Cronaca

IL commento di un EX Giudice sulla denuncia a Beppe Grillo

By admin

December 12, 2013

GRILLO DENUNCIATO PER QUESTO ARTICOLO La Cassazione sul tema si è espressa in questi termini: Cass. Penale Sez. I sentenza 1061/1998 : “In tema di istigazione di militari a disobbedire alle leggi, di cui all’art. 266 cod. penale., per la compressione del diritto alla manifestazione del pensiero ed alla critica non può essere genericamente invocata la tutela di un interesse di rilievo costituzionale, quale l’Obbligo della fedeltà alle leggi che tutelano la disciplina militare, giacché è necessario che la condotta vietata presenti anche un contenuto immediatamente offensivo per il bene tutelato, in quanto solo il requisito di una concreta offensività per tale interesse riesce a superare e neutralizzare le garanzie poste dal sistema di libertà costituzionale.

Infatti, il dolo richiesto dall’art. 266 cod. penale. non si concreta nella sola coscienza e volontà dell’Azione, ma si richiede che la stessa sia idonea a determinare il pericolo della disobbedienza alle leggi. Ne deriva che non ogni manifestazione di pensiero o di critica che può essere valutata sfavorevolmente costituisce reato di istigazione – giacché in tal caso potrebbe ravvisarsi una repressione della diffusione di ideologie politiche e sociali – bensì il solo diretto o indiretto incitamento all’Azione, la quale leda l’interesse che la norma intende proteggere (in quanto suscettibile di provocare uno di quei comportamenti, che la predetta norma vuole impedire, attraverso l’Azione sulla psiche dei destinatari).”

Ora, in considerazione delle ricorrenti polemiche sull’operato delle forze dell’ordine – in particolare quanto al frequente ricorso talora esagerato alle “cariche” – e atteso come Beppe Grillo ha già trattato il tema un anno fa nel post “Soldato Blu” sul blog, in occasione di una carica della Polizia a Roma a studenti filopalestinesi, mi sembra abbastanza evidente che il significato della lettera aperta di Grillo non possa essere inteso, tenuto conto degli orientamenti della Cassazione, come un concreto invito alla ribellione, ma casomai a evitare “eccessi di zelo”, quegli eccessi di zelo che in concreto significano “proteggere I politici”, specie laddove si fronteggiano cariche ed altre iniziative spropositate rispetto a proteste del tutto pacifiste e non violente, come sono anche quelle in corso a parte qualche eccesso isolato addebitabile a pochi facinorosi.

La denuncia, peraltro redatta in modo abbastanza sciatto, sembra casomai l’evidente portato di un nervo scoperto che l’atteggiamento diffuso della Polizia soprattutto a Torino e in Lombardia ha messo a nudo: infatti chi ha seguito con attenzione la vicenda ha potuto constatare che più sindacati di Polizia (Siulp, vicino a Cgil-Cisl-Uil, poi correttosi sicuramente a causa di pressioni del Pd, e Ugl polizia, vicino al centrodestra e in particolare all’ex AN) avevano espressamente menzionato il gesto di togliere I caschi come un segno di comprensione e solidarietà nei confronti dei manifestanti, a cui si sono sovrapposti comunicati delle Questure che sembravano dire qualcosa di diverso.

Sicuramente al potere politico che si crei una nuova consapevolezza nelle forze dell’ordine, non certo nel senso di tollerare attacchi violenti alle istituzioni o alle persone dei loro rappresentanti, bensì nel senso di un’auspicata “vicinanza al popolo” a fronte della cieca esecuzione di “cariche” con eccesso di zelo che sovente si è verificata anche dinanzi a manifestazioni assolutamente inoffensivo, è un fatto che fa paura. Nessuna sorpresa che ciò spinga soggetti come quelli che hanno fatto la denuncia, appartenenti a Scelta Civica (uno di essi è figlio del capogruppo del partitino di Monti al Senato, l’altro pare sia stato candidato a Milano con scarso successo) e quindi a un campo decisamente antipopolare e nettamente schierato con BCE, Troika eccetera, a iniziative intempestive come queste. Fonte