori e dato così un’indicazione alle amministrazioni che devono fare shopping. l tassi di crescita delle spese mediate da Consip sono elevati, ha riconosciuto da ultima la Corte dei Conti nella relazione sull’attività della Centrale acquisti di fine luglio, anche perché le politiche di spending review hanno allargato le maglie di obbligatorietà dell’utilizzo dei suoi strumenti a una fetta maggiore del pubblico. Ma la spesa complessiva per acquistare beni e servizi da parte della Pa ammonta a circa 130 miliardi di euro. Depurandola di quella quarantina di miliardi che riguardano le prestazioni sociali in natura (ad esempio le cliniche convenzionate o simili), si ha un monte di circa 90 miliardi potenzialmente aggredibili. Siamo soltanto a metà del percorso.

Come funziona Consip. La Centrale degli acquisti ha fondamentalmente quattro strumenti per portare avanti la razionalizzazione delle spese. Con la Convenzione sigla un contratto quadro con il quale le aziende si aggiudicano la fornitura di beni e servizi alle Pa per un determinato importo complessivo, che era stato messo a gara. In questo modo il pubblico sfrutta la sua massa critica per spuntare prezzi migliori. Un mese fa si è conclusa la gara per la convenzione delle siringhe, più importante come simbolo che come valore economico: 36 milioni. Dopo l’intervento Consip, quella comune per le iniezioni costerà tra 0,049 e 0,063 euro: un ribasso del 70% rispetto al prezzo base, grazie al fatto che il contratto vale da solo per la fornitura di 850 milioni di siringhe (la metà di quelle di cui la Pa ha bisogno in un anno). Nell’Accordo quadro si mettono insieme più amministrazioni da un lato e più aziende dall’altro per definire le clausole degli appalti che verranno aggiudicati in una finestra di tempo, prezzi e quantità da fornire inclusi. C’è poi il Mepa, il Mercato elettronico della Pa: è una specie di eBay destinato alle amministrazioni, che permette loro di mettersi direttamente in contatto con una serie di fornitori per effettuare acquisti più “snelli” (tecnicamente sotto la soglia di rilevanza comunitaria, 135mila euro per le amministrazioni centrali e 209mila per le locali). Sul mercato virtuale, le Pa possono anche inoltrare le loro richieste di offerta e attendere che siano le aziende a fare le loro proposte, contrattando poi singolarmente le forniture. Dentro il Mepa passano – sempre dati aggiornati al 2016 – circa 2,4 miliardi di acquisti. Il Mercato elettronico ha poi la sua evoluzione nel Sistema Dinamico di Acquisizione che estende la piattaforma a ordini più importanti dal punto di vista economico.

I risparmi. L’obiettivo di risparmio – attraverso la regia Consip – è triplice: sui costi di gestione delle gare, sui tempi di approvvigionamento e sulle economie di scala che permettono di spuntare prezzi migliori. E’ quest’ultimo il numero che salta più all’occhio. Soltanto pochi giorni fa, il Tesoro ha pubblicato una rilevazione di un centinaio di pagine che fotografa quanto costano alcuni beni ricorrenti alle Pa che stanno dentro o fuori dal sistema Consip. Si parte dagli autoveicoli della categoria City Car: in convenzione con la Centrale acquisti il prezzo (iva inclusa) registrato è 7.057 euro, che diventano 7.683 fuori dalla convenzione. Per un furgone la forbice si amplia da 12.083 a 14.189 euro. Ancora: sembrerà poco, ma se si considera l’intero parco di mezzi pubblici non è certo male scendere da 54 a 45 centesimi per la benzina. Oppure da 415 a 310 euro per un computer desktop. O ancora, per il traffico voce di un telefonino passare da 0,0303 euro al minuto a 0,0258. In media, spiegano dalla società, gli scostamenti tra i prezzi di chi acquista dentro o fuori il sistema Consip si sono ridotti negli ultimi anni, scivolando sotto il 20 per cento. Non mancano comunque punte di risparmio del 55 per cento.

Le critiche. Nelle slide del Tesoro non mancano le situazioni paradassali, che riguardano in particolare l’uso del Mepa da parte degli amministratori pubblici. Che una volta sbarcati “sull’eBay” a loro dedicato sembrano trascurare l’attenzione ai prezzi, quasi che il partecipare a una piattaforma elettronica sia di per sé garanzia di risparmio. E’ vero che sul Mepa gli ordini sono più piccoli e viene premiata la velocità di esecuzione, anche a scapito della convenienza. Ma i dati dicono chiaramente che le fatture rischiano di esser troppo salate: una scrivania costa quasi 160 euro contro i 130 fuori dal Mepa, per una “sedia dirigenziale” si passa da 207 a 266,7 euro e per una risma di carta A4 da 2,24 a 2,378 euro.

Gustavo Piga, professore di Economia politica e presidente di Consip a inizio anni Duemila, allarga poi la critica all’impostazione stessa della strategia per risparmiare attraverso le gare pubbliche, “della quale Consip non è responsabile, ma il suo azionista Mef”. Sostiene il docente: “In Europa si spinge per centralizzare gli acquisti. Ma le esperienze internazionali di Stati Uniti e Corea raccontano di una centralizzazione migliore, quella delle informazioni: costruire cruscotti che in tempo reale sappiano dire al governo centrale se una amministrazione sta effettuando un acquisto a prezzi superiori al dovuto o di qualità inferiore a quello che potrebbe garantirsi, se si adeguasse alle pratiche migliori. In modo da bloccarla e correggerla subito, non a tre anni di distanza”. Un problema di controlli, dunque, ma non solo. “Si sta ingantendo il valore delle gare”, aggiunge l’esperto che sposa i rilievi dell’Anticorruzione di Raffaele Cantone: il valore medio dei lotti ha avuto un aumento dell’importo per i servizi e per le forniture del +85 e +50,5 per cento, ha sottolineato anche su lavoce.info. “Fare gare grandi può generare economie di scala, ma d’altra parte incide negativamente sul territorio. Precludere l’accesso alle Piccole e medie imprese – che sono l’ossatura del nostro Paese – impedisce di rendere gli appalti pubblici un reale volano e supporto per l’economia locale. Gli Usa dedicano il 25% degli appalti alle aziende locali, mentre noi spingiamo un modello che fa crescere continuamente le dimensioni delle gare. Così i grandi colossi riescono a dettare legge e si facilitano gli accordi collusivi”. – fonte

CONTINUA A LEGGERE

SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA PER ESSERE SEMPRE INFORMATI:

Sguici anche sulla nostra pagina FB: Facebook  Se vuoi, puoi inviarci video, notizie o semplicemente scriverci attraverso un messaggio sulla nostra pagina Facebook, gli articoli saranno pubblicati solamente dopo poche  ore dal tuo invio!  Se ti è piaciuto l’articolo riportato, condividilo o lascia un commento, e facci sapere cosa ne pensi!  Continuate a navigare nel sito, attraverso le varie categorie o gli articoli correlati.