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«Qualsiasi sia l’esito del voto mi dimetto da senatore, pronto a bere la Cicuta» Ma Senato respinge decadenza

By admin

March 16, 2017

16/03/2017 – L’aula di Palazzo Madama vota no alla decadenza da senatore di Augusto Minzolini. L’ex direttore del Tg1, poco prima della votazione, aveva però spiegato: «Qualunque sia l’esito del voto un attimo dopo rassegnerò le dimissioni da senatore». Decisione confermata a voto avvenuto: «Ora mando la lettera di dimissioni», spiega. Il voto L’Assemblea di Palazzo Madama ha approvato con 137 sì, 94 no e 20 astenuti l’ordine del giorno Caliendo con cui si chiedeva di respingere la delibera della Giunta delle elezioni che si era pronunciata a favore della decadenza del senatore per Forza Italia per incandidabilità sopravvenuta sulla base della legge Severino. Risultato: il Senato salva Minzolini condannato con sentenza passata in giudicato. Voto accolto da un lungo applauso. «Un calvario – dice l’ex direttore del Tg1 -. Ma la battaglia va intrapresa al di là della mia persona». Il tutto mentre Forza Italia aveva presentato due ordini del giorno per provare a far slittare la decisione del Senato. Uno puntava a far tornare in Giunta per le Immunità la vicenda, l’altro a respingere la deliberazione della Giunta che a luglio decise di proclamarlo decaduto dall’attività di parlamentare perché condannato con sentenza passata in giudicato per peculato, per l’utilizzo improprio delle carte di credito aziendali.

«Vittima di una vicenda kafkiana» «Mi sento vittima di una vicenda kafkiana – aveva detto nel suo intervento Minzolini – è un caso che, con tutto il rispetto che posso avere per la magistratura, considero una grande ingiustizia». E ancora, concludendo il suo intervento in aula: «Sono pronto a bere la cicuta», aveva detto, invitando gli altri senatori a non prendere «decisioni ipocrite e pilatesche». «La politica porta guai» ha poi aggiunto, citando una frase che, spiega, «Mi disse qualche tempo fa Antonio Di Pietro».

Berlusconi: «Ottima notizia» «È un vero voto di riforma della Giustizia perché boccia l’uso politico della giustizia» ha detto il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Niccolò Ghedini, primo ad uscire dall’Aula di Palazzo Madama, si è detto «Molto soddisfatto: è stata fatta giustizia». Poi chiama Silvio Berlusconi ad Arcore: «Presidente ce l’abbiamo fatta…». L’ex premier è raggiante: «una bellissima notizia, è un giorno nuovo», commenta Berlusconi. Il «soldato» Minzolini si salva, insomma: niente decadenza. Ma nel Transatlantico del Senato aleggia proprio il fantasma del Cavaliere che fu estromesso proprio da palazzo Madama. «È allucinante, sono allibita», grida Paola Taverna (M5s), «è un Parlamento di fuorilegge», gli fa eco l’altro pentastellato Crimi, «il Pd si è dimostrato che non è più un partito di sinistra». I grillini alludono subito al «favore» fatto ieri da Forza Italia a Luca Lotti: «Siamo in presenza di un voto di scambio», l’accusa. «Oggi finalmente è decaduta la legge Severino», è il «refrain», invece, dei berlusconiani e anche degli ex berlusconiani. Esultano da Ncd («È stato bellissimo», afferma un alfaniano). Esultano da Ala: «È la vittoria del garantismo», spiega il verdiniano Barani. Per un giorno quel fronte che si è frantumato nel corso di questi anni si ricompatta. 19 senatori Pd e 23 Ap votano con Fi I senatori del Pd che hanno votato insieme a Forza Italia per «salvare» Augusto Minzolini sono stati 19. Mentre quelli di Ap sono stati 23. Nessuno invece di Mdp che hanno votato quasi tutti contro. Ventiquattro Dem e 4 Mdp non erano presenti al momento del voto dell’odg con il quale è stata respinta la decisione della Giunta per le Immunità. Relatrice: «Sorpresa e avvilita» «Sono sorpresa e un po’ avvilita, abbiamo contraddetto una legge che con Silvio Berlusconi ha portato il leader dell’opposizione fuori dal Senato – ha detto al termine della votazione Doris Lo Moro, senatrice Mdp e relatrice in Giunta per le immunità. Che poi aggiunge: «Spero che il voto del Pd non si stato organizzato» FONTE