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admin / on Ottobre 28, 2017 at 7:12 am /
28/10/2017 – “C’è solo una ragione per non adeguare l’età pensionabile alla speranza di vita: la prossima campagna elettorale”. Tito Boeri, presidente dell’Inps, intervistato da La Repubblica, si scaglia contro quella che chiama “miopia della politica”, l’atteggiamento irresponsabile che i governanti hanno verso il tema delle pensioni. Il rinvio dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita anche solo al 2018 “ci esporrebbe a grandi rischi in un momento di forti tensioni internazionali e di irrigidimento della politica monetaria”.
Questa “controriforma delle pensioni”, che riguarderebbe 175mila persone, basterebbe, secondo Boeri, a scassare i conti dello Stato. Si potrebbe determinare “un forte aggravio dei costi del servizio del debito pubblico e un conseguente aumento dello spread. Un punto in più di tasso di interesse sui nostri titoli di Stato costa circa 2 miliardi di euro all’anno”.
Per il presidente dell’Inps i costi del mancato adeguamento ricadrebbero sui giovani, scardinando l’equilibrio del sistema previdenziale e interferendo sull’equità intergenerazionale. “Più anni di vita senza adeguamento vogliono dire più pensioni da finanziare con le proprie tasche”. Con un costo salatissimo per lo Stato. Se si rinviasse l’adeguamento a 67 anni al 2021, e lo si lasciasse invariato fino al 2040, “la somma degli aggravi di costo arriverebbe a 140 miliardi di euro”.
Ancorare la soglia minima delle pensioni all’aspettativa di vita come calcolata dall’Istat, è il perno del nostro sistema previdenziale, fondamentale per la tenuta dello stesso. L’unica soluzione, per Boeri, sono adeguamenti più graduali, “ogni anno anziché a quattro o cinque di distanza dall’ultimo come vorrebbe chi vuole rinviare”.
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L’opposizione all’automatismo previsto dalla legge Fornero ha trovato d’accordo tutti: dal Pd, alla Lega, dal M5S ai sindacati. Boeri attacca le associazioni dei lavoratori “che si battono solo per far aumentare la spesa pensionistica. Non difendono i salari che contribuirebbero a pagare le pensioni”. Inoltre in Italia “la vita lavorativa media è di 31 anni, contro i 37 della media europea. L’età effettiva di pensionamento è da noi di poco superiore ai 62 anni.
Quindi di fatto stiamo innalzando l’ età a 62 anni e 5 mesi. Se non lo si fa, saranno i giovani a dover andare in pensione a 75 anni”. La stoccata finale Boeri la riserva a chi si batte contro l’eccessivo afflusso di immigrati nel nostro Paese. “I pensionati hanno un bisogno disperato di più giovani che lavorino con salari più alti e di immigrati regolari che versino i contributi. In nome e per conto dei pensionati dobbiamo concentrare l’attenzione sull’ingresso regolare e a tempo indeterminato nel nostro mercato del lavoro”. –
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