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Renzi spara la balla del secolo: ‘Entro fine legislatura un milione di posti di lavoro’

By admin

July 01, 2017

01/07/2017 – Il segretario dem chiude la riunione dei circoli dem a Milano. “Si aspettavano che parlassi di coalizioni e legge elettorale. Pd è scrivere il futuro. Entro fine legislatura un milione di posti di lavoro. E fuori dal Pd non c’è la rivoluzione marxista-leninista, c’è il M5s” Matteo Renzi esordisce così, nel suo discorso di chiusura dell’incontro tra i circoli Pd dall’evocativo titolo “Italia 2020”. Il futuro, il cui disegno è cifra politica di Matteo. In effetti, nel suo intervento non ci sarà spazio per coalizioni e legge elettorale. Ma, pur proteso sul domani e sul da farsi, il segretario dem non evita affatto di rispondere, tra un punto e l’altro, a molte delle obiezioni sollevate all’interno del partito e nella sua orbita dopo il pesante risultato delle ultime amministrative.

Senza nominarli, Renzi risponde a Prodi sulla faticosa cucitura del centrosinistra, a Franceschini che chiede una discussione interna dopo un voto che testimonierebbe come qualcosa si sia rotto nel rapporto tra il Pd renziano e il Paese. L’unico a cui Matteo dedica una citazione è Walter Veltroni, ma solo per ricordare la primigenia intuizione di una forza politica che trovi la ragion d’essere dello stare insieme per qualcosa, non contro qualcuno. L’analisi di un voto delle amministrative, per Renzi, è solo il pretesto per mettere in discussione la sua leadership nel partito o per dare fiato al “nemico vicino” che parla di veti, quando è evidente che, per le sue dinamiche, da quel voto locale non può derivare una lettura nazionale. Conta invece il voto delle gente che alle primarie ha scelto lui, Matteo, per guidare il partito, e l’Italia, verso il futuro. E a chi, dalle sinistre ai movimenti, ragiona su un centrosinistra senza il Pd, ma il Pd di Matteo Renzi, il leader dem parla molto chiaramente: “Chi immagina un centrosinistra senza il Pd vince Nobel della fantasia”. Un discorso, quello del segretario, pieno di “noi”, esplicito richiamo al potentissimo Me, We di Muhammad Alì. Come a sottolineare che l’avvertimento di Don Ciotti, poco prima, dallo stesso palco, contro gli “abusivi e incantatori” della politica, che dicono “noi” ma continuano a pensare “io”, non lo riguardi. “Noi – riprende Renzi, al Teatro Ciak di Milano – invece siamo qui a parlare di tutt’altro. Perché pensiamo che la politica sia una cosa seria. Vorrei proporvi un percorso che superi la nostalgia. Nostalgia, viene dal greco, che fa riferimento al tornare e al dolore. C’è un sacco di gente che sta riscrivendo il passato, invece dobbiamo scrivere il futuro. La nostalgia non può essere il paradigma della politica”. Continua su FONTE

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