Ambiente e salute

Scandalo-Rai, spunta il documento della vergogna. Una porcheria con i tuoi soldi: ecco chi stra-pagano

By admin

July 07, 2017

07/07/2017 – Rai, il tetto sugli stipendi non vale per le “attrazioni”: praticamente per tutti. Che cos’è il genio? Si chiedeva il Necchi nel mitologico film Amici miei: “È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”. Uno degli esempi più emblematici del genio italico declinato nella sua forma più furbesca, questo è indubbiamente quello che dall’ufficio contratti Rai ha partorito il modo per aggirare il tetto dei compensi di 240mila euro imposto dal ministero dello Sviluppo economico e dal Parlamento. Già poche ore dopo l’annuncio di quel limite, dagli studi della Tv di Stato era partita una pioggia di minacce, con artisti di varia natura pronti a fare le valige per lidi più generosi.

Dal tetto sono stati esclusi gli artisti, liberi di guadagnare quanto vogliono, non tutti gli altri, compresi giornalisti e assimilati, chi magari non è inquadrato in una redazione, ma in un programma e così via. L’invenzione dell’ufficio contratti di viale Mazzini ha introdotto la figura dell'”attrazione”, un’etichetta furbissima che permette di essere classificati quasi come artisti, insomma di evitare eventuali tagli allo stipendio. Nel documento riservato inviato alla Commissione di Vigilanza Rai, come riporta il Giornale, è messo nero su bianco il via libera di fatto ai compensi.

Alla voce “Piano organico di criteri e parametri per l’individuazione e remunerazione dei contratti con prestazione artistica”, dalla Rai fanno sapere che “Possono considerarsi di natura artistica prestazioni in grado di offrire intrattenimento generalista ovvero di creare/aggiungere valore editoriale in termini di elaborazione del racconto nelle sue multiformi declinazioni (intrattenimento, sport, musica, scienza, sapere, spettacolo, ecc.) coerentemente all’obiettivo generale di servizio pubblico”. Il conte Mascetti e le sue supercazzole non avrebbero osato tanto, ma come lui in Rai la fanno franca, perché in questo modo attribuiscono a chiunque la possibilità di: “creare valore in termini di elaborazione del racconto nelle sue multiformi declinazioni”. fonte

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