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Caso Consip, capitano dei carabinieri accusato di aver falsificato gli atti contro Tiziano Renzi

By admin

April 10, 2017

10/04/2017 – Un capitano del Noe, è inquisito dalla Procura di Roma perché avrebbe manipolato gli atti dell’inchiesta Consip. L’ufficiale Gianpaolo Scafarto è indagato per falso e è stato convocato in procura ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. In particolare avrebbe attribuito a Alfredo Romeo – tuttora in carcere per corruzione di un funzionario della Consip – la frase: «Renzi, l’ultima volta che l’ho incontrato» riferita a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo.

Il procuratore Giuseppe Pignatone e il sostituto Mario Palazzi hanno disposto l’analisi di tutti i nastri e hanno scoperto che in realtà quella frase era stata pronunciata dall’ex parlamentare Italo Bocchino. Dunque, a differenza di quanto sostenuto nell’informativa trasmessa ai pubblici ministeri, non c’è alcuna prova che Romeo e Renzi si siano incontrati. «Sarebbe facile per me dire, essendo in corso una indagine per falso, ”eh avete visto”, niente di tutto questo. Io chiedo che tutti abbiano la più totale fiducia nella magistratura. La verità alla fine viene a galla. E se avete visto i politici tentare di nascondere le carte, noi siamo diversi. Massima fiducia nella magistratura, io non faccio nessun tipo di polemica», commenta Matteo Renzi durante la trasmissione «Porta a Porta».

Gli atti sarebbero stati falsificati, secondo l’accusa, anche attribuendo ai Servizi segreti un ruolo di pedinamento nei confronti degli investigatori dell’Arma. In realtà gli stessi carabinieri avevano accertato che la persona notata mentre venivano recuperati i “pizzini” nella spazzatura adiacente gli uffici della “Romeo Gestioni” era un cittadino residente nella stessa strada. Secondo la Procura sarebbe stato compiuto dunque un vero e proprio depistaggio prima della decisione, presa dagli stessi magistrati romani, di ritirare la delega al Noe e affidarla ai carabinieri del Comando Provinciale di Roma. – FONTE

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