Ambiente e salute

Siria senza tregua: gli Stati Uniti colpiscono una base aerea, lanciati 70 missili

By admin

April 07, 2017

07 apr 2017 – Gli Stati Uniti hanno colpito una base aerea siriana in risposta all’attacco chimico che ha colpito la provincia nordoccidentale di Idlib, attribuito al regime di Bashar al-Assad. “Il presidente siriano ha spezzato la vita di uomini, donne e bambini indifesi ha tuonato Donald Trump”

“Ho ordinato un attacco militare mirato sul campo d’aviazione in Siria da dove è stato lanciato l’attacco chimico. È nell’interesse vitale della sicurezza nazionale prevenire e scoraggiare la diffusione e l’uso di armi chimiche letali. Non ci può essere nessuna disputa, la Siria ha usato armi chimiche vietate, contravvenendo agli obblighi stabiliti dalla Convenzione sulle armi chimiche e ignorando le esortazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. L’azione militare statunitense è in segno di rappresaglia dopo l’attacco di martedì che ha fatto una strage di civili: 86 le vittime, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, tra cui 30 bambini e 20 donne. Ma il gioco nel qale Trump si è gettato, sperando che questa azione largamente dimostrativa e molto “chirurgicica” come sempre si dice, sia conclusa in se stessa, è, come tutte le azioni di forza, non una porta che si chiude, ma una porta che si apre.

Riprendendo le armi che Obama non aveva voluto usare, se non con occasionali attacchi di droni, Trump ha voluto dire di essere pronto alle azioni militari almeno a distanza e l’ha fatto nella sera nella quale era a cena con il Presidente Cinese Xi, a sua volta protettore di un altro sinistro desposta, il coreano Kim.

Si vuole sperare, contro le lezioni del passato, che questa porta aperta non lasci passare nuove escalation e azioni simili, magari allargandosi contro la Corea del Nord protetta dall’ospite a cena di Trump, perchè ogni conflitto, dimostrativo o punitivo che sia, è sempre molto più difficile da chiudere che da aprire. E la parola, oggi, è a Putin. Riprendendo le armi che Obama non aveva voluto usare, se non con occasionali attacchi di droni, Trump ha voluto dire di essere pronto alle azioni militari almeno a distanza e l’ha fatto nella sera nella quale era a cena con il Presidente Cinese Xi, a sua volta protettore di un altro sinistro desposta, il coreano Kim.

Si vuole sperare, contro le lezioni del passato, che questa porta aperta non lasci passare nuove escalation e azioni simili, magari contro la Corea del Nord protetta dall’ospite a cena di Trump, perchè ogni conflitto, dimostrativo o punitivo che sia, è sempre molto più difficile da chiudere che da aprire. E la parola, oggi, è a Putin. Fonte Euronews

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