Ambiente e salute

L’amico di Renzi Macron, scarica l’Italia: sui migranti nulla di fatto al vertice di Berlino. A Roma si danno una settimana di tempo per chiudere i porti

By admin

June 30, 2017

30/06/2017 – La speranza più concreta sta nelle previsioni meteo dei prossimi giorni: mare grosso. Per la squadra del ministro Marco Minniti al Viminale il bollettino meteo è ormai una sorta di oracolo dell’emergenza immigrazione. Nell’immediato vuol dire che ci sarà una tregua negli sbarchi. Ma durerà poco. Il tempo stringe e dal vertice di oggi tra i paesi europei del G20 a Berlino, dove Paolo Gentiloni ha posto con forza il tema immigrazione, non è arrivato l’aiuto sperato. Il presidente francese Emmanuel Macron ha scaricato l’Italia. Francia e Spagna sono i paesi dai quali il governo di Roma si aspetta un aiuto concreto. Vale a dire la disponibilità di aprire i loro porti per accogliere chi al momento sbarca in Italia e solo in Italia. Solo così il governo potrebbe non dar seguito alla minaccia di chiudere i porti a tutte le navi che soccorrono i profughi, tranne che a quelle italiane. “Io sarei contento se di tutte le navi che soccorrono nel Mediterraneo solo una, anche una soltanto attraccasse in un altro paese”, dice accorato Minniti oggi a Milano ad un convegno sull’immigrazione. “L’Europa si gioca il futuro in Africa”.

“Siamo sotto pressione, chiediamo l’aiuto concreto degli europei”, sono le parole di Gentiloni a Berlino. Ma al momento nulla fa pensare che Madrid e Parigi collaboreranno. Nemmeno il vertice ristretto tra il premier italiano, Macron, Angela Merkel, Theresa May e l’olandese Mark Rutte, a margine del pre-G20 di oggi in Germania, ha offerto spiragli. Se si eccettuano le dichiarazioni della Cancelliera, l’unica sulla quale a questo punto il premier italiano ripone serie speranze. Il 12 luglio Minniti sarà a Berlino per un bilaterale con il suo omologo Thomas de Maiziere.

“Aiuteremo l’Italia, mi sta proprio a cuore questa necessità”, ha detto Merkel in conferenza stampa al termine del vertice che nella capitale tedesca ha riunito tutti i paesi europei del G20, in preparazione del meeting del 7 e 8 luglio ad Amburgo. E per rispondere alle sollecitazioni di Gentiloni sulla Libia, da dove arriva il grosso dei flussi verso l’Italia, Merkel ha aggiunto: “Non possiamo accettare che in Libia regni l’illegalità e che essa diventi situazione permanente”. Il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker parla di “eroismo di Italia e Grecia…”. Parole.

Invece Macron: “Noi sosteniamo l’Italia, la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema dei rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere”.

Tradotto, vuole dire no. “Come ammette lo stesso Macron quasi tutti i migranti che arrivano in Italia sono migranti ‘economici’…”, commentano fonti del Viminale. Il giovane Macron, presidente di ‘belle’ speranze per l’establishment europeo, medaglia al valore a Bruxelles per aver sventato il pericolo Le Pen, non aiuta la causa italiana.

Eppure è stato proprio lui al termine del G7 di Taormina a sollevare la questione immigrazione, totalmente rimossa dal vertice siciliano. Eppure, come ricorda il ministro degli Interni Marco Minniti nell’intervista di oggi a Repubblica, è stato proprio Macron a dire “a Bruxelles che l’Italia in questi anni è stata lasciata sola. L’ho considerato un fatto straordinario – dice il ministro degli Interni – Sono certo che la Francia si muoverà dunque con coerenza”.

Ora a Roma evitano di saltare a conclusioni. Gentiloni e Minniti si sono dati tempo una settimana per valutare ancora, il mare grosso aiuta. La prova del nove della disponibilità europea scatta mercoledì, quando Minniti vola a Tallin per il vertice dei ministri degli Interni. “Non ci aspettiamo decisioni in quella sede – dice una fonte vicina al ministro con realismo – ma porremo la questione e la riunione servirà per capire se si muove qualcosa concretamente in Europa rispetto al grido d’allarme italiano”. Merkel spera che “a Tallin si riesca a trovare una soluzione concordata” anche sulla Libia, dove Minniti conta di tornare nelle prossime settimane.

Se non si muoverà nulla, il governo si troverà si fronte al baratro della decisione di chiudere i porti alle navi delle ong e a quelle delle operazioni europee che soccorrono i migranti e li portano in Italia (Sophia e Triton). Una scelta forte, annunciata ieri per drammatizzare la situazione davanti ai partner stranieri e lanciare una richiesta di aiuto su un problema che sta diventando “di sistema e tenuta democratica nel paese”, dicono dal ministero degli Interni. Sempre più difficile il dialogo tra amministrazione centrale e comuni. Dove peraltro l’ultima tornata elettorale ha cambiato segno a tante amministrazioni: passate dal centrosinistra a un centrodestra sempre più determinato a cavalcare la questione migranti in vista delle politiche dell’anno prossimo. Un vero caos. Al governo mettono in conto le critiche che puntuali arriveranno se davvero si deciderà di chiudere i porti. “Ci diranno che stiamo tradendo i trattati. Malta lo fa già da tempo”, commentano fonti di governo non senza preoccupazione per una scelta comunque molto forte e complicata. Malta: la presidenza europea appena conclusa non è stata d’aiuto alla causa italiana sui migranti. A luglio inizia il semestre dell’Estonia, in prima fila tra i paesi dell’est che non hanno mai pagato il loro no al piano Juncker di distribuzione dei profughi. Storia vecchia, ormai, mai sanata. – Fonte

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