Ambiente e salute

Catanzaro, i migranti della Misericordia erano il Bancomat della Ndranghta,: anche il parroco tra i 68 arrestati

By admin

May 15, 2017

15/05/2017 – L’inchiesta ha permesso di provare che la potente famiglia di ‘ndrangheta ha acquisito e mantenuto, avvalendosi del potere di intimidazione, una “posizione dominante”, nel settore della raccolta delle scommesse on line e del noleggio degli apparecchi da intrattenimento, nella città di Crotone e nel suo hinterland, conseguendo enormi profitti attraverso l’alterazione degli equilibri concorrenziali che ha determinato la concentrazione della raccolta del gioco nelle mani del crimine organizzato, precludendo l’accesso ad altri operatori commerciali.

L’indagine delle Fiamme Gialle ha accertato che la società bookmaker Centurion Bet Ltd, attiva nel settore delle scommesse, operativa in Italia con oltre 500 agenzie e ramificata in tutto il mondo, ha messo a disposizione, per il tramite del barese Martiradonna Francesco, i propri circuiti di gioco on line , alla società Kroton Games, operante nella provincia di Crotone ed espressione commerciale della cosca Arena, determinando volumi di fatturato, sottratti al fisco, per decine di milioni di euro.

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Commercianti vessati, imprenditori taglieggiati e minacciati. A Catanzaro, come nell’immediata provincia. E poi ancora omicidi, come quello di Salvatore Pilò, avvenuto a maggio del 2004. C’è tutto nella corposa ordinanza dell’operazione Jonny, portata a termine da un contingente interforze e che prende il nome dal maresciallo dei Ros, Gianni Tropea, morto due anni fa mentre giocava a pallavolo e che aveva dato avvio alle indagini. Tra i 68 arrestati anche uno dei presunti capi della malavita organizzata territorialmente concentrata tra Borgia, Amaroni, Vallefiorita passando per Squillace e comuni limitrofi, parente acquisito proprio di Salvatore Pilò.

Nel corso della notte, oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre Mobile delle Questure di Catanzaro e Crotone, Carabinieri del ROS e del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Catanzaro e Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti Uffici e Comandi centrali, hanno tratto in arresto 68 persone, destinatarie di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Catanzaro a carico di altrettante persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.

I provvedimenti, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, a seguito di indagini coordinate dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, hanno smantellato la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia ARENA – al centro di articolati traffici delittuosi nelle provincie di Catanzaro e Crotone.

Dalle investigazioni, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, è emerso che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse. Fermato il ‘vip’ Leonardo Scordo, presidente della squadra di calcio Isola Capo Rizzuto appena promossa in serie D. – FONTE

E Come riporta il Giornale.it anche Don Scordio, indicato come “gestore occulto” della Confraternita della Misericordia, sarebbe stato organizzatore di un vero e proprio sistema di sfruttamento delle risorse pubbliche destinate all’emergenza profughi, riuscendo ad aggregare le capacità criminali della cosca Arena e quelle manageriali di Sacco. In questo modo si sarebbe aggiudicato gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per la gestione dei servizi, in particolare quello di catering, relativi al funzionamento dei centri di accoglienza richiedenti asilo “Sant’Anna” di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa, affidati in sub appalto a favore di imprese costituite ad hoc dagli Arena e da altre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. In particolare, le indagini hanno documentato come le società di catering riconducibili ai cugini Antonio e Fernando Poerio, nonché ad Angelo Muraca, dal 2001 abbiano ricevuto, inizialmente con la procedura dell’affidamento diretto e successivamente in subappalto, la gestione del servizio mensa del centro di accoglienza di Isola la cui conduzione era stata ottenuta dalla “Fraternita di Misericordia”. Dal 2009 in poi l’affidamento avveniva in via d’urgenza, in ragione dello stato di emergenza dovuto all’eccezionale afflusso di extracomunitari che giungevano irregolarmente sul territorio nazionale, poi grazie a tre gare d’appalto vinte.

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