Ambiente e salute

Luigi Di Maio lascia un messaggio al presidente francese Emmanuel Macron

By admin

July 03, 2017

03/07/2017 – “Facile fare gli europeisti con le frontiere degli altri”. Chiede “coraggio” all’Europa per aiutare l’Italia, “è l’ora di dimostrare veramente se esiste ancora un’Unione Europea”.

“Caro presidente Macron, noi non ci conosciamo, non abbiamo mai avuto l’opportunità di conoscerci, ma voglio approfittare della potenza del web per inviarle questo messaggio”. Inizia così un videomessaggio indirizzato al presidente Emmanuel Macron (in italiano, sottotitolato in francese) di Luigi Di Maio, esponente di punta del Movimento 5 Stelle e vice presidente della Camera. “È arrivato il momento del coraggio, è il momento di dimostrare veramente se esiste ancora un’Unione Europea, mettiamoci tutti in marcia per risolvere il problema dell’immigrazione. Mettiamoci tutti in marcia, come piace dire a lei”.

“Presidente Macron, dopo la sua vittoria in Francia tutti hanno parlato di vittoria dell’europeismo. Lei è definito un europeista, ma mi permetta di dirle che siamo tutti bravi a fare gli europeisti con le frontiere degli altri, e in particolare con le frontiere italiane” afferma Di Maio, accusando Macron di non voler aiutare l’Italia nella gestione del flusso di migranti in arrivo sulle nostre coste. “Lei ha detto che non aiuterà l’Italia per l’80% di migranti che si trovano nel nostro paese, ovvero i migranti economici. Sta accompagnando molti migranti che trovano sul suolo francese alla frontiera francese con l’Italia, Ventimiglia. Presidente Macron, noi ci aspettiamo dai francesi e dalla Francia ben altro aiuto e supporto rispetto a quello dimostrato da lei è dichiarato da lei”. Noi, continua, “non possiamo permetterci di essere così europeisti come lo è lei, noi abbiamo 9 mila chilometri di costa, e l’80 per cento dei migranti che sbarca in Italia sono tutti migranti economici. Circa l’80% dei migranti che arriva in Europa passa per l’Italia, è un calcolo semplice: dei circa 90 mila migranti sbarcati nel 2017, 80 mila sono approdati in Italia – dice Di Maio – Questo perché l’Italia è alla frontiera dell’Unione Europea, e le coste dell’Italia sono la frontiera dell’Unione Europea. Molte di queste persone vogliono raggiungere il suo Paese, o la Germania, o i Paesi del Nord Europa, ma non gli è consentito perché esiste un ‘muro’ nei Trattati che si chiama ‘Regolamento di Dublino III’ e non consente ai migranti che arrivano in Italia di poter varcare il confine italiano e arrivare in altri Paesi dell’Unione Europea”.

L’Italia deve quindi farsi carico da sola di “numeri spropositati” di persone che, nella maggior parte dei casi, sono migranti economici, “dovrebbero essere rimpatriati. Però questo non avviene, perché le procedure di identificazione sono complesse e lente”. L’Italia “si fa carico per il 98% della spesa dell’accoglienza di tutti questi migranti – insiste il deputato M5S – Gli italiani l’anno scorso hanno speso circa 4,5 miliardi di euro, a fronte di soli 100 milioni di euro che venivano dall’Unione Europea. Delle briciole”.

La richiesta di Di Maio a Macron e all’Europa è di “farsi carico non solo di questa spesa ma di questo fenomeno, che inevitabilmente coinvolge per ragioni geografiche l’Italia, che è alla frontiera dell’Unione Europea, ma che proprio perché è un Paese membro deve essere aiutato da tutti”. La richiesta è un aiuto per snellire le procedure di identificazione che durano mesi, se non anni, “abbiamo bisogno di velocizzarle attraverso un supporto dell’intera Unione Europea, che sostenga queste procedure e ci aiuti a svolgerle nel migliore dei modi. Noi non vogliamo essere definiti eroi, vogliamo un aiuto concreto come popolo italiano perché ci sentiamo parte dell’Unione Europea, e soprattutto contribuiamo al bilancio dell’Unione Europea. E’ ora che tutta l’Europa si faccia carico del problema migrazioni, del problema immigrazione. Non possiamo più nasconderci, non si può più fingere che l’Italia non sia il porto dell’Unione Europea, e che stia ricevendo un numero astronomico di migranti”. Di Maio torna poi sul nodo delle “ong non trasparenti, quelle che non esibiscono i bilanci, quelle su cui ci sono ombre, e quelle che hanno bandiera di paradisi fiscali” ricordando la proposta M5S di non far approdare le loro navi nei nostri porti. “Non siamo stati ascoltati, siamo stati definiti i razzisti, poi qualche giorno fa il ministro dell’Interno di questo governo ha deciso di chiudere i porti alle ong e alle imbarcazioni battenti bandiera straniera. Peccato però, che né l’Unione europea nel lui siano ancora passati dalle parole ai fatti”.

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