Ambiente e salute

Riforma pensioni, riscatto degli anni di laurea sarà gratuito: La proposta sul tavolo del ministero del Lavoro. Primo ok dei sindacati

By admin

April 24, 2017

24/04/2017 – Nel silenzio generale si sta profilando un’ipotesi che potrebbe essere rivoluzionaria. Rendere gratuito il riscatto della laurea per i Millennials (generazione dei nati tra il 1980 ed il 2000). L’ipotesi c’è e comincia a farsi anche strada. A lanciarla è il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, in occasione del forum dei commercialisti sulla previdenza. “La mia proposta è quella di fiscalizzare il periodo contributivo legato agli studi universitari”. In altre parole, si tratta di non far passare invano ai fini pensionistici il tempo passato sui libri, dando una copertura pubblica. Ora, invece, far valere quegli anni costa caro. I sindacati danno il benvenuto all’idea e puntano a entrare nel dettaglio già nel tavolo del 4 maggio al ministero del Lavoro.

Un incentivo al conseguimento della laurea L’obiettivo, spiega Baretta, è dare una pensione ai giovani, assicurargli “una continuità contributiva”, visto che i loro percorsi sono sempre più accidentati, pieni di “buchi”, fasi trascorse senza versare un contributo, perché il posto non c’è. La misura avrebbe anche il vantaggio, sostiene il sottosegretario, di “incentivare a laurearsi”. Il ‘bonus’, magari una contribuzione gratuita già determinata, riguarderebbe chi è studente al momento dell’entrata in vigore della novità e sarebbe condizionato al conseguimento del diploma di laurea o post-laurea.

Primo ok dei sindacati “Da tempo la Uil propone di rendere gratuito il riscatto della laurea. Per questo concordiamo con quanto affermato dal sottosegretario Baretta”, dice il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. “La proposta deve essere definita – chiarisce – nel tavolo di confronto tra Governo e sindacati”. Sulla stessa linea il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, che conferma come il tema ci sia. Serve però, aggiunge il sindacalista, “un’idea complessiva”, che valorizzi anche “i periodi di disoccupazione, bassi salari legati a contratti precari e assenza dal lavoro, in particolare delle donne, per ragioni di cura di figli piccoli o di anziani”. Fonte Tiscali.it

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