06/07/2017 – «Sulla base di una denuncia per diffamazione fatta dall’indagato Romeo (per me un pretesto) hanno perquisito 4 case, la mia macchina, l’ufficio, persino il computer del grafico». «Hanno perquisito me, che non sono indagato, mio padre di 96 anni, la mia compagna e la mia ex. E non hanno perquisito Tiziano Renzi che invece è indagato». Marco Lillo, il giornalista de Il Fatto Quotidiano, autore del libro-inchiesta sulla Consip, Di padre in figlio, si dice «allibito». E chiede: «Vi rendete conto che è grave? Hanno cercato in tutti i modi di carpire le mie fonti».
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