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Di Maio, lo sprint passa da Cernobbio. “Parliamo a tutti, anche a chi ci teme”

By admin

September 01, 2017

01/09/2017 – «Vogliamo raccontare a tutti la nostra idea di Paese. Qualcuno ci percepisce diversi da quelli che siamo. Guardiamoli negli occhi e raccontiamo cosa vogliamo fare. Raccontiamolo a tutti». Così Luigi Di Maio ha detto di essersi convinto a partecipare al Forum Ambrosetti di Cernobbio, appuntamento annuale delle élite italiane, cenacolo di politici, banchieri, capi d’azienda, la quintessenza di quel potere che il M5S proiettato alla sfida per il governo non può più alienarsi. Di Maio sarà sul lago di Como domenica mattina a raccontare questa evoluzione che, nella faticosa sintesi degli opposti interna al Movimento, è toccato a lui incarnare. Un anno fa, invitato, Di Maio disertò questo palcoscenico, un po’ perché i 5 Stelle stavano definendo la propria identità, un po’ anche per i guai romani che proprio nei giorni del Forum fecero finire il deputato pentastellato alla gogna dei suoi stessi colleghi.

Quest’anno, però, è diverso. Cernobbio apre la stagione che porterà dritto al voto nella prossima primavera e nessuno vuole mancare, nemmeno il leader della Lega, Matteo Salvini, che definì l’appuntamento un «Titanic» e che ora è ben felice di salire sul transatlantico del potere politico-economico, alla presenza di mezzo governo. Di Maio, passato indenne dalle tremende faide familiari nei 5 Stelle e lanciato verso l’incoronazione a candidato premier il 24 settembre a Rimini, ha anche qualche ragione in più per presenziare di fronte a una platea che in altri tempi Beppe Grillo avrebbe bersagliato di strali e di parodie, accusandola di essere l’epicentro del capitalismo di relazione all’italiana. Ma quel tempo lì sembra ormai finito o consegnato a serate dal sapore commemorativo, rondò nostalgici che rivivranno a Trieste l’8 settembre per il decennale del primo V-Day. Anche lì ci sarà Di Maio per rispolverare un po’ l’anima movimentista, ben sapendo che, in realtà, da un anno le cose sono cambiate.

L’influenza su Di Maio del suo consigliere politico, Vincenzo Spadafora, e il ruolo sempre più centrale di Davide Casaleggio hanno cambiato il terreno da arare. Il rampollo dell’azienda che tiene in mano il fortino web del M5S è stato da subito favorevole a che il deputato andasse a Cernobbio, il primo grillino dopo Casaleggio padre, presente sul lago nel 2013 e nel 2014.

Dall’evento di Ivrea in sua memoria, lo scorso aprile, il figlio continua a lavorare incessantemente sulla dorsale settentrionale dove si concentra la rete imprenditoriale che il M5S deve avvicinare per conquistare spazi elettorali a Nord. Questa ambizione spiega il senso delle parole di Di Maio, quando dice che è necessario parlare a chi «ci percepisce diversi da quelli che siamo». Di Maio è il tranquillante che il M5S ha pronto per chi teme la scalata a palazzo Chigi delle truppe di Grillo, chi è terrorizzato dalle ricette economiche grilline o semplicemente non ha per niente fiducia nell’assenza di una classe dirigente dietro al Movimento.

I banchetti del vicepresidente grillino della Camera alla presenza dei vertici italiani della Trilateral, i pomeriggi con i lobbisti riuniti a Roma, il passaggio da Villa D’Este, a Cernobbio, sono tappe rituali del percorso di chi si candida a guidare il Paese. Un corteggiamento che relega anni di lotta alla bandiera sventolata da chi, come il deputato dell’ortodossia, Roberto Fico, non vuole cedere a questo epilogo. Di Maio sa che la sua presenza al Forum, nei giorni in cui sulla passerella sfilerà gran parte del governo Gentiloni, si attirerà le critiche dei colleghi e di un pezzo di attivisti. Ma, dopo l’agosto speso sulle coste della Sicilia a caccia dei voti arrabbiati dell’isola, il M5S deve mostrare il volto rassicurante del suo uomo di punta agli ambienti più moderati e produttivi d’Italia, anche per preparare lo sprint finale alla candidatura di Di Maio, blindata dalla Casaleggio e ormai priva di insidie. Sempre che al voto finale ci si arrivi senza altri scherzetti degli hacker e con una buona dose di garanzia sulla sicurezza del sistema. L’ultima votazione sul blog è stata a inizi agosto e dalla Casaleggio tutto tace. fonte

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