Ambiente e salute

Braccio di ferro sulle pensioni: il governo tira dritto sul ritiro a 67 anni

By admin

November 03, 2017

03/11/2017 – Il prossimo incontro tra governo e sindacati si terrà il 13 novembre. Servirà a tirare le fila sul lavoro del tavolo tecnico che dovrà valutare lo stop all’automatismo dell’innalzamento dell’età pensionabile alla luce delle considerazioni sulle categorie di lavori gravosi. Tuttavia, durante l’incontro di oggi con i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Paolo Gentiloni ha già messo in chiaro che l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita non è una decisione di questa legge di bilancio. “È in discussione la credibilità del nostro Paese – ha spiegato – ma siamo disposti a correggere alcuni casi specifici”. Una posizione che non trova d’accordo né i sindacati né Matteo Renzi.

“Il 13 novembre verificheremo se davvero c’è la disponibilità a cambiare i meccanismi dell’età pensionabile e a differenziare i lavori, oppure se non c’è”. Al termine dell’incontro con il governo a Palazzo Chigi Susanna Camusso non si sbilancia. La partita sulle pensioni è ancora aperta. I sindacati sono ancora innervositi dalla totale assenza di misure a sostegno dei pensionati in manovra.

Ora, poi, si trovano a dover fare i conti con le nuove stime sull’aspettativa di vita che cambiano la soglia della speranza di vita a cui, per legge, viene legata l’età in cui diventa possibile andare in pensione. Entro la fine dell’anno, quindi, il governo dovrà emanare un decreto ministeriale per fissare la nuova soglia che dal 2019 potrebbe salire di cinque mesi. Secondo Gentiloni “quei principi rimangono validi” e “non possono essere messi in discussione per la credibilità internazionale del Paese”. Ma il governo è disposto a discutere con i sindacati di situazioni specifiche per “sottrarre alcune categorie all’automatismo in ragione della gravosità di alcuni mestieri, individuando queste fasce di lavoro con la sostenibilità economica”.

Durante l’incontro il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha posto diversi paletti. Ha parlato di “vicoli saldi” e tra questi ci ha messo la sostenibilità. Da qui la sostanziale conferma dello scatto del 2019. “Per noi sono tutti da verificare”, ha messo in chiaro il segretario Uil, Carmelo Barbagallo. “Se i risparmi devono essere garantiti all’infinito – ha fatto eco Susanna Camusso – allora lo spazio di discussione finisce per essere davvero poco”. La strada, insomma è tutta in salita. Anche perché nello scontro si è infilato pure Renzi che, fortemente in calo nei sondaggi, cavalca il malcontento di chi deve ancora andare in pensione e rischia di farlo con cinque mesi di ritardo. “Se si trovano soluzioni alternative perchè mandare in pensione la gente un anno dopo? Occorre trovare il giusto equilibrio e usare l’Ape (anticipo pensionistico) per quello”, ha osservato il segretario piddì nei giorni scorsi accogliendo la proposta dei sindacati. “Verifichiamo come funziona l’Ape e verifichiamo l’aspettativa di vita, anzichè spargere un messaggio di terrore per tutti i lavoratori”. Ma Gentiloni e Padoan sono andati avanti per la propria strada. Diventa sostenitore di L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook