Ambiente e salute

Vaccini, lo strappo del Veneto. Lorenzin: «Possiamo commissariare la Regione». E la Liguria spezza l’asse del Nord

By admin

September 05, 2017

05/08/2017 – La nuova mossa del governatore del Veneto Luca Zaia contro i vaccini fa scattare l’allarme rosso al ministero della Salute. «Reagiremo in tutti i modi, perché è in gioco la salute dei cittadini veneti. Gli amministratori devono sapere che si stanno esponendo a gravi responsabilità», ragiona la ministra Beatrice Lorenzin con i suoi collaboratori.

La ministra ha passato il pomeriggio di ieri in costante contatto con gli uffici legislativi del ministero per studiare un ventaglio di possibili azioni. Tra queste la più probabile è impugnare davanti al Tar il decreto firmato dal direttore generale della Sanità veneta Domenico Mantoan che, in sostanza, consente per quest’anno alle famiglie di iscrivere i bambini agli asili e a scuola senza presentare i documenti che accertino di aver eseguito le vaccinazioni obbligatorie previste dal decreto Lorenzin. Ma allo studio c’è anche una ipotesi più dura, che si muove dentro i paletti fissati dallo stesso decreto convertito in legge a fine luglio: e cioè esercitare il potere sostitutivo da parte del governo. E arrivare a un commissariamento della Regione Veneto motivato dal rischio per la salute.

Il ministero ha intenzione di usare le maniere forti non solo con la regione guidata dal leghista Luca Zaia, ma anche con chi diffonde false notizie sulla rete a proposito degli effetti collaterali dei vaccini. Ci sarà una campagna sui social network, ma anche il coinvolgimento della polizia postale per arginare il fenomeno delle «fake news» sul tema della vaccinazioni.

Al ministero hanno apprezzato l’atteggiamento del governatore della Lombardia Roberto Maroni, che ha dichiarato di «non voler aprire uno scontro con il governo» e ha preso tempo sull’opportunità di una delibera applicativa della Regione sul decreto Lorenzin. Maroni inoltre ha ricordato di aver avuto una «leale collaborazione istituzionale» con i ministeri della Salute e dell’Istruzione.

La stessa Liguria spezza l’asse leghista del Nord sul tema e va avanti da sola: «La via ligure non cambia, quella del Veneto è un’iniziativa autonoma, noi tiriamo avanti con le nostre procedure». L’assessore regionale alla Sanità e vicepresidente Sonia Viale tira dritto e non nasconde un po’ di orgoglio per come la Liguria ha gestito (sinora) l’applicazione del decreto Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini: «Non si dovrebbe dire, ma la nostra è la strada più efficace per evitare troppi adempimenti burocratici alle famiglie. Certo, questo è possibile c’è stato un lavoro molto forte di “screening” da parte delle aziende sanitarie in agosto».

Insomma, il Veneto si sarebbe isolato. A partire dal nodo della Corte costituzionale: il Veneto a metà luglio ha presentato ricorso contro il decreto vaccini. «Quello che rifiutiamo – aveva spiegato il presidente Luca Zaia – è un intervento statale che impone una coercizione attuata per di più con decreto d’urgenza, senza precedenti storici a livello internazionale, nemmeno in periodi bellici, che rendere l’Italia il Paese con il maggior numero di vaccinazioni obbligatorie in Europa». Al ministero si dicono convinti che il ricorso sarà bocciato. «Non c’è dubbio che il diritto alla salute sia prevalente rispetto al diritto all’istruzione», il ragionamento. Ma la serenità dell’entourage di Lorenzin deriva anche dal fatto che fino al 1999 c’era l’obbligo dei vaccini per andare a scuola. E la Costituzione era la stessa di oggi. Insomma, se la norma non era incostituzionale nell’altro secolo non si capisce perchè dovrebbe esserlo adesso. C’è poi il tema della responsabilità, anche civile, degli amministratori coinvolti. E il rischio che le famiglie di bambini che dovessero ammalarsi di una delle malattie per cui è stato reso obbligatorio il vaccino possano fare causa alla Regione. È anche a questo che si riferisce la ministra Lorenzin quando parla di «amministratori si stanno esponendo a gravi responsabilità».

La prima freccia che sarà impugnata dal ministero potrebbe essere dunque quella del ricorso al Tar. Con la richiesta di una sospensiva del decreto del Veneto che abbia l’effetto immediato di rendere obbligatorie le vaccinazioni anche per questo anno scolastico. Ma le scuole stanno per riaprire, e il rischio è che la querelle tra istituzioni porti a un avvio dell’anno scolastico in Veneto nel caos. Con famiglie e scuole incerte su quali regole applicare.

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